Cogestione sinistri, conciliazione e risarcimento danni: l’alleanza tra sanità e assicurazione con sistema misto della Regione Piemonte

Dal meccanismo del drop down alla prassi della conciliazione, dalla relazione medico-paziente come strumento di risk management allo scambio di competenze nel CVS: in questo articolo approfondiremo l’esperienza dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria con il gruppo Relyens avvalendoci del contributo del dott. Fabrizio Ferrando, Direttore SC Processi Amministrativi Generali e di Approvvigionamento.

Gestione sinistri e drop down, il legame tra sanità e assicurazione

“Dal 2005 la Regione Piemonte ha adottato un sistema assicurativo misto che prevede, assieme al tradizionale trasferimento del rischio ad un assicuratore, la costituzione per ciascuna annualità assicurativa di un fondo regionale unico per la liquidazione dei sinistri rientranti in franchigia” spiega Ferrando. “Ciò significa che ogni singola Asl piemontese si confronta con le stesse regole e lo stesso interlocutore. A questo sistema si è aggiunta, dal 2017, in coincidenza con l’aggiudicazione della polizza RCT/O regionale a Sham (ora gruppo Relyens), la reintroduzione del meccanismo del drop down”.

Come funziona il meccanismo del drop down nella gestione sinistri?

“Prima dell’arrivo di Relyens, la gestione dei claim era separata: quelli al di sotto della franchigia venivano gestiti dall’Azienda sanitaria, con il supporto di un loss adjuster esterno e l’acquisizione di un parere obbligatorio ma non vincolante dei Comitati Gestioni Sinistri sovrazonali; quelli al di sopra, dall’assicuratore” inizia Ferrando. “Il processo prevedeva poche occasioni di confronto. Ciò è cambiato con la reintroduzione del drop down nel 2017 e la previsione di un sistema di cogestione dei sinistri (ad eccezione dei soli sinistri di importo non superiore a € 5.000,00 interamente a carico, sia nella gestione che nella liquidazione a carico di ciascuna Azienda)”.

Ma cosa prevede nel dettaglio il drop down? 

“All’esaurirsi del Fondo regionale dedicato al pagamento dei risarcimenti al di sotto della franchigia – al momento pari a 27 milioni di euro per tutto il Piemonte nell’anno di riferimento –, l’assicurazione è operante, nei limiti del massimale aggregato annuo previsto in polizza, per tutti gli ulteriori sinistri RCT aperti che saranno definiti con oneri a carico dell’assicuratore, con la sola applicazione della franchigia fissa e frontale di 5.000,00 euro a carico dell’Azienda sanitaria” spiega Ferrando.

Nei programmi assicurativi precedenti, escluso un periodo assicurativo agli esordi del programma regionale, una volta eroso integralmente il fondo regionale tutti gli oneri ricadevano sulle singole aziende sino al limite della franchigia. 

“Questo meccanismo, proprio perché ha come effetto quello di esporre in prospettiva l’assicuratore ad un maggiore rischio (mediamente il fondo regionale va ad esaurirsi nell’arco di 6/8 anni ed i sinistri ancora pendenti sono tendenzialmente quelli più consistenti e spesso associati a contenziosi legali), si riequilibra con un sistema di cogestione dei sinistri nel quale assicuratore e assicurato sono reciprocamente coinvolti”.

Soprattutto l’assicuratore è costantemente interessato nella gestione dei sinistri minori (in fase di apertura, in fase di apposizione delle riserve, nella valutazione del sinistro in CGS) ed anche nella fase di prevenzione del rischio. “Per la mia esperienza personale, l’approccio di Relyens rende il Gruppo particolarmente ben predisposto a fare fronte a questo nuovo scenario” commenta Ferrando.

