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“PILLOLE DI SANITÀ DIGITALE”: LA NUOVA RUBRICA DI FIDELIA CASCINI

Sbarca su Youtube e Linkedin la nuova rubrica dedicata al mondo della sanità e della tecnologia a cura di Fidelia Cascini, ricercatrice della sezione di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università Cattolica di Roma ed esperta di settore. In questa intervista il racconto della genesi e degli obiettivi di questo progetto. 

Dottoressa Cascini che cos’è “Pillole di Sanità Digitale” e perché nasce questo progetto?  

La digitalizzazione del comparto sanitario e la valorizzazione del suo immenso patrimonio informativo rappresentano gli strumenti più potenti per la realizzazione di una sanità efficiente, efficace e tempestiva; insomma, di altissimo valore. La strada da percorrere non è priva di ostacoli. Da diversi anni faccio parte, in rappresentanza dell’Italia, della Global Digital Health Partnership: una collaborazione tra 30 paesi, territori e l’Organizzazione mondiale della sanità costituita con lo scopo di supportare l’implementazione della salute digitale, condividere le best practices globali e promuovere dei progetti dai quali beneficiare reciprocamente a livello internazionale. Inoltre, partecipo, quale referente del nostro Ministero della Salute, alle Joint Action europee per la condivisone di strategie e l’integrazione della sanità digitale tra Paesi membri dell’Unione Europea. Rapportando l’esperienza di questi incontri internazionali alla conoscenza scientifica maturata nel settore e all’osservazione del livello di digitalizzazione del nostro sistema sanitario, ho potuto riscontrare una criticità ricorrente: la mancanza di comunicazione. Mi riferisco nello specifico a una sorta di disallineamento informativo tra i decision maker e coloro che devono mettere in pratica le indicazioni date. Un gap che ostacola il processo di cambiamento e impedisce, in termini operativi, l’applicazione delle stesse direttive. Nasce da qui quindi, dal desiderio di colmare questo gap, l’idea di creare una “guida” che fornisca da un lato informazioni utili ad alimentare la conoscenza e la fiducia verso le tecnologie digitali potenziando l’alfabetizzazione, dall’altro indicazioni strategiche per aiutare le aziende del mercato sanitario a essere competitive in questo ambito. 

Siamo molto curiosi. Può dare qualche preview ai nostri lettori rispetto alle tematiche che verranno trattate? 

Gli argomenti saranno molti e diversi, e riguarderanno ambiti, applicazioni e risvolti delle tecnologie digitali in riferimento ad aspetti clinici, organizzativi e strategici.  

Comincerò dalla mancata aderenza alle terapie farmacologiche, analizzando questo problema e le sue conseguenze sul paziente, sull’industria farmaceutica e sul sistema sanitario, per passare poi in rassegna sia i rimedi tradizionali che quelli più innovativi. 

Affronterò poi temi come: l’uso secondario dei dati sanitari digitali e suoi vantaggi, con particolare riferimento alla sicurezza delle cure e alla riduzione degli eventi avversi evitabili; l’esitazione vaccinale e l’influenza della comunicazione in particolare quella mediata dai social media; le prescrizioni elettroniche e i vantaggi per il paziente e per i diversi attori del sistema sanitario; l’impatto e gli esiti sul paziente legati all’uso della telemedicina nelle sue differenti articolazioni e con riferimento ai diversi contesti clinico-assistenziali;  e altri ancora in divenire. 

Continuiamo a parlare di sanità digitale: quale potrebbe essere il traguardo? 

I punti di maggior attenzione riguardano indubbiamente le opportunità di perfezionare l’erogazione dei servizi sanitari in direzione dell’appropriatezza e dell’accessibilità, oltre che della qualità. Il miglioramento apportato dalla sanità digitale sarà sostanzialmente in termini organizzativi, ovvero su tutto ciò che rallenta e invalida la riuscita di un ottimale processo di cura. Si cercherà di rendere tutto più efficiente e sostenibile. Le nuove strategie di programmazione saranno, nel prossimo futuro, basate su sistemi di intelligenza artificiale che, attraverso l’analisi di un’ingente mole di dati (big-data), permetteranno la creazione di modelli previsionali rivolti verso una risposta personalizzata ai bisogni di salute, oltre che in direzione della prevenzione delle malattie e della tempestività di diagnosi e trattamenti. Saranno allora tre i contesti più velocemente coinvolti dalle applicazioni dell’intelligenza artificiale e dei big- data: quello organizzativo, quello della programmazione e quello della ricerca. Non mancherà inoltre l’ulteriore evoluzione delle tecnologie applicate alla pratica clinica, tra cui la robotica utilizzata, ad esempio, in chirurgia e per la riabilitazione. Se riusciremo a superare i limiti dell’interoperabilità dei sistemi, le innovazioni in questi campi porteranno a una vera e propria rivoluzione della sanità.  

