RESILIENZA ORGANIZZATIVA IN SANITÀ: ANTICIPAZIONE, GESTIONE DEL PRESENTE E ADATTAMENTO DEL FUTURO
Un confronto tra Anna Guerrieri, Risk Manager di Sham – gruppo Relyens e docente ALTEMS, e Alessio Di Pofi, neolaureato alla LUISS Guido Carli nel Master Degree Program in Global Management and Politics con la tesi “The role of organizational resilience in managing risks and uncertainties: an analysis of the Italian public health sector’s response to the Covid-19 threat”.
Anna Guerrieri: Il tema della resilienza sia professionale che organizzativa è punto focale e di sviluppo per facilitare l’implementazione di skill e competenze specifiche al fine di rispondere ai cambiamenti che un mondo globalizzato e sempre più complesso impone, soprattutto in ambito sanitario. Sham – gruppo Relyens lascia lo spazio a giovani ricercatori e manager di domani, per ascoltare il loro punto di vista. Attraverso la scuola ALTEMS ho incontrato diverse persone, tra cui Alessio Di Pofi, un ragazzo che è venuto a chiedermi cosa pensassi sul tema della resilienza. Questo è un argomento che ritengo molto importante, perché la resilienza sperimentata durante la pandemia deve diventare memoria. Il contenuto della resilienza è la lezione appresa nel passato.
Alessio Di Pofi: Mi ritrovo in questa definizione, e la difficoltà principale per la mia tesi sperimentale è stata proprio definire i concetti di resilienza e resilienza organizzativa.
Dunque cosa si intende per resilienza? Viene definita meta-capability come capacità di non dimenticare, ma adattarsi, migliorarsi e trovarsi preparati per le sfide future. Non dobbiamo cadere nella fallacia che superato il Covid non ci saranno altri imprevisti, motivo per cui una delle capability all’interno del framework organizzativo della mia tesi è capire quanto il singolo sia capace di assorbire l’evento inaspettato, trasformarlo in resilienza e apprendere dalla crisi.
Anna Guerrieri: Come sei arrivato a scrivere questa tesi?
Alessio Di Pofi: Durante il percorso del mio tirocinio svolto per la laurea magistrale all’interno dell’ASL Frosinone, ho somministrato un questionario, in maniera anonima, prevedendo solo una distinzione di ruoli tra medici, sanitari, tecnici e dirigenti. Il questionario era composto da 14 domande, 4 anagrafiche e 10 legate ai 10 indicatori del framework di riferimento. Ho ricevuto un totale di 473 entry e, dopo aver scremato gli outliers vari, ho basato la mia ricerca sulle rimanenti 470.
Anna Guerrieri: Nella ASL hanno compreso che il tuo progetto era un’attività migliorativa, e quando c’è una convinzione vera e una proposta sana alla quale aderire, questi progetti diventano strumenti e possibilità concrete per variare i nostri modelli organizzativi a favore dei pazienti. Il miglioramento è per tutti, anche per un’utenza parallela al paziente, perché tutti siamo coinvolti. La sua tesi mi ha colpito fin dall’inizio perché è stata costruita applicando un metodo, con criteri e strumenti valutativi: senza contenere dati non avremo ritorni comparabili.
Alessio Di Pofi: La resilienza operativa è una meta-capability basata principalmente su tre fasi: passato, presente e futuro. Quindi anticipazione, gestione del presente e adattamento per il futuro. Sono necessarie soluzioni pronte ed efficaci per fronteggiare una crisi e non trovarsi impreparati.
Anna Guerrieri: Quindi una volta dissipate le ambiguità sulla definizione di resilienza e posto l’approccio della meta-capability come asse portante della tesi, ti sei chiesto se la resilienza può essere utilizzata come strumento per gestire i rischi e le incertezze nel settore pubblico?
Alessio Di Pofi: Lo scopo di un’organizzazione è il core business, però deve esserci anche il thriving, ovvero la possibilità di prosperare, di essere efficiente e di essere sostenibile nel miglior modo possibile. L’adattamento, la riflessione e l’apprendimento della crisi appena superata potrebbero portare un miglioramento alla knowledge base aziendale di gestione del rischio. È un discorso iterativo. Parlando del settore pubblico, e immaginando la complessità del Servizio Sanitario Nazionale, quindi va posto doppiamente l’accento sull’apprendimento. Se all’interno del SSN si promuovessero momenti di scambio di esperienze, best practice e comportamenti virtuosi, si instaurerebbe un concreto processo di efficientamento della knowledge base a frutto dell’intera nazione, andando a efficientare i comportamenti e le abitudini dei professionisti del settore sanitario. All’interno della tesi ho creato un framework, ma la resilienza organizzativa va organizzata in maniera concreta.
Anna Guerrieri: Pensi che questa metodologia ti abbia aiutato a realizzarlo?
Alessio Di Pofi: Sì, oltre aver ricevuto molti consensi favorevoli, sono stato ricontattato dalla Direzione Generale. Questo sistema infatti permetteva di dare una voce ai diversi attori della Azienda Sanitaria Locale.
Anna Guerrieri: Come si può costruire, dunque, un metodo di consenso?
Alessio Di Pofi: La fase di costruzione del consenso avviene dopo la condivisione dei risultati della ricerca dei dati sottesi, così come è importante la condivisione dei sondaggi interni e la discussione critica degli esiti. Questi strumenti, se inseriti correttamente nei processi aziendali, possono anche aiutare a superare le divisioni delle organizzazioni sanitarie, allontanando dalle mentalità di clan e identificando tutti i professionisti dei vari settori come un’unica macchina volta a un unico scopo. Tutto dipende dalla strategia di presentazione del dato e dalla metodologia della discussione. In un attimo qualcosa che può fare da collante, può rivelarsi anche un motivo di separazione, di discriminazione.
Anna Guerrieri: La tesi è bella perché ha una metodica, hai organizzato uno studio e hai proposto un modo di leggerlo.
Alessio Di Pofi: Sì, e se cambiamo gli indicatori cambiano i punti cardine della ricerca, quindi, è fondamentale stabilire una struttura rigorosa.
Anna Guerrieri: Quali sono le prospettive future?
Alessio Di Pofi: La prospettiva più logica di ampliamento della ricerca prevede l’estensione del questionario, mutatis mutandis, agli organici di diverse aziende sanitarie pubbliche simili, allo scopo di effettuare benchmarking e rendere la ricerca maggiormente completa e significativa.