IL FUTURO DEL RISK MANAGEMENT SANITARIO: IL MODELLO INNOVATIVO DI RELYENS

Tutte le dimensioni del rischio, e non solo quello clinico, vanno tenute in considerazione per la sicurezza del paziente: un’idea che sta prendendo piede in Italia e in Europa come Enterprise Risk Management.   

A cura di Roberto Ravinale  

Il processo sanitario si caratterizza per la presenza di numerosi rischi di differente natura: al tradizionale rischio clinico, si affiancano rischi legati alle strutture architettoniche, alle procedure logistiche, alla sicurezza delle informazioni e alla comunicazione sanitaria.  

 A ciò si aggiunge il processo di progressiva digitalizzazione che, sebbene possa migliorare la condivisione di dati, non può essere ignorata come potenziale fonte di nuovi rischi per la sicurezza dei pazienti.  

 Il contesto appena descritto impone l’adozione di un nuovo modello di risk management che sappia governare efficientemente ogni componente del processo sanitario, migliorando la sicurezza dei pazienti e, di pari passo, dei professionisti coinvolti. Questo approccio globale, proattivo e data-oriented alla prevenzione del rischio e alla gestione degli eventi avversi rappresenta la strategia peculiare di Relyens. Il nostro gruppo affianca le strutture sanitarie di 5 Paesi europei combinando le competenze di risk manager multi-specialistico a quelle di assicuratore mutualistico.

In questo scenario, il settore sanitario ha sempre più bisogno di una visione globale del rischio e di processi di analisi in grado di informare e orientare le decisioni strategiche. Questo approccio, noto come Enterprise Risk Management, si sta facendo strada nella complessità della pianificazione sanitaria e vede alcune sperimentazioni già in corso.   

 Il nostro impegno nel settore sanitario sta portando alla crescita del nostro Gruppo in due modi distinti. In primo luogo, stiamo costantemente ampliando le nostre competenze e le soluzioni che offriamo al sistema sanitario italiano. In secondo luogo, ci stiamo sempre più radicando nellecosistema sanitario del nostro Paese, collaborando con partner, associazioni di categoria, università ed enti formativi d’eccellenza per diffondere la cultura della sicurezza e della prevenzione del rischio, condividendo best practice e creando occasioni di confronto sui temi più attuali del settore.  

Questa evoluzione è rappresentata anche dal recente passaggio di brand: Da Sham a Relyens, affianchiamo non solo le strutture sanitarie ma anche tanti altri attori e della ricerca per promuovere cultura e prassi della sicurezza nell’ecosistema sanitario.  

Tra le iniziative più importanti del 2023 grande rilievo avrà lo studio di settore “Risk management sanitario in Italia: indagine su strumenti e risorse destinate alla sicurezza delle cure”, sviluppato in collaborazione con Federsanità, nostro partner storico.  

Lo studio, primo nel suo genere in Italia, permetterà di ottenere una panoramica completa della gestione del rischio sanitario in Europa, a partire dall’approvazione della Legge Gelli-Bianco 24/2017. I risultati dello studio saranno presentati nei prossimi mesi e forniranno una base solida per sviluppare ulteriori riflessioni e proposte organizzative per il settore sanitario, al fine di garantire cure di alta qualità e sicurezza.  

Durante il secondo semestre dell’anno, Relyens presenterà un nuovo white paper dedicato al rischio cyber nel settore sanitario in Europa. Questo aggiornamento, a due anni di distanza dalla prima edizione, offre una valutazione aggiornata del livello di preparazione delle strutture sanitarie nell’affrontare e gestire il rischio cyber, sempre più presente e attuale nel settore.   

Grazie alla dimensione europea del Gruppo, il progetto fornirà una comparazione tra Italia, Spagna, Germania e Francia, fornendo dati e informazioni preziose per migliorare la sicurezza cyber nel settore sanitario.  

Continua, infine, la collaborazione di Relyens al fianco della Fondazione Politecnico di Milano nel quadro della “Joint Research Platform Healthcare Infrastructures”, la community che riunisce aziende e istituzioni di riferimento nel settore sanitario per progettare gli ospedali del futuro.  

 Relyens crede fermamente che la realizzazione di un settore sanitario più sicuro, moderno e di qualità, al fianco dei professionisti della sanità, richieda una vera e propria evoluzione culturale e un cambio di visione, e siamo orgogliosi di contribuire attivamente a questo processo di trasformazione.