Gestione dei sinistri e drop down in assicurazione, cosa è cambiato con l’arrivo di Relyens 

“Relyens è un interlocutore assicurativo che dedica grande attenzione alla prevenzione del rischio a fianco della gestione dei sinistri. I due processi, si può dire, si rafforzano a vicenda quando lo scambio di informazioni e il confronto tra assicurato e assicuratore sono fluidi e frequenti. La mitigazione del rischio – tratta anche dalle lezioni della gestione sinistri – è un traguardo per la sicurezza dei pazienti. Meno richieste di risarcimenti significano, infatti, non solo meno spese per la sanità pubblica, ma sono un’indicazione che gli eventi avversi stanno diminuendo; cosa che, sia in Piemonte che a livello nazionale, sta effettivamente accadendo dopo il picco del 2015/16: un indizio – è l’auspicio di molti addetti al settore – che la legge Gelli-Bianco e gli investimenti in prevenzione cominciano a produrre un impatto quantificabile

La cogestione dei sinistri sanitari assieme a Relyens

“La cogestione si sviluppa attraverso il confronto e la condivisione delle competenze nel Comitato Gestione Sinistri. Nel caso di richieste al di sotto della franchigia è l’ospedale ad istruire la pratica con i propri uffici interni (reparto, direzione sanitaria, medico legale, ufficio sinistri, ufficio legale); nel caso di eventi di importo superiore alla franchigia, o comunque che presentino una quantificazione del danno permanente superiore al 50%, nei bay cases e negli eventi per i quali il sinistro è aperto a seguito di avvio di una indagine penale, è l’assicuratore a guidare il processo. A rimanere costante, però, è la stratificazione dei pareri e delle analisi multidisciplinari che avviene nel CGS e dai quali emerge la decisione di transare o resistere alla richiesta. C’è un vero scambio di competenze che rende struttura ospedaliera e assicurazione più ricche e preparate per capire l’orizzonte nel quale opera la controparte” spiega Ferrando.

Per approfondire il caso della Regione Piemonte, leggi l’intervista a Marta Ravotto, Loss Adjuster e membro dei Comitati Valutazioni Sinistri.

Sanitari e transazione conciliativa: cosa è cambiato

“La prima preoccupazione di un terapeuta implicato in una richiesta di risarcimento è contribuire alla ricostruzione dell’evento perché è forte il coinvolgimento emotivo e il senso di responsabilità. La collaborazione dei medici, infermieri e tecnici, perciò, è sempre molto alta. Meno pronunciata è la disponibilità a riconoscere un errore, anche se va anche detto che le scelte vengono sempre fatte in scienza e coscienza e, spesso, un esito diverso da quello atteso non è riconducibile ad una colpa o mancanza individuale” spiega Ferrando.

“Da parte dell’Azienda Ospedaliera, cerchiamo di preparare i dipendenti all’eventualità di un avviso di garanzia e di un claim; eventualità che purtroppo, ritengo essere altamente probabile per i professionisti sanitari, soprattutto nelle specialità storicamente più a rischio (aree chirurgiche, aree emergenza/urgenza ecc.) In definitiva, sebbene non sempre venga accolta con favore da parte del sanitario, la decisione di transigere è una scelta aziendale sempre motivata nell’ottica di ridurre il rischio di un contenzioso che potrebbe avere riflessi economici e di immagine ben peggiori”.

I vantaggi della conciliazione e la strategia dell’AO di Alessandria

“Noi cerchiamo di essere, innanzitutto, tempestivi” chiarisce Ferrando. “Per diversi motivi: il primo è la considerazione del piano emotivo: un paziente che abbia – o sia convinto di aver – subito un danno ha diritto ad una risposta rapida. Molti pazienti, inoltre, non cercano solo il riconoscimento economico, ma anche quello ‘morale’: veder riconosciuta la loro sofferenza. È possibile chiudere la transazione, anche in casi difficili, venendosi reciprocamente incontro. Qualora vi siano i presupposti, la transazione conciliativa – sia stragiudiziale che all’interno di un procedimento – è una soluzione win-win: fa risparmiare l’Azienda ma risparmia anche al paziente un lungo e faticoso iter. A beneficiare è, infine, la fiducia tra cittadino e sistema sanitario. Una fiducia nella quale bisogna investire – come la AO di Alessandria invita a fare nella sua formazione – attraverso una buona comunicazione medico-paziente; un elemento che riduce a priori la probabilità di una richiesta di risarcimento.

