COME SARÀ FATTO L’OSPEDALE DEL FUTURO?
Il Joint Research Platform Healthcare Infrastructures (JRP) è una piattaforma tecnologica sviluppata Politecnico di Milano-Dipartimento ABC (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito) con la Fondazione Politecnico di Milano.
La piattaforma nasce per sperimentare soluzioni competitive nella transizione della sanità da un modello esclusivamente ospedale-centrico a un modello user-centered sostenibile, inserito in una rete territoriale fisica e digitale. Il Professor Stefano Capolongo, Direttore del Dipartimento di ABC del Politecnico di Milano, ci racconta il progetto “Next Generation Hospital” e come immagina l’ospedale del futuro.
Su cosa si orienterà l’ospedale del futuro: le parole del professor Capolongo
“All’interno del JRP-HI abbiamo lavorato molto sulla definizione di quali possano essere i driver per l’ospedale del futuro, delineando, attraverso tavoli di lavoro che coinvolgono tutti i partner di progetto, alcune strategie da cui non è possibile prescindere per la definizione del Next Generation Hospital” spiega Capolongo. “Tra queste assumono particolare rilievo la flessibilità, la resilienza, la progettazione accurata dei layout funzionali dell’intero organismo ospedaliero nonché la gestione dei rischi connessi all’attività sanitaria e il ruolo innovativo della tecnologia e del digitale”.
L’ospedale del futuro dovrà lavorare sia in locale che in cloud, integrando alle metodologie di cura tradizionali, il tema della cura al domicilio, la telemedicina e l’ausilio di smart devices per il dialogo con il medico grazie, ad esempio, all’uso di applicazioni e sensori per il monitoraggio dei parametri di salute.
“Nell’approccio della progettazione incentrata sull’utente (User-Centered Design), particolare attenzione dovrà essere prestata alle specifiche necessità fisiche, psicologiche e sociali, che possono risultare amplificate in situazioni di emergenza. Queste ed altre tematiche, fino alla definizione di linee guida di come sarà l’Ospedale Next Generation (o Hospital 4.0) , verranno trattate all’interno del Joint Research Platform Healthcare Infrastructures (JRP-HI). Il ruolo della piattaforma tecnologica è quello di rivolgersi a imprese e istituzioni del settore Healthcare per sviluppare e sperimentare strategie evolutive di innovazione progettuale, tecnologica, organizzativa, costruttiva e gestionale che le portino ad essere competitive rispetto alla transizione della sanità per passare concretamente da un modello ospedale-centrico a un modello user-center sostenibile.”
L’ospedale del futuro e la sua relazione con il contesto urbano
“L’ospedale, con la molteplicità di utenti (personale sanitario, pazienti e utenti giornalieri, ecc.) che si alternano durante tutta la giornata, le varie attività svolte e i sistemi impiantistici, è un organismo complesso, una “città nella città”. L’ospedale è una delle strutture più complesse per la sua articolazione morfologica, spaziale e funzionale, influenzata dalla presenza di una molteplicità di utenti con differenti esigenze. Esso deve essere urbano e integrato al territorio circostante, offrendo spazi verdi e zone di sosta accessibili al pubblico. Pertanto, in qualità di architettura aperta e permeabile alla comunità con spazi collettivi e di accoglienza, deve integrarsi con il contesto socioculturale in cui si inserisce, coinvolgendo attività non esclusivamente di carattere ospedaliero ma anche con funzioni commerciali, d’intrattenimento e culturali.
Tutti gli spazi che accolgono funzioni connesse alla salute sono caratterizzate da un rapido processo evolutivo, che si aggiunge a quello legato alle nuove tecnologie, ai metodi di cura e prevenzione e ai grandi driver demografici, economici e sociali globali. Nate come ambienti in cui la degenza si collocava al centro dell’intero sistema, oggi le architetture per la salute sono necessariamente connesse spazialmente ai servizi urbani, aree di formazione, e della ricerca. In questa evoluzione, si rileva come queste architetture localizzate in passato ai margini della città per evitare il contagio, hanno in seguito trovato luogo in aree non urbanizzate dando origine a nuove parti di città. Oggi i trend evidenziano il loro inserimento all’interno dei contesti urbani, anche come occasione di rigenerazione urbana, in qualità di servizi sociosanitari per la comunità, che diventano parte attiva della città e della vita pubblica oltre che luoghi di riferimento per la prevenzione e promozione della salute.”
