LA PARTECIPAZIONE IN OGNI REPARTO ALLA GESTIONE DEL RISCHIO: IL SUSTAINABLE ENTERPRISE RISK MANAGEMENT (SERM) 

Oltre 30 progetti presentati allinterno della Fondazione Poliambulanza per migliorare la sicurezza delle cure. Il progetto SERM ha messo in pratica una nuova visione: lagestione del rischio integrato in ogni livello dellattività aziendale che permette di migliorare contemporaneamente le procedure dallalto e dal basso. Sempre di più i referenti sono in grado di analizzare le criticità” affermaCarmela De Rango,Risk Manager e Responsabile Servizio Risk Management presso la Fondazione Poliambulanza 

Le linee Operative di Risk Management in Sanità 2022 di Regione Lombardia hanno sottolineato la necessità di passare a un nuovo paradigma nell’ambito del monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio sanitario e dello sviluppo di strategie di sicurezza delle cure, che deve tenere conto di logiche di evoluzione del modello di Risk Management con graduale avvicinamento al modello di Enterprise Risk Management (ERM), ovvero di un sistema sinergico di cultura, competenze, ruoli organizzativi, politiche, processi, modelli di analisi e di strumenti di gestione, che permetta alle organizzazioni di creare e proteggere valore in maniera sostenibile nel lungo periodo, conseguendo i propri obiettivi strategici e operativi.   

Spiega Carmela De Rango, Risk Manager e Responsabile Servizio Risk Management presso la Fondazione Poliambulanza: “Il progetto “Sustainable Enterprise Risk Management” ha come obiettivo il coinvolgimento su base volontaria di tutte le aree, Unità strategiche, Unità Operative, Servizi di Fondazione Poliambulanza nella realizzazione di progetti specifici di area, con la finalità di creare meccanismi virtuosi di efficientamento e miglioramento, meccanismi che interconnettano diverse aree della struttura creando, a loro volta, nuove azioni virtuose, con risultati sulla struttura stessa e che porteranno sicuramente a benefici sostanziali ed esponenziali”.

Nel 2022 l’iniziativa, dopo aver vinto il V concorso di Risk Management di Relyens nel 2021, ha raggiunto la sua quarta edizione ed è stata riproposta con le stesse modalità degli anni precedenti chiedendo ai referenti del rischio presenti in struttura, di presentare, laddove possibile, progetti di miglioramento trasversali a più aree della Poliambulanza.  

Sono stati presentati 33 progetti, di questi 24 sono stati conclusi e presentati. La valutazione è avvenuta in due momenti distinti: una prima valutazione è stata effettuata da una commissione tecnica interna che, nella settimana precedente l’evento, ha assegnato ad ogni lavoro un punteggio tenendo conto dei criteri oggettivi di valutazione definiti nel maxiprogetto Sustainable Enterprise Risk Management, una seconda valutazione è stata affidata ai referenti dei singoli progetti presenti in aula che hanno votato attraverso un telecomando elettronico.   

Dalla somma delle due valutazioni è stato possibile identificare i 3 progetti vincitori, rispettivamente: “LESS IS MORE” presentato dal Servizio di anatomia patologica, “LO STAPHYLOCOCCUS AUREUS: LA GESTIONE DI UN INQUILINO INDESIDERATO”, presentato da U.O. di Cardiochirurgia e “IL VALORE DEL COLORE” presentato dal Pronto Soccorso ostetrico/ginecologico.  

“Abbiamo osservato – riprende De Rango - che sempre di più i referenti, seguendo lo schema del progetto, sono in grado di analizzare le criticità e presentare dei piani di miglioramento interni, ponendosi degli obiettivi e degli indicatori misurabili e presentando alla fine il miglioramento ottenuto che mira ad una riduzione del rischio per il paziente, una migliore organizzazione del lavoro, una maggiore sicurezza per gli operatori ma anche per tutta l’organizzazione. Questi lavori, effettuati dai nostri colleghi, creano valore per l’azienda che, insieme a un’ottimizzazione delle risorse spesso comporta anche una riduzione dei costi dovuta ad un efficientamento dei processi”.  

La novità di quest’anno è stata la costituzione di una commissione trasversale, composta sia da figure sanitarie che amministrative, e, in particolare, è stato molto importante l’ampliamento di interesse da parte dell’alta dirigenza di Fondazione Poliambulanza.  

“Quello che emerge dal lavoro di questi anni è che abbiamo imparato ad ascoltare le necessità dei singoli, di chi si fa carico di un determinato progetto. Così facendo è possibile prendere in considerazione aspetti collaterali del processo e ampliare la sfera di intervento con conseguente miglioramento della performance”.   

“Il miglioramento che ci siamo prefissati per la prossima edizione, che partirà a breve, è quello di coinvolgere sempre più aree, con la possibilità di creare una rete: progetti che vengano portati avanti e condivisi da più aree e che creino valore trasversale, per il paziente, per gli operatori e per la struttura. Stiamo pensando anche di inserire nuovi criteri di valutazione, facendo strutturare dei progetti che mettano in evidenza già nel razionale della scheda progetto il valore finale che il progetto potrebbe generare per il paziente, per gli operatori, per l’azienda”.   

Quanto di questa best practice può essere replicata in altre realtà sanitarie e quali sono le conditio sine qua non perché ciò avvenga con successo?  

“Certamente, questa iniziativa può essere esportata in qualsiasi azienda sanitaria e non. Ogni azienda, infatti, dal top management all’operation, prevede processi e attività che per definizione non possono e non devono essere statici, la dinamicità dell’innovazione porta spesso a dover rivisitare questi processi, a migliorarli, e chi meglio delle figure che stanno sul campo possono identificare criticità o falle a cui metter mano con progetti di miglioramento. Ovviamente per far questo, la condizione necessaria è che all’interno della azienda in cui si vuole replicare l’esperienza, sia condivisa la cultura della sicurezza e della qualità dei percorsi, spesso infatti si rende necessario dover ammettere di avere un problema, di aver commesso degli errori per capire che è necessario mettere in campo azioni di miglioramento. Bisogna essere pronti a togliersi la benda dagli occhi, e dirigersi tutti, a prescindere dal ruolo, in un’unica direzione, che in un’azienda sanitaria non può che essere quella condivisa della sicurezza nelle cure”.