A fronte di questi vantaggi, la domanda che sorge è se i dipendenti pubblici che optano per la conciliazione si sentano tutelati quando si assumono la responsabilità di transare. Come è cambiata la situazione da questo punto di vista?

“La nostra responsabilità non è cambiata molto” risponde Ferrando. “Le ultime modifiche normative in materia di mediazione, hanno ribadito che il dipendente pubblico risponda solo per dolo e colpa grave. La multidisciplinarietà del CGS, alle cui riunioni partecipano l’assicuratore ed il broker assicurativo, costituisce un fondamentale momento di confronto e di crescita attraverso la stratificazione di pareri qualificati che consentono di formulare una proposta di transazione o di reiezione con una motivazione solida e articolata. Di fatto, essendo una scelta discrezionale, la Corte dei conti si astiene dal metterla in discussione almeno che non si tratti di casi con una palese incongruità nella motivazione e/o nell’entità del risarcimento. Anche in caso di transazioni difficili e cospicue, il dipendente pubblico si tutela grazie alla bontà e ragionevolezza della motivazione”.  

“La media delle richieste di risarcimento della nostra Azienda è di circa 40 all’anno e circa una metà viene accolta. Di quelle respinte, si tratta in alcuni casi di richieste poco motivate o con fine prettamente speculatorio e non hanno seguito. In altri, la vertenza prosegue fino al giudizio con esiti alterni. È verosimile ipotizzare un incremento nelle transazioni conciliative in futuro perché rappresentano, in diverse circostanze, la soluzione più conveniente sotto molteplici punti di vista” dice Ferrando.

“Ad esempio in materia di infezioni nosocomiali che costituiscono uno dei claim più frequenti ed in continua crescita, i criteri recentemente elaborati dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione rendono estremamente complesso per le aziende sanitarie riuscire a fornire la prova liberatoria richiesta ossia dimostrare di aver posto in essere nel caso specifico tutte le misure possibili per impedire l’infezione. Questo comporterà inevitabilmente un approccio diverso da parte delle aziende nella gestione di questa tipologia di claim più orientata alla transazione”.

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Ricostruzione dei sinistri, il valore aggiunto della cogestione tra Sanità piemontese e Assicurazione

Un caso reale di risarcimento sanitario mette in risalto i vantaggi del confronto diretto, anche prima del CVS, che contraddistingue la collaborazione tra le ASL e gruppo Relyens, Risk Manager e assicuratore della sanità regionale piemontese.
Abbiamo intervistato Marta Ravotto, Loss Adjuster e membro dei Comitati Valutazioni Sinistri, per spiegarci cosa è accaduto e in che modo la procedura di ricostruzione sinistri è stata efficace.

Ricostruzione sinistri, il caso del Piemonte

“Ci siamo trovati ad affrontare un sinistro delicato: un caso di gravi lesioni, poi esitato in decesso, su una giovane paziente, che i congiunti imputavano a negligenza nella gestione dell’emergenza e quindi un colpevole ritardo nelle cure. In questo caso l’obiettivo era comporre la vertenza tutelando la dignità professionale dell’Azienda sanitaria e dei medici coinvolti” inizia Ravotto. 

“Il gruppo Relyens è l’assicuratore della sanità regionale piemontese con una polizza RCT/O e il meccanismo del drop down. Per queste ragioni e per la filosofia mutualistica nella quale affonda le sue radici, il gruppo affianca le ASL piemontesi nell’intero processo di gestione dei sinistri superiori a 5mila euro, lavorando quotidianamente a fianco dei diversi professionisti sanitari nei percorsi decisionali legati alla richiesta di risarcimento e, successivamente, alle azioni di miglioramento e mitigazione del rischio che possono nascere dall’analisi degli eventi avversi” spiega. “Nel caso specifico, abbiamo ritenuto opportuno incontrare attorno ad un tavolo i medici legali, gli avvocati e gli incaricati dell’Azienda sanitaria oltre agli stessi medici coinvolti nella richiesta di risarcimento, i quali ci hanno fornito validi spunti di riflessione. È stato proprio da questo confronto in presenza e dalle informazioni scambiate che è nata una proposta transattiva molto favorevole all’azienda che è stata, poi, accettata dai ricorrenti”.