Si potrebbe dire, a questo punto, che per effettuare un primo passo verso la sanità digitale sia quindi necessario uno step preliminare quale una formazione di base che allinei gli operatori del settore?  

Vi è la necessità di una condivisione di saperi, non solo tra i professionisti che applicano la materia ma anche tra i manager e i direttori a capo delle strutture sanitarie che hanno il compito di selezionare le tecnologie delle quali avvalersi. Così come tra i produttori di tecnologie affinché quest’ultime possano essere concepite con standard internazionali che ne permettano l’interoperabilità. È fondamentale l’allineamento di tutti i tasselli sanitari in tutte le competenze e gli ambiti. È imprescindibile puntare su una formazione che implichi uno sforzo reciproco, volta a curare gli aspetti di univocità e scambiabilità. Ad esempio, una buona sanità digitale, attraverso la prevenzione dei sinistri sanitari, migliora la gestione del rischio e di conseguenza la condizione dei lavoratori e dei professionisti dell’ambito sanitario. Affinché ciò si realizzi però c’è bisogno di uno sforzo strategico di unità perché è solo grazie al desiderio di integrazione che si permette e favorisce lo sviluppo.  

Ha accennato all’importanza della gestione del rischio sanitario: sappiamo che da sempre è molto attiva anche su questo fronte. Parlando di progetti di sicurezza in sanità, a cosa sta lavorando al momento?  

Sicuramente uno dei punti strategici della sicurezza in sanità è il corretto utilizzo dei dati. I dati sono importanti per motivare le scelte e dimostrare rischi e opportunità della sanità digitale. Per questo è necessario affiancare alla pratica la ricerca scientifica. Al momento mi sto occupando di valutare l’impatto della telemedicina sul paziente in termini di esiti e di rischi in ambito di sicurezza delle cure e di responsabilità sanitaria. Parallelamente sono coinvolta nei Gruppi Tecnici di Lavoro istituzionali per gli investimenti del PRNN sulla telemedicina. I risultati di questi studi arriveranno presto, nel momento in cui avremo un quadro completo delle applicazioni della telemedicina e dei sistemi della sanità digitale nei diversi setting assistenziali e la capacità di valutare rischi e responsabilità per professionisti e strutture sanitarie, legati a queste nuove prestazioni.  

Introducendo nuove tecnologie cosa possiamo aspettarci in termini di rischi o eventi avversi? È da qui che partirà il progetto con Sham: realizzare un modello che identifichi i rischi collegati alle nuove tecnologie, in linea con il cambiamento dell’approccio assicurativo.  

Bio Fidelia Cascini 

Fidelia Cascini comincia il suo percorso accademico e lavorativo nella sanità pubblica abbracciando la medicina legale, la responsabilità professionale e la gestione del rischio.  Con questo bagaglio, si avvicina alla prevenzione, alla programmazione sanitaria e alla sanità digitale. Riceve una serie di incarichi da parte del Ministero della Salute al fine di seguire i tavoli internazionali e le Joint Action tra i paesi dell’UE per definire i punti di convergenza sull’interoperabilità di dati, le infrastrutture digitali e sui modelli di governance per permettere ai cittadini europei di essere curati al meglio in qualunque Stato membro senza barriere linguistiche e di accessibilità ai servizi. 

Per saperne di più:  www.fideliacascini.com 

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CARESYNTAX: LA PIATTAFORMA INFORMATICA PER IL BLOCCO OPERATORIO

Uno strumento che segue il percorso del paziente, verifica il rispetto dei protocolli, tiene traccia delle azioni condotte secondo linee guida, favorisce la formazione e analizza i dati non strutturati per basare le azioni di miglioramento. Un’esperienza utile da conoscere per orizzontarsi nella progressiva digitalizzazione sanitaria. 

Ogni anno in Italia circa quattro milioni di pazienti sono sottoposti ad interventi chirurgici; nel mondo sono duecentotrenta milioni. La sala operatoria è una delle aree calde del rischio clinico e i risarcimenti correlati rappresentano circa il 50% dei costi dei sinistri afferenti alla Responsabilità Civile Sanitaria.  