CONFRONTO E NON CONFLITTO: COME STA CAMBIANDO IL MANAGEMENT NEL XXI SECOLO

Empatia, propensione all’ascolto ma anche competenze organizzative, mentorship e orientamento al risultato: queste le caratteristiche dei leader di domani. Giuseppe Carchedi racconta l’esperienza al Global Executive Master in Business Administration realizzato dalla SDA Bocconi e dalla Rotman School of Management dell’Università di Toronto.

Manager del XXI secolo, quali sono le competenze più richieste sul mercato?

La risposta di uno degli Executive Master in Business Administration più rilevanti a livello internazionale è duplice: non dimenticare mai la dimensione umana; non dimenticare mai la missione dell’azienda.

Due pilastri, una sola sintesi: “Da una parte, sapersi distaccare dalla propria prospettiva, calandosi nei panni dell’altro, dall’altra l’abilità di comprendere quando smettere di focalizzarsi sui soli dettagli per abbracciare una visione d’insieme e mantenere la rotta prefissata dalla compagnia” – afferma Giuseppe Carchedi, Head of Insurance Operations and Analytics del gruppo Relyens.

La capacità di superare la frizione tra idee diverse facendo sì che il confronto sia l’origine di una soluzione comune e non del conflitto: questo – a fianco di una preparazione tecnica e accademica di eccellenza – è il portato più profondo e duraturo del GEMBA.

Un corso esteso nell’arco di 18 mesi con 10 sessioni di circa una settimana ciascuna, ognuna in una località diversa tra Canada, India, Singapore, Brasile, Stati Uniti, Italia e Danimarca.

Giuseppe Carchedi, Head of Insurance Operations and Analytics del gruppo Relyens.

“Oltre alle lezioni frontali – spiega Carchedi – i partecipanti hanno dovuto affrontare più di 20 lavori di gruppo: progetti da redigere o business case da analizzare, cercando soluzioni comuni hanno innescato dinamiche nelle quali la linea tra il difendere le proprie posizioni e imporle agli altri diventa davvero molto sottile. Qui ho preso consapevolezza del ruolo del manager come mediatore, come agente di un confronto che non è scontro, capace di capire le posizioni altrui e tradurle in un linguaggio comprensibile a tutti, facendo sì che posizioni differenti convergano in un’unione di intenti, coerente e pragmatica”.

Di particolare interesse il modulo di “Change management” che ha portato ad esempio l’arrivo di Marchionne in Fiat. “Marchionne doveva cambiare tutto: progettazione, design, produzione, marketing di una multinazionale. Decise di partire dai servizi igienici e dagli spogliatoi per i lavoratori in fabbrica. Un’azione, più di qualsiasi discorso o annuncio, in grado di trasmettere ai propri dipendenti la concretezza del cambiamento, rendendoli partecipi fin dall’inizio. Quella che si chiama una Quick Win: un riscontro immediato che parta dagli individui”.

“Da troppi anni si è discusso delle aziende come se fossero delle macchine e rispondessero, perciò, a degli accorgimenti tecnici. Ma le aziende sono, a qualsiasi livello, delle comunità di persone e per funzionare bene devono basarsi su relazioni nutrienti e gratificanti”.

La sensibilità della nuova generazione di talenti e il rispetto per il singolo individuo che la caratterizza sta già veicolando questa nuova visione, ma la cultura aziendale è essenziale sia come oggetto sia come attore del cambiamento.

“Nel confronto con i miei colleghi, dalle diverse nazionalità, età e grado di esperienza, mi sono reso conto della fortuna di lavorare in un contesto come Relyens, soprattutto, per il supporto l’entusiasmo e l’incoraggiamento che mi hanno accompagnato per questi 18 mesi. L’investimento su di me come persona – prima ancora che come professionista – il rispetto del mio tempo e della mia serenità mentre acquisivo nuove competenze è stato assoluto”.

“Ogni volta che si parla di produttività e innovazione, si tende a pensare che siano obiettivi raggiungibili solo grazie a nuovi processi di lavoro e all’introduzione di soluzioni tecnologiche. Questi, però, sono solo strumenti. È partendo da basi di civiltà e dal rispetto per la persona che le aziende possono trovare l’energia per metterli a frutto al meglio raggiungendo un respiro e una strategia davvero internazionale e all’avanguardia”.