Per un approfondimento su drop down e cogestione dei sinistri, leggi l’intervista a Fabrizio Ferrando, Direttore SC Processi Amministrativi Generali e di Approvvigionamento.

I vantaggi della cogestione in caso di sinistro 

Le procedure di cogestione portano innegabili vantaggi nei casi in cui vanno ricostruite le dinamiche di un caso di sinistro: la comunicazione tra le parti diventa fondamentale per chiarire la successione degli eventi, il loro sviluppo e la loro successione. 

“Il primo vantaggio è la ricostruzione del contesto nel quale il danno si è verificato” dice Ravotto. “L’incontro e lo scambio personale permettono di delineare gli elementi tangibili e intangibili che influiscono sul sinistro ma non compaiono in cartella clinica. Per esempio: come reagivano il paziente o i familiari alle comunicazioni dei sanitari; se c’erano emergenze in atto che richiedevano l’attenzione dei terapeuti o se medici o infermieri erano eccezionalmente stanchi o provati per qualche ragione. In questo processo di ricostruzione è particolarmente importante il rapporto con i medici legali interni alla struttura assicurata che conoscono la realtà e possono contribuire ad arricchire l’analisi delle loro colleghi chiamati come consulenti esterni” sottolinea Ravotto.  

“Il secondo vantaggio è che questa conoscenza dettagliata permette all’assicuratore di mantenere un punto di vista distaccato, arricchendolo, però, con la comprensione delle dinamiche e delle eventuali criticità e punti deboli della struttura partner. Una conoscenza che non solo informa utilmente la strategia di gestione del singolo sinistro ma è anche, non di rado, un’occasione per suggerire percorsi di miglioramento che mirano a ridurre il rischio che l’evento avverso si ripeta” commenta Ravotto. 

“L’abitudine all’incontro e allo scambio di informazioni crea, inoltre, prassi virtuose come abbiamo visto instaurarsi in occasione dei claim legati alle infezioni nosocomiali. La richiesta da parte dell’assicuratore di informazioni dettagliate – le uniche forme documentali che possono alleggerire la posizione dell’ASL in giudizio – ha spinto le strutture sanitarie a raccogliere tali informazioni in anticipo e con crescente frequenza e dettaglio. 

“Le occasioni di confronto permetto una progressiva ‘disseminazione’ di saperi e competenze tra Asl e gruppo Relyens: alle competenze tipiche di un’assicurazione nella gestione sinistri, negli orientamenti giurisprudenziali e nella casistica medico-legale, si integrano la focalizzazione dei nostri risk manager sulla prevenzione e gestione del rischio, e la comprensione dei professionisti sanitari per le dinamiche di reparto e la realtà sul campo. I Loss adjuster come me sono al centro di questo scambio, operando con le loro competenze di gestione e mediando lo scambio multidisciplinare tra le altre professionalità” chiarisce Ravotto.

“Infine” conclude “vorrei sottolineare un quinto valore aggiunto della cogestione dei sinistri in Piemonte: l’incontro con i medici coinvolti nella richiesta di risarcimento. La Regione permette, infatti, ai sanitari che ne facciano richiesta di partecipare ai Comitati sovra zonali di Valutazione Sinistri e questo confronto porta, spesso, conoscenze utili a completare la ricostruzione del sinistro. Talvolta, l’incontro avviene addirittura prima del CVS e sono queste, sulla base della mia esperienza, le occasioni più fruttuose perché permettono di raccogliere le informazioni in anticipo e integrarle tempestivamente nella proposta che verrà presentata, già definita, al Comitato”.