La digitalizzazione promette di rappresentare una fondamentale strumento di miglioramento: i dati hanno dimostrato di poter essere garanzia di monitoraggio, prevenzione e previsione. Il contesto è quello di una crescente integrazione dei device medicali, la comunicazione delle informazioni che ruotano attorno alla sala operatoria e al percorso del paziente prime e dopo l’intervento diventa un tassello fondamentale per assicurare la correttezza dei diversi passaggi.  

Su questo fronte si è mossa un’azienda fondata a Berlino nel 2013 – Caresyntax – che ha sviluppato una piattaforma per il blocco operatorio impiegata, secondo i dati più recenti, in più di 4.000 sale operatorie in tutto il mondo, a supporto di 30.000 chirurghi e di 2 milioni di interventi. 

Caresyntax è partner tecnologico di Sham, la Mutua assicurativa e RM che organizza, con il patrocinio di ARIS, l’annuale Concorso di Risk Management per la condivisione delle buone pratiche di prevenzione e gestione del rischio.  

L’esperienza della piattaforma Caresyntax è degna di nota, sia perché è impiegata diffusamente a livello internazionale sia perché abbraccia l’intero processo management delle fasi pre, intra e post operatoria. 

In primo luogo, la piattaforma permette la visualizzazione contestuale di diverse fonti informative ospedaliere: negativi del PACS, risultati degli esami di laboratorio, sintesi della cartella clinica elettronica, delle prescrizioni, dei dossier specifici. Si tratta di un’interfaccia unica d’automazione e di supporto decisionale in sala operatoria per accompagnare e semplificare il lavoro del chirurgo, dell’anestesista e dell’équipe. In secondo luogo, la piattaforma contente di analizzare il corso dell’intervento, sia a posteriori che in tempo reale, convogliando le molteplici fonti di informazione presenti all’interno della sala operatoria come elementi video, segni vitali, diari di eventi etc. In terzo luogo, un software avanzato raccoglie e analizza tutti questi dati non strutturati per individuare pattern del rischio e suggerire azioni di miglioramento, offrendo concreta informazione sulle quali basare in maniera predittiva le scelte di gestione del rischio. 

Le implicazioni di queste tre aree di intervento coprono l’intero spettro della sicurezza delle cure in sala operatoria: monitoraggio, rispetto dei protocolli, incrocio delle informazioni disponibili. Ma l’impiego della piattaforma informatica amplifica significativamente, anche, le possibilità di formazione e rafforza la posizione dei professionisti sanitari in caso di evento avverso perché permette la tracciabilità degli eventi intraoperatori. Il tempo, infine, rappresenta un ulteriore forma di risparmio. Si calcola che, prendendo come standard 40mila interventi l’anno, l’automatizzazione dei processi e della raccolta dei parametri permetta di svolgere 1500 in più nello stesso arco di tempo e con lo stesso personale. 

Analisi e tracciabilità, infine, rappresentano un elemento di forza nel concordare polizze più intelligenti e convenienti sulla base dei dati raccolti e dei miglioramenti registrati. 

Tutti questi elementi raccolti indicano chiaramente nella digitalizzazione una via preferenziale per la riduzione del rischio in sala operatoria. Una via verso la quale che ogni struttura sanitaria, soprattutto in seguito all’accelerazione tecnologica dovuta alla pandemia, può guardare per avviare un’analisi delle proprie necessità e opportunità di aggiornamento. 

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EVENTI INDESIDERATI E SINISTRI IN SANITÀ: È POSSIBILE DIFENDERE L’INTERA EQUIPE?

L’esperienza di Sham Francia. L’assistenza assicurativa favorisce la conciliazione e riduce il livello di litigiosità anche perché permette di assicurare l’intero gruppo di lavoro. Non lasciare soli i professionisti nei momenti di crisi consolida, infatti, il legame nell’equipe e rende più trasparente la comunicazione con il paziente. L’approfondimento di Sham Francia. 

Uno dei fattori determinanti del successo delle cure sanitarie è un lavoro di équipe efficace. Quando, però, si verifica un evento indesiderato o un sinistro, la coesione del gruppo di lavoro viene fortemente minata, soprattutto nella fase di ricerca delle responsabilità. Un team meno coeso, inevitabilmente, diventa anche meno solidale, esponendosi al rischio di incappare in ulteriori errori.  

