RISK MANAGEMENT E CYBERSECURITY, IL SSN CAMBI PASSO
Il dott. Nevio Boscariol di Aris, intervenuto al Concorso Risk Management Sham, ha sottolineato come la pandemia abbia mostrato l’ulteriore necessità di un’adeguata e sistemica digitalizzazione anche in campo sanitario. Ma le singole best practice non bastano.
È stato il dott. Nevio Boscariol, responsabile economico servizi e gestionale – UESG di ARIS, a introdurre il vincitore della categoria ISTITUTI PRIVATI SENZA SCOPO DI LUCRO alla 5° edizione del Concorso Risk Management Sham, che premia innovative best practice nella gestione e prevenzione dei rischi in campo sanitario.
La premiazione di Fondazione Poliambulanza, con il progetto “Sustainable enterprise RM” nella tipologia Riduzione del rischio sanitario, si è tenuta il 17 settembre alla Fondazione Feltrinelli, in occasione del World Patient Safety Day. I premi sono stati assegnati ad altrettanti progetti ancora in fase di realizzazione, selezionati tra enti, strutture e servizi sanitari e socio-sanitari, associati o meno a Sham. Aris è tra i partner del concorso che raccolto in Italia l’adesione di più di 80 progetti afferenti alle tipologie Riduzione del rischio sanitario, Sicurezza e qualità della vita degli operatori, Cyber risk.
Di seguito l’intervento del dott. Nevio Boscariol:
“Prima di fermarsi un anno per la pandemia, il Premio Sham nel novembre 2019 premiò, tra gli associati Aris, un progetto chiamato “Manine Pulite”. Rispetto a progetti sicuramente più avanzati e innovativi ad alcuni sembrò meno rilevante, al contrario evidenziava quanto fondamentale sia la costante e corretta applicazione delle misure di prevenzione e protezione di base, come la pulizia e l’igiene delle mani, nel ridurre drasticamente la possibilità di infezione e contagio. L’emergenza sanitaria ancora in atto dovuta al Sars-Cov-2 ce lo ha ben ricordato e, nella Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani che si tiene il 5 maggio di ogni anno, è stato giustamente evidenziato nell’applicazione in tutto il mondo.
Non solo, l’emergenza sanitaria – che avremmo preferito tutti non ci fosse – ha pure dimostrato che il Risk management in sanità è fondamentale ed è una priorità per la gestione e la pratica, ma anche una responsabilità (accountability) per tutti coloro che operano in ambito sanitario, contribuendo in modo essenziale alla sicurezza e qualità delle cure. Ogni operatore e ogni misura di prevenzione e protezione deve “funzionare”, altrimenti anche una piccola distrazione può portare al non funzionamento dell’intera attività messa in atto e determinare un contagio.
Inoltre, l’emergenza sanitaria dovrebbe definitivamente aver fatto capire quanto siano fondamentali i dati, la loro qualità e l’infrastruttura, cioè l’insieme degli strumenti e dei processi, di cui disponiamo per raccoglierli, gestirli e analizzarli. Le frequenti défaillance del sistema di tracciamento dei contatti in varie parti del mondo, così come il frequente utilizzo dei fogli Excel per farlo e l’affidarsi ai fax, alle mail e a WhatsApp per inviarli, hanno dimostrato quanto possano diventare critici gestione e controllo non corretti, sia del dato che della infrastruttura relativa. Non si può negare che l’utilizzo di mail, WhatsApp, strumenti di video-collaborazione ed Excel come “coltellini svizzeri”, sia stato efficace soprattutto in alcuni frangenti di urgenza, ma gli stessi vanno eventualmente adattati, come è successo in alcuni casi interessanti, agli aspetti di integrazione nei processi clinico-organizzativi, di usabilità e di sicurezza, integrazione e protezione dei dati personali, consci di quali siano i loro limiti. Gli stessi vanno, inoltre, attrezzati per l’utilizzo di strumenti adeguati, inter-connessi e inter-operabili a livello di sistema sanitario quando la mole e le necessità di condivisione ed elaborazione dei dati siano superiori. Per esempio, utilizzando un foglio Excel in formato .xls, un Paese occidentale nell’autunno dello scorso anno ha smarrito i dati di tracciamento di sedicimila persone positive al Covid-19. E chissà quante altre situazioni di questo tipo vi sono state, senza che se ne abbia notizia pubblica. Se non si usano gli strumenti digitali adeguati e se non si controllano nel modo corretto i dati, i rischi sono inefficienza, inefficacia e supporto di decisioni con dati di qualità inferiore al necessario. E, purtroppo, il rischio zero non esiste nel digitale e meno ancora in sanità.
Infine, il Risk management è già da tempo anche in sanità cybersecurity, ma solo recentemente sembra essere stato compreso appieno.
Così come nel Risk management e nella digitalizzazione relativa, è fondamentale: migliorare ogni giorno aiutandosi l’un l’altro e imparando insieme dagli errori, la costante applicazione, il costante monitoraggio dopo l’implementazione, il “non abbassare” l’attenzione e la concentrazione (queste ultime sono frequentemente causa di rischio).
Il Premio Sham – Aris vuole rafforzare sensibilizzazione e contestualizzazione dell’attività di Risk management e della necessità di un’adeguata e sistemica digitalizzazione a supporto della stessa.
I numerosi e qualitativi progetti presentati dagli Associati Aris, fin da questa prima edizione del Premio Aris-Sham per il Risk management, sia in ambito ospedaliero che riabilitativo, e gli ottimi progetti premiati e quelli che hanno ricevuto una menzione speciale, confermano la bontà del lavoro portato avanti dagli Associati in questi anni, e dall’Associazione con loro, e sono la migliore conferma, unitamente ai progetti presentati dalle altre strutture partecipanti per il pubblico e il privato, che sul campo ci sono competenze multi-disciplinari, persone e professionisti – sanitari e non – sensibili, che ogni giorno applicano quanto raccontato nelle loro attività; e direzioni che hanno commitment sulla materia. Il Premio Sham 2021 fa riscontrare una fase di sviluppo e in alcuni casi di maturità, sebbene nella situazione emergenziale, in continua crescita negli anni da parte delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, anche nella trasformazione digitale.
E cosa fondamentale, ogni progetto di Risk management e digitalizzazione deve essere realizzato con e per le persone che vengono assistite e curate e che lavorano nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie: la persona e la relativa qualità e sicurezza delle cure deve essere veramente al “centro”.
Questa iniziativa è un “grazie” e il riconoscimento a tutti gli operatori e alle strutture sanitarie e socio-sanitarie per quanto stanno facendo, un incoraggiamento a continuare con perseveranza e per risultati sempre migliori nei loro contesti e per il Sistema Sanitario Nazionale.
Fondamentale ora è che i tanti buoni progetti fatti dalle singole realtà pubbliche e private diventino “sistema” con le Regioni e il Sistema Sanitario Nazionale nel suo complesso: infatti, sia il Risk management che la digitalizzazione per essere efficaci devo essere di sistema sanitario italiano nel suo complesso e interoperabile. E per fare questo (inclusa la cybersecurity), servono buoni piani strategici e risorse importanti in termini di competenze e finanziarie distribuite nel sistema sanitario.