La centralità dei dati e la data literacy nell’era digitale: l’approccio di Relyens 

Nell’era dell’informazione la data literacy, ossia la capacità di leggere, comprendere e comunicare i dati, è diventata un elemento imprescindibile. Stiamo parlando di un nuovo linguaggio fatto di numeri e informazioni, la cui comprensione è necessaria per sfruttare appieno le potenzialità del mercato moderno. Il processo di evoluzione digitale della società è ben riconosciuto e negli ultimi dieci anni ha investito la nostra economia in maniera significativa. Ma cosa significa lavorare nell’ambito del risk management in sanità mettendo al centro i dati?

Il valore della data literacy

Oggi giorno, la data literacy non può più essere considerata una scelta, ma deve essere vista come un vero e proprio obiettivo strategico per rimanere competitivi e sfruttare al meglio le opportunità offerte da un mercato sempre più data-driven.

Fabio Campanini, Data Analyst di Relyens, si riferisce al “dato” come alla chiave per un processo decisionale efficace. “Come tutti i linguaggi, anche la data literacy diviene vettore di comunicazione in grado di includere, connettere e creare sinergie se adeguatamente padroneggiato. Viceversa, di escludere e isolare se non se ne conosce la grammatica,” dice Campanini.
Le compagnie assicurative, che vantano una lunga storia nell’utilizzo degli analytics, si sono gradualmente evolute sfruttando big data e intelligenza artificiale per ottimizzare i loro modelli di business, migliorare le performance e offrire ai propri clienti soluzioni calibrate sulle loro specifiche esigenze.

La Data Literacy nel mondo del Risk Management: gli obiettivi di Relyens

Durante la pandemia, anche il settore sanitario ha visto accelerare esponenzialmente il processo di digitalizzazione. A dispetto della drammaticità del momento e di tutte le difficoltà a cui il settore è andato incontro, è emersa chiaramente la necessità di sfruttare la grande mole di dati generati per ottimizzare la filiera di erogazione delle cure.
Relyens vuole porsi come risk manager di riferimento per gli attori della sanità e del territorio: nel corso della sua trasformazione per raggiungere questo obiettivo l’azienda ha evoluto il tradizionale mestiere dell’assicuratore, investendo in nuovi settori e in un team poliedrico

Ogni collaboratore, attraverso numerose attività formative e un monitoraggio costante delle competenze, viene formato nel linguaggio dei dati: si tratta di un percorso intrapreso coerentemente con l’evoluzione verso un modello aziendale data-driven, con l’ambizione di diffondere questa cultura nell’intero ecosistema sanitario.

“L’alfabetizzazione del dato” sottolinea Campanini “è una sfida imprescindibile che può essere vinta agendo su due piani interconnessi: introduzione di nuovi ruoli specializzati con competenze verticali e aggiornamento continuo e trasversale ai vari livelli aziendali”.

La data literacy è dunque uno strumento importante sia per Relyens – internamente, per ottimizzare la gestione dei sinistri e del rischio – che per i clienti, essendo un ottimo strumento di risk management nella riduzione dei sinistri – e, di conseguenza, nel risparmio.

Perché adottare il linguaggio dei dati?

In un mercato che richiede un approccio sempre più data-driven, la data literacy rappresenta un elemento indispensabile per tutte le aziende che vogliono essere al passo con i tempi. 

Con l’obiettivo di rimanere competitivi, è vitale imparare questo nuovo linguaggio e sfruttare al meglio le opportunità che esso offre. In Relyens vogliamo aprire la strada, investendo in formazione e sviluppando un modello di business centrato sui dati

“La centralità dei dati è ormai indiscutibile e il futuro appartiene a chi è in grado di padroneggiarli” conclude Campanini.

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L’Ospedale Valduce e il progetto formativo sul Risk Management 

L’Ospedale Valduce, il 27 giugno, ha ricevuto il Premio nazionale eccellenza Formazione all’interno del concorso promosso da Associazione Italiana Formatori, riportando una Menzione Giuria nella categoria Organizzazione Risorse Umane per “interdisciplinarietà in Sanità”.