I nuovi ospedali post-covid
“La recente emergenza pandemica ha messo in grave crisi l’intero sistema sanitario a livello globale. Tale situazione ha evidenziato le criticità strutturali e organizzative delle strutture sanitarie, mostrandone la grande carenza di flessibilità e resilienza sia in Italia che all’estero” ricorda Capolongo.
“A partire dalla recente pandemia da Covid-19 e dai trend in atto, all’interno del Design & Health LAB Dipartimento di Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano è stato stilato un decalogo relativo ad alcune specifiche strategie per la programmazione e progettazione delle architetture per la salute. Queste linee guida riguardano i vari aspetti che l’ospedale deve tenere in considerazione e soddisfare per poter rispondere in maniera adeguata alle nuove esigenze come la localizzazione, l’inserimento all’interno di contesti urbani consolidati per diventare spazi al servizio delle esigenze della comunità, la flessibilità, per garantire strutture sempre più resilienti alle mutevoli esigenze sanitarie. Risultano strategici alcuni accorgimenti che possano garantire rapide riconfigurazioni come la presenza di “spazi polmone” e/o aree facilmente riconvertibili, senza dimenticare il ruolo strategico di impianti e manutenzione, che devono poter essere flessibili e facilmente ispezionabili, nonché è necessario che il loro funzionamento possa essere facilmente variato in caso di esigenza”.
La sicurezza nella progettazione e ristrutturazione di un edificio sanitario
“Negli ultimi anni è cresciuta molto l’attenzione alla sicurezza e al benessere degli utenti, indipendentemente dalle loro capacità psicofisiche o sensoriali, garantendo accessibilità e promuovendo la salute di ogni utente dell’ospedale (paziente, visitatore o staff) (User-Centered Design)” spiega Capolongo.
“Inoltre, a partire dagli studi di Evidence-Based Design ovvero la progettazione che si basa sull’applicazione di strategie basate sull’evidenza scientifica, risulta fondamentale la presenza di spazi per garantire il benessere psico-fisico di tutti gli individui coinvolti, nonché l’efficienza lavorativa dello staff.
L’ospedale è un luogo dove si “produce” salute, ma anche un luogo che per la sua complessità può anche danneggiarle venendo meno ai principi “do not harm”. Basti pensare alle infezioni ospedaliere, agli eventi avversi o ai rischi legati alle tecnologie. Oggi l’attenzione spesso si focalizza su aree circoscritte, il blocco operatorio, gli spazi di terapia intensiva, i laboratori, dove il rischio più chiaramente individuato è quello microbiologico, ma l’aria si muove e quindi gli spazi di degenza, le sale di attesa, i corridoi non sono meno rilevanti nel quadro di una valutazione globale di quanto non lo sia una sala operatoria o un pronto soccorso. E tutto il mondo del rischio chimico legato a materiali, sostanze e strumenti è stato finora oggetto di scarsa attenzione, per cui ancor di più serve un approccio olistico”.
Prosegue Capolongo: “l’ospedale del futuro dovrà prevedere naturalmente l’inserimento di sistemi di monitoraggio, perché essi forniranno i dati per un funzionamento corretto dell’impianto per migliorare il più possibile la qualità dell’aria indoor. È un obiettivo che la tecnologia a disposizione consente di raggiungere, ma che richiede un progresso culturale in fase progettuale”.
“In aggiunta” conclude Capolongo, “la qualità ambientale e gli aspetti sociali degli spazi ospedalieri sono aspetti fondamentali, e il loro sviluppo e approfondimento vanno di pari passo con quelli delle discipline scientifiche relative alla salute delle persone. Diverse ricerche riconoscono l’importanza delle soft qualities per il raggiungimento di un’efficiente qualità degli ambienti per tutte le diverse tipologie di utenti ospedalieri in cui forma, illuminazione, viste, materiali di finitura e scelte cromatiche, nonché arredi, ergonomia, ecc. contribuiscono fortemente alla realizzazione di spazi più accoglienti e rassicuranti”.