Il modo migliore per dare le risposte dovute ai pazienti e ai loro cari è, senz’altro, mettere sotto la lente d’ingrandimento ogni azione con le relative conseguenze. La presa in carico del paziente è, infatti, un lavoro sinergico realizzato da più professionisti, che operano senza individualismi. Non lasciarli soli nei momenti di crisi è utile a consolidare il legame esistente tra loro e, quindi, a preservare l’efficacia delle cure.  

Questa filosofia è comunemente chiamata “difesa per esito” (défense à l’acte) e consiste nel considerare la cura del paziente come un intervento di squadra, e non come la somma dei costi di più individui. È infatti controproducente mettere l’uno contro l’altro gli attori della cura medica, perché è anche rivolgendosi a tutti gli attori che intervengono sul paziente che le azioni di prevenzione dei rischi e la formazione risultano più efficaci. 

Sham è l’unica assicurazione che offre, a tutti gli attori coinvolti nel processo di cura e presa in carico del paziente, un affiancamento totale nella fase della difesa, a partire da un’analisi sistemica dell’operato.  

Due gli obiettivi: favorire, da una parte, una comunicazione al paziente depurata da eventuali incongruenze e, dall’altra, il ricorso alla constatazione amichevole, evitando così l’escalation delle richieste di risarcimento in caso di responsabilità accertate. 

Messaggi discordanti, infatti, risultano dannosi per il paziente, la sua famiglia e l’équipe sanitaria in quanto inducono una perdita di fiducia con la conseguente richiesta di sanzioni. L’incoerenza è percepita come menzogna e questo vale anche per l’esperto medico legale, che non può assumere una posizione oggettiva sulla base dei fatti. La severità del giudizio finale, il rischio di attribuzione di colpa e la sua gravità crescono inevitabilmente.  

L’assistenza assicurativa dell’intera équipe favorisce la constatazione amichevole, cosa quasi mai possibile quando intervengono più assicuratori. 

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LOSS ADJUSTER E NEGOZIAZIONE: I PRINCIPI DELL’HARVARD NEGOTIATION PROJECT PER LA GESTIONE DEI SINISTRI IN SHAM

Un approccio negoziale e olistico che accoglie in maniera tecnica e puntuale la tutela dell’assicurato e i diritti del danneggiato si dimostra la soluzione migliore per disinnescare le tensioni del processo di liquidazione. Il progetto “Negotiation Excellence” creato da Sham sui principi dell’Harvard Negotiation Project pone al centro di questo processo una figura poliedrica e altamente specializzata: il Loss Adjuster. 

Il modello mutualistico di Sham – gruppo Relyens si esprimesul raggiungimento di obiettivi complementari: la creazione di una relazione di fiducia duratura tra l’Assicuratore e l’Assicurato e la garanzia del giusto equilibrio tra un indennizzo equo e il rispetto della persona danneggiata.  

La gestione del sinistro è assunta dal Loss Adjuster (LA) che gestisce il sinistro e le relazioni tra i diversi stakeholder, acquisendo una visione trasversale del sinistro e armonizzando diverse competenze di carattere amministrativo, giuridico e medico-legali.   

È una figura poliedrica che si trova a gestire le tensioni tra le parti nelle trattative: da un lato deve tutelare la propria azienda e assicurato e, dall’altro, deve rispettare il Danneggiato.  

Per fare ciò è necessario un approccio olistico al sinistro: l’attività istruttoria e di quantificazione del danno deve essere tecnica e puntuale e le trattative devono basarsi sulle risultanze dell’istruttoria ed essere condotte sulla base di criteri oggettivi ed avere come obiettivo il soddisfacimento di entrambe le parti.  

Il progetto “Negotiation Excellence” creato da Sham, con il supporto di MIDA, ha definito un modello negoziale, sperimentato in modo empirico e basato sui principi dell’Harvard Negotiation Project e sulla più accreditata letteratura di psicologia scientifica del Decision Making.  

Ispirato a criteri di ragionevolezza, equità ed efficienza, richiede di essere applicato in modo consapevole nelle fasi di analisi, pianificazione e discussione del negoziato e stimola, simultaneamente, il Loss Adjuster a mantenere un dialogo attivo tra il Danneggiato e gli Stakeholder. 

In più, il modello di negoziazione tende a stimolare la costruzione di relazioni sinergiche e durature tra la struttura sanitaria e la compagnia assicuratrice favorendo così un approccio proattivo al rischio sanitario.  

I contributi più significativi del Programma sulla Negoziazione con base alla Harvard Law School sono il BATNA e i quattro principi negoziali.  