Il progetto, nato per iniziativa del Servizio Risk Management, aveva come obiettivo il miglioramento e consolidamento della cultura aziendale in tema di eventi avversi e loro gestione, avvicinando la componente sanitaria e quella amministrativa dell’ospedale. 

La Congregazione e la Direzione hanno mostrato entusiasmo e sostegno, convinti della necessità di favorire l’aumento della collaborazione e il lavoro di squadra, attraverso il rafforzamento della sicurezza, della prevenzione e della reattività anche in casi difficili.

Il progetto formativo sul risk management

“Volevamo creare un momento di confronto e insegnamento che superasse la logica della lezione frontale” raccontano il Vice Direttore Sanitario dott. Nunzio Castiglione e la Risk Manager dott.ssa Alessandra Orzella, spiegando come il corso formativo, della durata di4 ore, consistesse in una vera e propria rappresentazione teatrale della gestione dei sinistri ed eventi critici. 

“La nostra metodologia prevedeva di partire da un canovaccio che raccontasse l’antefatto. Ci siamo ispirati a casi italiani realmente accaduti che potessero effettivamente incontrare l’interesse dell’auditorio con situazioni che vivono quotidianamente” spiega la dott.ssa Orzella. 

Uno sguardo innovativo e coinvolgente sul modello organizzativo aziendale, che ha approfondito l’iter del sinistro (a gestione diretta, stragiudiziale, civile e penale) e le strutture gestionali aziendali.

In particolare, le figure del Comitato Valutazione Sinistri sono state dirette protagoniste dell’evento formativo: Coordinatore Risk Manager, Direzione Amministrativa e Sanitaria, Medico Legale, Broker, Loss Adjuster, Avvocati, Compagnia Assicurativa.  

Una grande attenzione è stata dedicata alla trasmissione dell’importanza del ruolo del personale sanitario, secondo le due direttrici di consapevolezza di contesti/situazioni e di appropriatezza dell’agire, per favorire cambiamento e sviluppo organizzativo, cultura della sicurezza e lavoro di squadra.

Dibattito formativo recitato: il risk management diventa interattivo

Dinamiche gestionali, punti di forza e debolezza per rendere i partecipanti più consapevoli di strumenti ed elementi di prevenzione/protezione: assistendo al dibattito “recitato” sono state trasmesse tutte le informazioni fondamentali, nell’ottica di creare una sinergia tra le diverse figure e funzioni presenti all’interno dell’Ospedale. 

“La difficoltà di linguaggio e di comunicazione può essere superata attraverso degli strumenti che avvicinano, quindi le storie, e per questo abbiamo pensato al teatro”, ha spiegato la dott.ssa Orzella.

Da non sottovalutare all’interno del flusso di Risk Management è anche la componente psicologica: “L’intento degli operatori sanitari quando operano è di fare del bene, cioè di non nuocere, – specifica il la dott.ssa Orzella – quindi nel momento in cui avviene un sinistro vi è anche un problema di colpevolezza, di vergogna, di inadeguatezza, di cui tener conto per una corretta gestione del caso. 

“Abbiamo quindi lavorato sull’adeguatezza e sull’appropriatezza, al fine di far comprendere che c’è una squadra che lavora per gestire i sinistri e che tutti ne fanno parte, anzi il personale sanitario ne è parte determinante, alla luce del sapere tecnico” che lo connota, conclude il vicedirettore dott. Castiglione.

Sinergia e trasversalità nella gestione del rischio  

Lavorare insieme a teatro come nella vita quotidiana in corsia: l’intento del progetto formativo è stato anche quello di avvicinare figure diverse, promuovendo un “Gioco di squadra” che abbia un traguardo comune, ovvero quello della riduzione del rischio clinico, della corretta gestione e della sua risoluzione in termini di equità e giustizia. 

