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GESTIONE DEI SINISTRI NELLE STRUTTURE SANITARIE: IL NUOVO CORSO CINEAS

Ancora 8 giorni per iscriversi al corso di formazione in collaborazione con Sham e dedicato alla gestione dei sinistri nelle strutture sanitarie

Il risk management sta attraversando una forte evoluzione verso un approccio proattivo nei confronti dei possibili rischi: la conoscenza dei sinistri e la loro prevenzione è alla base di tutte le moderne organizzazioni.

È necessario che la cultura della prevenzione diventi parte integrante della prassi operativa e per far sì che ciò avvenga è necessaria la formazione.

Sviluppare competenze specifiche per la valutazione e la gestione dei sinistri in ambito sanitario, ottenere una composizione del conflitto ed avere un focus sulle opportunità offerte dalla mediazione conciliativa, questi gli obiettivi del percorso formativo del nuovo corso CINEAS in collaborazione con Sham.

Dal’8 al 29 novembre 2021, per un totale di 17 ore erogate in 5 giornate, verranno trattati i seguenti argomenti: quantificazione del danno, responsabilità penale, responsabilità civile, responsabilità amministrativa-contabile, profili medico legali, processi di risk management per il miglioramento del sistema.

I corsi si svolgeranno in online smart learning ed è previsto un test a conclusione del percorso formativo.

Per conseguire l’attestato di partecipazione è richiesta una frequenza dell’80% e il superamento del test sopracitato.

È possibile iscriversi entro il 29 ottobre 2021. Per maggiori informazioni: clicca qui

COME STA CAMBIANDO IL RISK MANAGEMENT SANITARIO

Più di 80 progetti di miglioramento presentati al 5° Concorso RM Sham testimoniano l’investimento della sanità italiana nella sicurezza, anche nel pieno della pandemia. Ma non solo: proattività nei reparti, inclusione del cyber risk management e capacità predittive basate sulla corretta analisi dei dati sono i progressi da raggiungere nell’immediato futuro.

Da 20 anni in Francia e da 5 in Italia, la mutua assicurativa Sham – gruppo Relyens raccoglie, confronta e premia le migliori pratiche a livello locale per la riduzione del rischio sanitario con l’intento di farle conoscere e diffondere a livello nazionale ed europeo. “Il 2021 è stata la prima edizione nella quale i progetti italiani, francesi e spagnoli hanno concorso assieme e il premio europeo è andato all’IRCCS Don Carlo Gnocchi con un progetto che unisce alta tecnologia e attenzione alla salute del personale sanitario”.  Per Roberto Ravinale, direttore esecutivo di Sham in Italia “stiamo assistendo ad una decisa trasformazione nel Risk Management sanitario”. Il progetto vincitore, per esempio, prevede in una maglietta di tessuto ‘intelligente’ (e-texture) capace di registrare i parametri vitali, la postura e l’affaticamento dei fisioterapisti con l’obiettivo di monitorarne il benessere psicofisico; dopo la pubblicazione scientifica dei risultati, il progetto potrà essere esteso ad altre categorie e strutture sanitarie.  “Veder assegnare ad una struttura italiana il primo premio è motivo di grande orgoglio e testimonia l’investimento fatto dall’intero Servizio sanitario nazionale, nel pubblico come nel privato, per migliorare la sicurezza delle cure e degli operatori”.

Oltre al progetto del Don Gnocchi, sono stati presentati numerosissimi progetti provenienti da tutta la sanità italiana: dalle piccole case di cura fino ai grandi ospedali universitari. Tra i vincitori figura la “rete” dei 65 referenti del rischio della Fondazione Poliambulanza, uno o più in ogni reparto, il cui progetto segna decisamente la transizione dalla gestione del rischio da reattiva a proattiva abbracciando in pieno sia una prassi bottom-up per il miglioramento sia una cultura No-Blame nella quale l’errore diventa un vettore per il processo di miglioramento aziendale. Premiate anche le flow chart digitali per infermieri e oss della Casa di cura Villa Maria di Padova e il progetto del San Giovanni Addolorata, che ha come obiettivo quello di potenziare e digitalizzare il monitoraggio della stress-lavoro correlato (un tema essenziale dopo il COVID-19). All’orizzonte si profila uno scenario estremamente reale, nel quale i dati raccolti possono portare alla predizione di situazioni di rischio prima che si verifichino.