Il BATNA, Best Alternative to a Negotiated Agreement, permette di fare chiarezza in merito al risultato minimo accettabile da parte del negoziatore nel corso della trattativa, riparandolo dall’accettazione di condizioni sfavorevoli. Non è una vaga sede di alternative all’accordo generale bensì una proposta solida e misurabile.  

Il negoziato sui principi di Harvard si pone l’obiettivo di avvicinare la parti in causa ad una soluzione condivisa e che tenga conto dei vari interessi in gioco. I principi sono 4:  

  • Separare le persone dal problema: al fine di condurre un buon negoziato è necessario gestire l’aspetto umano, mostrare sensibilità, rispetto e comprensione delle emozioni altrui, costruendo un rapporto basato sull’ascolto attivo;  
  • Concentrarsi sugli interessi e non sulle posizioni: il problema oggetto del negoziato deve essere identificato attraverso gli interessi sottesi e non attraverso le posizioni; 
  • Creare soluzioni vantaggiose per entrambi le parti: è necessario allargare la gamma delle opzioni possibili creando alternative anche con la controparte;  
  • Insistere nell’utilizzo di criteri oggettivi: condurre le trattative avendo come base criteri oggettivi e condivisi di modo da facilitare un accordo equo.  

Nel corso della sua esperienza di oltre 90 anni, Sham ha rilevato che la ricerca di una via negoziale ai claims rappresenti la soluzione proattiva ottimale.  

L’approccio sviluppato da Sham prevede da subito un’attivazione concreta da parte del Loss Adjuster che apre direttamente un dialogo con gli Stakeholder del processo, ossia con l’azienda ospedaliera e l’avvocato del Danneggiato. Lo studio degli interessi delle parti facilita il raggiungimento di un accordo win-win, riconoscendo un equo risarcimento a chi ha subito il danno laddove vi siano i presupposti per ottenerlo.  

“Cosa vogliamo ottenere? Cosa vogliono ottenere i nostri clienti? Cosa ci aspettiamo dai danneggiati?” queste le domande che si pone il Loss Adjuster all’inizio della negoziazione alla ricerca di un dialogo.  

I beneficiari di questo approccio sono molteplici: oltre al danneggiato, anche il Loss Adjuster o suoi mandanti possono avere un ritorno positivo d’esperienza poiché l’errore che ha causato il sinistro può essere utilizzato come un’occasione di crescita e fortificazione del proprio sistema aziendale, evitando così che il medesimo errore possa ripetersi in futuro.  

360 ARTICOLI PER LA SICUREZZA

Sanità360° taglia il traguardo simbolico dei 360 articoli, rinnovando l’alleanza con la comunità dei professionisti sanitari che si impegnano ogni giorno per la sicurezza e il miglioramento nella gestione del rischio. Appuntamento al Forum Risk Management 2021 per proseguire il dialogo sui temi che fanno la differenza per la salute e la responsabilità sanitaria.  

Fin dalla prima pubblicazione, Sanità360° è stato uno spazio aperto alle idee e al confronto tra Risk Manager, Dirigenti, Medici ed esperti di sicurezza sanitaria in tutte le sue declinazioni. 

Se avete avuto modo di seguire le numerose iniziative che si sono susseguite negli scorsi anni, è chiaro come il nostro obiettivo sia sempre stato quello di divulgare le buone pratiche e cultura della prevenzione, creando uno spazio di incontro e condividendo le migliori esperienze in Italia e in Europa.  

Abbiamo parlato con centinaia di professionisti, associati o meno, dando voce nel tempo e su più livelli, a numerosi progetti di miglioramento e ricerca. È questa, ora che pubblichiamo il 360° articolo della nostra rivista, un’occasione quanto mai gradita per ringraziarli tutti e tutte per la fiducia e la disponibilità che ci hanno donato. 

Questo percorso non si ferma e il prossimo appuntamento è dietro l’angolo. Il Forum Risk Management, quest’anno ad Arezzo, inizia oggi, martedì 30 novembre. Sham è presente allo stand n°7 e i suoi professionisti sono pronti ad accogliervi e a raccontarvi la nostra nuova value proposition. Inoltre, segnaliamo l’appuntamento del 3 dicembre, dove a partire dalle ore 9:00, in un ampio Panel organizzato tra gli altri da Federsanità, affronteremo in compagnia della nostra Operations Director, Alessandra Grillo, un tema di grande attualità: “Danni da Covid – correlati: dal risarcimento all’indennizzo”. 

Arrivederci ad Arezzo, quindi, e buona continuazione di lettura. 

Roberto Ravinale, Direttore esecutivo di Sham in Italia