Un sentimento di partecipazione che non si è fermato solo alle ore di formazione: “Il ritiro del premio ci ha resi orgogliosi per il fattivo coinvolgimento e l’entusiasmo delle varie figure professionali coinvolte, anche esterne alla struttura” ha confermato il dott. Castiglione

La collaborazione tra broker, azienda e assicurato

Anche le componenti esterne del progetto hanno riportato feedback estremamente positivi

“Il broker che ha partecipato ha veicolato subito l’informazione al gruppo Relyens, che ha accolto con piacere il fatto di partecipare all’iniziativa con il coinvolgimento della Claims Adjuster dell’Ospedale Valduce, la dott.ssa Giorgiana Valentino e del Key Account Manager dott. Matteo Cavallo. 

È stato molto impegnativo, soprattutto per i docenti che hanno dedicato il loro tempo, ma tutti sono stati molto presenti e a disposizione, formando un grandissimo lavoro di squadra” conferma la Risk Manager dott.ssa Orzella.  

“Abbiamo aderito con entusiasmo e favorevolmente all’iniziativa perché abbiamo innanzitutto creduto nel suo valore formativo e di intercettazione di un bisogno reale del settore di crescita della cultura del rischio di cui la gestione del sinistro è solo un elemento – ha spiegato il Key Account Manager Relyens dott. Matteo Cavallo – ma anche perché questa modalità innovativa si sposa perfettamente con la visione mutualistica del gruppo Relyens, in cui il contratto assicurativo è solo uno degli aspetti della partnership che auspichiamo sempre di stabilire con i nostri assicurati”. Mettere in connessione, infatti, tutti gli attori coinvolti nella gestione di un sinistro favorisce quel criterio di prossimità e di alleanza che favorisce un’azione condivisa.

“La presenza di broker e assicuratore in sinergia – aggiunge Orzella – è stata fondamentale non solo dal punto di vista della docenza, ma anche perché rispetto ad altre figure come, ad esempio, gli avvocati sono forse le persone meno conosciute e di cui spesso si ha un’idea vaga; sapere come funzioni il contratto di assicurazione e cosa rappresenti è stato importante anche per gli operatori sanitari” 


“Lavorare in maniera unitaria rappresenta un vantaggio e consente di capire punti di criticità e di forza. Il dialogo continuo rende possibile arrivare a posizioni condivise e che rafforzino l’ente” ha concluso il Vicedirettore Sanitario dott. Castiglione.  

Proprio l’approccio improntato su sinergia e collaborazione è ciò che, con le parole del dottor Cavallo “Contraddistingue Relyens sul mercato di riferimento”. “La struttura dell’Ospedale del Valduce– ha concluso Cavallo – ne è una delle prove: La collaborazione è scaturita dal contratto assicurativo e si è basata sull’interazione quotidiana, con l’incontro e la collaborazione di tutti i professionisti, sia dell’Ospedale che del broker, coinvolti nella gestione; questa sinergia si è evoluta in un progetto, come quello della formazione, che ci ha coinvolto: siamo orgogliosi di aver potuto contribuire al successo dell’iniziativa”.

 

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Legge Gelli Bianco e un sistema sostenibile di responsabilità sanitaria

Un parterre di relatori d’eccezione, provenienti da esperienze e settori di competenza diversi, si è ritrovato in Senato in occasione di un convegno dedicato a raccogliere spunti, riflessioni e proposte di implementazione sulla legge 24/2017, nota come Legge Gelli Bianco che ha introdotto per le strutture sanitarie l’obbligo di assicurazione e quello di dotarsi di servizi di risk management.
“La legge nasce con la più nobile delle intenzioni, ovvero quella di tutelare il danneggiato – ha commentato Diego Ammirabile, Head of Claims Relyens – A sei anni dalla sua introduzione, tuttavia, nella sua applicazione emergono delle lacune e delle problematiche che rischiano di mettere in secondo piano tale intento”.

Cosa è emerso dal convegno

Il convegno, promosso su iniziativa del Senatore Antonio Guidi e in collaborazione con la Società Medico-Giuridica Melchiorre Gioia,  tenutosi presso la Sala Zuccari mercoledì 28 giugno, ha visto la partecipazione di diversi attori coinvolti.