Dopo la pandemia, abbiamo assistito ad un aumento della sensibilità e della partecipazione del personale sanitario alla sicurezza delle cure. Stiamo andando verso lo sviluppo di un risk management olistico, capace di abbracciare per intero i processi sanitari fin dalla progettazione. Nel frattempo, la tecnologia apre immense prospettive per costruire una visione predittiva dei rischi e l’analisi e la strutturazione dei dati medici disponibili rappresenterà una fonte primaria di informazioni per erogare un’offerta di prevenzione su misura e innovativa.  Essenziale, per cogliere queste opportunità, è inserire a pieno titolo il Cyber Risk Management nella più ampia e globale gestione del rischio. Ma tutto ciò non è sufficiente: nell’attuale contesto di overload cognitivo, la tecnologia consente di analizzare i dati, decifrarli ed utilizzarli al meglio, ponendoci in grado di identificare e anticipare i rischi molto prima di quanto fosse possibile in precedenza. Nuovi metodi e ulteriori flussi di dati in futuro porteranno a previsioni sempre più accurate. E solo chi sarà in grado di utilizzare con efficacia questi dati potrà sfruttarne appieno il potenziale. Per questo è necessario affidarsi a un partner che abbia gli strumenti e le competenze per farlo.

Sham ha recentemente stretto partnership con i maggiori players nell’ambito dell’innovazione tecnologica in sanità, come Caresyntax, una piattaforma tecnologica finalizzata a ridurre il rischio chirurgico nelle sale operatorie tramite strumentazioni di data analytics, video recording e AI.

Questo è solo un esempio di una strategia più ampia: l’assicuratore non può limitarsi ad assicurare i rischi. Deve divenire un partner essenziale della sicurezza: un Risk Manager che contribuisce con prodotti, servizi e competenze multidisciplinari e specialistiche all’obiettivo comune di rendere sia le cure che i luoghi di cura più sicuri, sia in ambito fisico che digitale.

Roberto Ravinale, Direttore esecutivo di Sham in Italia

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TRE AZIONI PER METTERE IN PRATICA LA DURA LEZIONE DELLA PANDEMIA

Investire per estendere le cure sul territorio e farlo, questa volta, per davvero; rafforzare la sicurezza nelle residenze per anziani; considerare le emozioni di pazienti e sanitari come parte del percorso di cura. Né le persone né le prestazioni saranno le stesse dopo la pandemia. 

Intervento di Giuseppe Napoli, presidente Friuli Venezia Giulia e Vicepresidente Nazionale Federsanità durante la premiazione del 5° Concorso Risk Management Sham. 

Questo è un anno particolare. Il Covid-19 ha dimostrato ulteriormente la centralità della sicurezza e l’impegno della sanità italiana nel continuare a garantire la sicurezza delle cure e dei luoghi di cura e continuare a investire per migliorare entrambe nonostante l’emergenza e nel pieno dei momenti più duri. La pandemia ci ha anche permesso di capire le nostre debolezze e le aree dove indirizzare gli sforzi: un risultato positivo che è alla base del risk management. Emergiamo da questa prova con tre messaggi forti. Il primo è la necessità di estendere la sicurezza al territorio e alle residenze per anziani nelle quali si sovrappongono, non sempre con chiarezza, servizi sanitari e servizi sociali. Il risk management deve presidiare qualsiasi struttura dedicata all’assistenza. Il secondo è promuovere, con uno sforzo enorme, i servizi sul territorio, dei quali si parla molto, ma che non sono neppure lontanamente sufficienti rispetto al bisogno di filtri sia in ingresso che in uscita dalle strutture specialistiche. Terzo è aver cura anche delle emozioni dei pazienti che soffrono e dei sanitari che sono chiamati a essere argine di questa sofferenza. Dopo la pandemia le persone non saranno più le stesse. Il bisogno di considerare il benessere di utenti e operatori e di valorizzare le aspirazioni personali di questi ultimi è indiscutibile e improcrastinabile. Il grande valore del Concorso Sham, la sua attualità, è la capacità di far emergere questi e tanti altri spunti importanti nell’orizzonte della sicurezza e della prevenzione. Per questo Federsanità è presente ogni anno e convintamente al fianco di Sham, in un’iniziativa unica nel suo genere per la costruzione di una sanità sempre più sicura e di qualità. 

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IL BENESSERE DI PAZIENTI E OPERATORI È IMPROCRASTINABILE IN SANITÀ

Intervenuto al 5° Concorso Risk Management Sham, il dott. Giuseppe Napoli di Federsanità ha evidenziato come la pandemia abbia fatto riconsiderare il peso del benessere di pazienti e operatori.

Il dott. Giuseppe Napoli, vice presidente vicario nazionale – Presidente Federsanità ANCI Friuli Venezia Giulia, è intervenuto al 5° Concorso Risk Management Sham introducendo il vincitore della categoria ISTITUTI PUBBLICI, l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, nella tipologia “Prendersi cura di chi si prende cura di noi”. L’azienda ospedaliera si è aggiudicata il premio con il progetto “Stress lavoro correlato: il pannello di controllo del rischio”.

