FINANZIAMENTO, PAZIENTI E DATI: GLI SNODI PER LA SANITÀ DEL PNRR 

Il Club Santé Italie, in un incontro di alto profilo istituzionale, presenta alcune proposte per realizzare il potenziale della collaborazione tra aziende private e governance sanitaria. 

Si è tenuto a Palazzo Farnese, sede dell’Ambasciata di Francia a Roma, il secondo appuntamento annuale “Il Club Santé Italie incontra le istituzioni italiane” alla presenza di Valentino Valentini, Viceministro Imprese e Made in Italy, Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per l’Innovazione; Marcello Gemmato, Sottosegretario alla Salute. 

Davanti ai rappresentanti del Governo, Marcello Cattani, Presidente del Club Santé Italie e Presidente e Amministratore delegato di Sanofi Italia e Malta, ha rinnovato l’impegno del Club – che riunisce 30 aziende francesi operanti in Italia nel campo della sanità – di offrirsi come interlocutore istituzionale nel dialogo tra la sanità pubblica e le aziende private per introdurre processi di innovazione nell’orizzonte delle cure.  

Finanziamento, Pazienti e Dati sintetizzano i tre orizzonti nei quali si concentrano problemi e opportunità individuate in questo frangente – ha proseguito Gonzague Dehen, Vice-presidente del Club Santé e Amministratore Delegato Home Healthcare Italia del Gruppo Air Liquide.  “Il tema prioritario è il livello del finanziamento del servizio sanitario nazionale anche alla luce delle sfide poste dal mondo di oggi – l’occasione irrepetibile del PNRR, l’invecchiamento della popolazione, ma anche inflazione, concorrenza globale, immigrazione – sempre più complesse e interrelate. Il finanziamento è cresciuto grazie alla Legge di Bilancio fino al 6,6% del PIL e auspichiamo possa raggiungere presto un livello dell’8%, paragonabile agli standard europei. Intanto riteniamo si possa da subito supportare anche le forme integrative – assicurative e private – di welfare, favorendone la diffusione in modo complementare al Servizio Sanitario Nazionale, favorendo sia un cambio culturale e di percezione in questo ambito (oggi, in Italia solo, il 13% della popolazione usufruisce di strumenti di welfare aziendale che includono assicurazioni sanitarie) sia alleggerendo la pressione sul sistema pubblico. La seconda azione è la valorizzazione del privato nell’erogazione di servizi e prestazioni, in un contesto di regole chiare e stabili. Non aiutano, da questo punto di vista le modalità di gestione del cosiddetto payback (farmaceutico e quello legato ai dispositivi medici, oggi così all’ordine del giorno) che speriamo sia presto superato, lavorando insieme ad una governance che ne consenta un totale superamento”.

La digitalizzazione sanitaria e il trattamento dei dati sanitari è stato un altro tema di confronto, soprattutto alla luce della carenza di personale medico e sanitario. Sono in uscita 45mila medici nei prossimi 5 anni e in 10 anni andranno in pensione 33mila MMG, mentre ne entreranno in servizio solo 10mila. Il 18° Rapporto CREA Sanità, si afferma che ‘per far fronte alla carenza di personale andrebbero assunti almeno 150.000 medici 300.000 infermieri nei prossimi 10 anni.  

Acquista, in quest’ottica, particolare rilevanza l’esperienza francese: a 3 anni dall’adozione di soluzioni digital, il volume di prestazioni dei medici di famiglia aumenta del 12,6%, l’equivalente di 3.000 professionisti a tempo pieno.   

Anche Relyens, risk manager multi-specialistico per la sanità europea e partner di Club Santé, ha presenziato all’interessante confronto con la partecipazione di Luca Achilli e Anna Guerrieri, rispettivamente Director of Healthcare Development e Risk director del Gruppo in Italia. 

 “Nel contesto internazionale la Commissione Europea, nel maggio 2022, ha presentato il Regolamento per istituire lo Spazio Europeo dei Dati Sanitari (EHDS) – ha detto Luca Achilli  -  con l’obiettivo di utilizzare i dati per migliorare l’erogazione dell’assistenza sanitaria, la ricerca, l’innovazione e l’elaborazione delle politiche sfruttando appieno le potenzialità offerte da uno scambio, utilizzo e riutilizzo sicuro delle informazioni”. 