Molti i contributi e le testimonianze in interventi complementari, che hanno restituito una solida e tecnica ricostruzione del quadro normativo che volge a tutelare integralmente sia le strutture sia gli operatori sanitari, tenendo sempre il focus sul risarcimento del danneggiato.

“Il convegno è stato un vero e proprio incubatore di idee, una analisi di diritto costituzionale, tecnica e non politica – ha commentato ancora Ammirabile – Gli interventi, concentrandosi su dati e limiti della legge, hanno sollevato all’unanimità come sia urgente colmare una contraddizione su tutte: se da una parte è necessario avvicinare il rapporto tra vittima, istituzioni e ospedali, è altrettanto urgente ridurre la disparità di trattamento tra strutture auto assicurate e non, che nella realizzazione stride in maniera molto forte con lo spirito e il senso della legge”.

Punti di attenzione della legge Gelli Bianco sulla responsabilità sanitaria

Il sistema misto, infatti, legittima i diversi binari della responsabilità in ambito sanitario: da un lato quella contrattuale, a carico delle strutture sia pubbliche che private, e dei medici, dall’altro l’extracontrattuale, rivolta a chi svolge la professione sanitaria in una struttura o in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale. 

In particolare, a marcare uno squilibrio tra strutture assicurate ed auto assicurate è il Fondo di Garanzia per i danni derivanti dalla responsabilità sanitaria, istituito dalla medesima legge al fine di garantire i risarcimenti laddove venga a mancare la copertura assicurativa, o questa sia inferiore al risarcimento dovuto. Come ha commentato Ammirabile, “sebbene sia estremamente importante la sua presenza poiché tutela la vittima del sinistro, porta inevitabilmente a una disparità di contribuzione”.

“Sarebbe necessario, infatti, – ha aggiunto Delia Roselli, Legal and Compliance Manager di Relyens – che anche le strutture auto assicurate intervenissero al foraggiamento del fondo seppur in maniera proporzionale. Non solo: il rischio ulteriore è che, vista la contribuzione e gli alti livelli di tassazione, i maggiori player di qualità si allontanino dal mercato, e con loro le competenze d’eccellenza”.

Il contributo e la visione di Relyens

Convegni così importanti, che vedono Relyens centrale non solo come attore, ma anche come soggetto di parola sul tema, sottolineano l’importanza di costruire e diffondere una cultura del rischio che diventi veicolo anche di prevenzione. Un percorso in cui l’assicuratore assume un ruolo centrale.

“La figura dell’assicuratore è ancora oggi inquinata da scetticismo e sospetto, oltre che spesso limitata alle garanzie di natura finanziaria – commenta ancora Ammirabile – nella visione di Relyens, si tratta invece di un ruolo centrale che promuove best practice e contribuisce alla gestione ottimale del Risk management, ponendosi a garanzia e tutela di tutti gli attori in campo, al fine non solo di ottenere una risoluzione dei sinistri equa e giusta, ma anche per ridurre complessivamente il rischio del mercato”.

“Promuoviamo sicuramente l’innovazione in termini di linee guida e regolamentazioni quantitative e qualitative sul tema dell’autoassicurazione e della contribuzione al Fondo di Garanzia – ha aggiunto Delia Roselli, Legal and Compliance Manager presso Relyens – Si tratta ancora di un sistema che ha ripreso il modello delle RCA, ma che necessita di integrazioni e migliorie che lo rendano pienamente coerente e adeguato al settore sanitario, in modo da implementare al meglio il sistema della responsabilità civile medica. È una richiesta evidente e che deve essere colmata al prima possibile”.

Partecipare ad incontri di tale livello e spessore conferma l’importaza della creazione di un dialogo tra istituzioni e attori del settore: solo attraverso il confronto con i professionisti del settore è possibile, infatti, intercettare le soluzioni milgiori per potenziare una sanità sempre più sicura e quindi di qualità. Creare sinergie positive e soprattutto costruttive è infatti ciò che guida Relyens da sempre nella creazione di progetti e servizi che contribuiscano a creare una solida cultura del rischio all’interno del nostro Paese.