Federsanità anche quest’anno è stato tra i partner del Premio che ha visto la partecipazione di oltre 80 progetto in Italia.

Di seguito l’intervento del dott. Giuseppe Napoli:

Questo è un anno particolare. Il Covid-19 ha dimostrato ulteriormente la centralità della sicurezza e l’impegno della sanità italiana nel continuare a garantire la sicurezza delle cure e dei luoghi di cura e di continuare a investire per migliorare entrambe nonostante l’emergenza e nel pieno dei momenti più duri.

La pandemia ci ha anche permesso di capire le nostre debolezze e le aree dove indirizzare gli sforzi: un risultato positivo che è alla base del Risk management.

Emergiamo da questa prova con tre messaggi forti. Il primo è la necessità di estendere la sicurezza al territorio e alle residenze per anziani nelle quali si sovrappongono, non sempre con chiarezza, servizi sanitari e servizi sociali. Il Risk management deve presidiare qualsiasi struttura dedicata all’assistenza.
Il secondo è promuovere, con uno sforzo enorme, i servizi sul territorio, dei quali si parla molto, ma che non sono neppure lontanamente sufficienti rispetto al bisogno di filtri sia in ingresso che in uscita dalle strutture specialistiche. Terzo è aver cura anche delle emozioni dei pazienti che soffrono e dei sanitari che sono chiamati a essere argine di questa sofferenza. Dopo la pandemia le persone non saranno più le stesse. Il bisogno di considerare il benessere di utenti e operatori e di valorizzare le aspirazioni personali di questi ultimi è indiscutibile e improcrastinabile.

Il grande valore del Concorso Sham, la sua attualità, è la capacità di far emergere questi e tanti altri spunti importanti nell’orizzonte della sicurezza e della prevenzione. Per questo Federsanità è presente ogni anno e convintamente.

Perciò sono felice di introdurre il vincitore della categoria “Prendersi cura di chi si prende cura di noi”: l’Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, che si aggiudica il premio con il progetto “Stress lavoro correlato: il pannello di controllo del rischio”.

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RISK MANAGEMENT E CYBERSECURITY, IL SSN CAMBI PASSO

Il dott. Nevio Boscariol di Aris, intervenuto al Concorso Risk Management Sham, ha sottolineato come la pandemia abbia mostrato l’ulteriore necessità di un’adeguata e sistemica digitalizzazione anche in campo sanitario. Ma le singole best practice non bastano.

È stato il dott. Nevio Boscariol, responsabile economico servizi e gestionale – UESG di ARIS, a introdurre il vincitore della categoria ISTITUTI PRIVATI SENZA SCOPO DI LUCRO alla 5° edizione del Concorso Risk Management Sham, che premia innovative best practice nella gestione e prevenzione dei rischi in campo sanitario.

La premiazione di Fondazione Poliambulanza, con il progetto “Sustainable enterprise RM” nella tipologia Riduzione del rischio sanitario, si è tenuta il 17 settembre alla Fondazione Feltrinelli, in occasione del World Patient Safety Day. I premi sono stati assegnati ad altrettanti progetti ancora in fase di realizzazione, selezionati tra enti, strutture e servizi sanitari e socio-sanitari, associati o meno a Sham. Aris è tra i partner del concorso che raccolto in Italia l’adesione di più di 80 progetti afferenti alle tipologie Riduzione del rischio sanitario, Sicurezza e qualità della vita degli operatori, Cyber risk.

Di seguito l’intervento del dott. Nevio Boscariol:

“Prima di fermarsi un anno per la pandemia, il Premio Sham nel novembre 2019 premiò, tra gli associati Aris, un progetto chiamato “Manine Pulite”. Rispetto a progetti sicuramente più avanzati e innovativi ad alcuni sembrò meno rilevante, al contrario evidenziava quanto fondamentale sia la costante e corretta applicazione delle misure di prevenzione e protezione di base, come la pulizia e l’igiene delle mani, nel ridurre drasticamente la possibilità di infezione e contagio. L’emergenza sanitaria ancora in atto dovuta al Sars-Cov-2 ce lo ha ben ricordato e, nella Giornata Mondiale dell’Igiene delle Mani che si tiene il 5 maggio di ogni anno, è stato giustamente evidenziato nell’applicazione in tutto il mondo.

Non solo, l’emergenza sanitaria – che avremmo preferito tutti non ci fosse – ha pure dimostrato che il Risk management in sanità è fondamentale ed è una priorità per la gestione e la pratica, ma anche una responsabilità (accountability) per tutti coloro che operano in ambito sanitario, contribuendo in modo essenziale alla sicurezza e qualità delle cure. Ogni operatore e ogni misura di prevenzione e protezione deve “funzionare”, altrimenti anche una piccola distrazione può portare al non funzionamento dell’intera attività messa in atto e determinare un contagio.