“Parallelamente, sul lungo periodo – ha aggiunto Luca De Simoni, Direttore Pubblic Affair Vitalaire Italia, Gruppo Air Liquide – è necessario stimolare la formazione e conseguentemente nuove assunzioni per sopperire alla carenza di personale. Nel medio e breve termine. Definendo standard nazionali è possibile prevedere una riorganizzazione operativa del personale sanitario in cui vengono delegate funzioni al personale intermedio, grazie alla nuova figura dell’OSSS – Operatore Socio-Sanitario Specializzato – dando all’infermiere una responsabilità maggiore nel coordinamento di queste figure ed anche una migliore retribuzione. Infine, seguendo l’esempio di altri Paesi europei, è necessario stimolare la creazione di una piattaforma nazionale, in cui i dati provenienti dalle Regioni siano equiparabili, con l’obiettivo di favorire il tele-monitoraggio e le cure domiciliari. La gestione digitale del paziente permette una migliore presa in carico del paziente stesso, ma mette anche a disposizione delle figure tecniche grandi quantità di dati che, se elaborati, possono dare informazioni importanti sullo stato di salute della popolazione, così come stimolare l’innovazione sanitaria basata su realworld data”.   

“Nell’ambito sanitario – ha concluso Marcello Cattani – i Partenariati Pubblico Privato (PPPs) mostrano risultati promettenti nel rafforzamento dei Sistemi sanitari, migliorando la sostenibilità del sistema, rivelandosi uno strumento utile non solo per produrre innovazione, ma anche per tutelare e rispondere ai bisogni di operatori e pazienti, con l’obiettivo di garantire l’efficienza e l’efficacia dei servizi pubblici erogati. Pertanto, considerata anche la peculiarità del momento storico, si rende necessaria una chiara presa di coscienza da parte dei policy makers nazionali e regionali affinché adottino misure urgenti volte a riconoscere la strategicità del procurement sanitario anche come volano nell’economia, in considerazione del peso rilevante degli acquisti sul PIL del Paese (la spesa per beni e servizi appaltati rappresenta circa il 35% del budget totale del SSN). Il Club Santé, che riunisce oltre 30 aziende francesi che operano in Italia in ambito Salute, già di fatto rappresenta un interlocutore non solo autorevole, ma anche univoco con il quale il Governo italiano ha la possibilità di confrontarsi in maniera fattiva per lo sviluppo di forme di PPPs intesi come strumenti strategici per allineare le opportunità del settore pubblico e privato e creare valore promuovendo innovazione, ricerca e sostenibilità in ambito sanitario”.  

Cos’è il Club Santé Italie  

Il Club Santé riunisce 30 aziende francesi operanti in Italia dove impiegano 12.592 persone, fatturano inoltre € 3.774.123.105 e investono € 6.324.628.667. Lo scopo del Club è favorire il confronto e la collaborazione tra istituzioni e imprese in Francia, Italia e nell’Unione Europea, al fine di promuovere l’adozione di nuovi modelli innovativi nei sistemi sanitari. 4 i temi principali:   

  • Accrescere la competitività del sistema salute in tutta la sua filiera promuovendo la  

salute come un investimento e non come un costo  

  • Casa come primo luogo di cura: in continuità con la Missione 6 del PNRR che incentiva  

le cure territoriali e domiciliari.  

  • La digitalizzazione dei servizi e dei processi, dal fascicolo sanitario elettronico alla  

telemedicina alla prenotazione digitale, sarà uno dei driver principali per la trasformazione  

della sanità  

  • Partnership Pubblico Privato e Competitività attraverso la crescita degli investimenti  

della filiera della salute in Italia e sempre in linea con gli sforzi europei.  

Il Club Santé nasce con collaborazione dell’Ambasciata di Francia in Italia e Business France e si inserisce nell’attuazione degli obiettivi del Trattato di Cooperazione rafforzata tra Francia e Italia del novembre 2021.