Inoltre, l’emergenza sanitaria dovrebbe definitivamente aver fatto capire quanto siano fondamentali i dati, la loro qualità e l’infrastruttura, cioè l’insieme degli strumenti e dei processi, di cui disponiamo per raccoglierli, gestirli e analizzarli. Le frequenti défaillance del sistema di tracciamento dei contatti in varie parti del mondo, così come il frequente utilizzo dei fogli Excel per farlo e l’affidarsi ai fax, alle mail e a WhatsApp per inviarli, hanno dimostrato quanto possano diventare critici gestione e controllo non corretti, sia del dato che della infrastruttura relativa. Non si può negare che l’utilizzo di mail, WhatsApp, strumenti di video-collaborazione ed Excel come “coltellini svizzeri”, sia stato efficace soprattutto in alcuni frangenti di urgenza, ma gli stessi vanno eventualmente adattati, come è successo in alcuni casi interessanti, agli aspetti di integrazione nei processi clinico-organizzativi, di usabilità e di sicurezza, integrazione e protezione dei dati personali, consci di quali siano i loro limiti. Gli stessi vanno, inoltre, attrezzati per l’utilizzo di strumenti adeguati, inter-connessi e inter-operabili a livello di sistema sanitario quando la mole e le necessità di condivisione ed elaborazione dei dati siano superiori. Per esempio, utilizzando un foglio Excel in formato .xls, un Paese occidentale nell’autunno dello scorso anno ha smarrito i dati di tracciamento di sedicimila persone positive al Covid-19. E chissà quante altre situazioni di questo tipo vi sono state, senza che se ne abbia notizia pubblica. Se non si usano gli strumenti digitali adeguati e se non si controllano nel modo corretto i dati, i rischi sono inefficienza, inefficacia e supporto di decisioni con dati di qualità inferiore al necessario. E, purtroppo, il rischio zero non esiste nel digitale e meno ancora in sanità.

Infine, il Risk management è già da tempo anche in sanità cybersecurity, ma solo recentemente sembra essere stato compreso appieno.

Così come nel Risk management e nella digitalizzazione relativa, è fondamentale: migliorare ogni giorno aiutandosi l’un l’altro e imparando insieme dagli errori, la costante applicazione, il costante monitoraggio dopo l’implementazione, il “non abbassare” l’attenzione e la concentrazione (queste ultime sono frequentemente causa di rischio).

Il Premio Sham – Aris vuole rafforzare sensibilizzazione e contestualizzazione dell’attività di Risk management e della necessità di un’adeguata e sistemica digitalizzazione a supporto della stessa.

I numerosi e qualitativi progetti presentati dagli Associati Aris, fin da questa prima edizione del Premio Aris-Sham per il Risk management, sia in ambito ospedaliero che riabilitativo, e gli ottimi progetti premiati e quelli che hanno ricevuto una menzione speciale, confermano la bontà del lavoro portato avanti dagli Associati in questi anni, e dall’Associazione con loro, e sono la migliore conferma, unitamente ai progetti presentati dalle altre strutture partecipanti per il pubblico e il privato, che sul campo ci sono competenze multi-disciplinari, persone e professionisti – sanitari e non – sensibili, che ogni giorno applicano quanto raccontato nelle loro attività; e direzioni che hanno commitment sulla materia. Il Premio Sham 2021 fa riscontrare una fase di sviluppo e in alcuni casi di maturità, sebbene nella situazione emergenziale, in continua crescita negli anni da parte delle strutture sanitarie e socio-sanitarie, anche nella trasformazione digitale.

E cosa fondamentale, ogni progetto di Risk management e digitalizzazione deve essere realizzato con e per le persone che vengono assistite e curate e che lavorano nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie: la persona e la relativa qualità e sicurezza delle cure deve essere veramente al “centro”.

Questa iniziativa è un “grazie” e il riconoscimento a tutti gli operatori e alle strutture sanitarie e socio-sanitarie per quanto stanno facendo, un incoraggiamento a continuare con perseveranza e per risultati sempre migliori nei loro contesti e per il Sistema Sanitario Nazionale.

Fondamentale ora è che i tanti buoni progetti fatti dalle singole realtà pubbliche e private diventino “sistema” con le Regioni e il Sistema Sanitario Nazionale nel suo complesso: infatti, sia il Risk management che la digitalizzazione per essere efficaci devo essere di sistema sanitario italiano nel suo complesso e interoperabile. E per fare questo (inclusa la cybersecurity), servono buoni piani strategici e risorse importanti in termini di competenze e finanziarie distribuite nel sistema sanitario.