L’intelligenza artificiale al servizio della sicurezza nel blocco operatorio

L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL SERVIZIO DELLA SICUREZZA NEL BLOCCO OPERATORIO

Michael S. WOODS, MD, MMM

Chief Medical Officer presso Caresyntax*

Qual è l’obiettivo della digitalizzazione delle sale operatorie?

“Esistono numerosi flussi di dati preziosi e non sfruttati in un blocco operatorio. Questi dovrebbero essere utilizzati per migliorare il suo funzionamento. Abbiamo osservato che questi flussi di dati incrociano tutti gli aspetti delle cure chirurgiche fornite ai pazienti: qualità operativa, organizzazione, gestione dei rischi, gestione del materiale/catena logistica. Tutti questi elementi hanno un impatto diretto o indiretto sul budget di una struttura. Trattiamo l’utilizzo di questi dati dal punto di vista sociotecnico. Ad esempio, “Per il paziente, come influisce il lavoro di squadra intra-operatorio sul risultato?”, “Quale livello di competenza tecnica è necessario per assicurare in modo affidabile che un chirurgo o un ospite avrà buoni risultati?”; “A quale livello di competenza tecnica vediamo una riduzione dei tempi operatori o un miglioramento dell’utilizzo dei dispositivi monouso?”; “Quante ore un chirurgo può operare ininterrottamente ed in piena sicurezza prima che la stanchezza cognitiva cominci ad influenzare il processo decisionale intraoperatorio?”. È solo grazie alla capacità di gestione di questo insieme di dati aggregati ed integrati (medicali, qualità, rischi, materiali ed operazioni) che un’organizzazione può iniziare a migliorare in uno di questi campi”.

Quali sono i principali vantaggi della digitalizzazione del blocco operatorio?

“Sono tanti, ma quelli che metterei in evidenza sono, in particolare, il miglioramento della performance delle soluzioni tecnologiche che lo compongono, il rafforzamento del coordinamento e l’armonizzazione delle pratiche e, infine, il miglioramento dell’efficacia operativa e della sicurezza dei pazienti. Le organizzazioni che hanno adottato une piattaforma digitale per la chirurgia hanno fatto dei progressi considerevoli in materia di efficacia, di qualità e di gestione dei rischi. In effetti, una tale piattaforma può consentire l’introduzione di una nuova procedura in modo più sicuro o mostrare in quale misura gli aspetti operativi della giornata hanno un impatto sui risultati della chirurgia e, quindi, sul paziente”.

In quali campi considera che sia più importante implementare un modello standardizzato nella chirurgia?

“Ho lavorato con il primario del reparto trapianti renali durante la mia formazione in chirurgia, e questi era famoso tra gli stagisti per aver detto: “Lo facciamo allo stesso modo, ogni volta”. Riconosceva che l’affidabilità delle performance tecniche della chirurgia, così come le cure preoperatorie e postoperatorie fornite ai pazienti, erano la chiave per avere un risultato affidabile. In questo senso, tutto il percorso delle cure chirurgiche è importante – l’intervento e il processo, il funzionamento della squadra, le competenze tecniche ed interpersonali del chirurgo, la gestione dei rischi e le pratiche di qualità, e la gestione dei materiali.

Un buon risultato è la somma delle componenti di tutto il percorso di cure. Una procedura può svolgersi alla perfezione da un punto di vista tecnico, e il paziente muore all’improvviso per un’embolia polmonare 3 giorni dopo l’intervento perché non c’era nessun processo per evitare la profilassi della trombosi venosa. Dimentichiamo spesso che il risultato di un intervento, benché sia legato in modo significativo alle competenze del chirurgo, può essere influenzato negativamente da problemi clinici o legati al processo.

Quindi non esiste un campo più importante di un altro per stabilire l’affidabilità di un sistema complesso e dinamico. Il modello di James Reason illustra perfettamente come non sia un solo elemento che porta ad un evento indesiderabile, ma la somma di numerosi fattori durante tutta la durata del percorso di cure, che si susseguono tutti al momento sbagliato (o al momento giusto) per causare un danno al paziente. È per questo che Caresyntax  si è basato su di un modello sociotecnico per realizzare la Piattaforma di Chirurgia Digitale. È da questa piattaforma che traiamo la nostra capacità di comprendere la cultura delle cure per la salute, dei processi e delle tecnologie nelle cure ai pazienti, per aiutare le organizzazioni a normalizzare la continuità delle cure chirurgiche”.

Quali sono le sfide tecniche e umane legate al blocco operatorio digitalizzato?

“Uno dei primi freni che osserviamo è lo scetticismo dei chirurghi riguardo al valore del digitale in chirurgia, e ciò succede malgrado il fatto (dimostrato in diverse occasioni, per esempio nello sport) che l’esame video possa migliorare l’affidabilità delle performance. Dal punto di vista dei rischi, il filmato delle procedure chirurgiche suscita numerose preoccupazioni. In un certo modo, questo rimanda alla questione del cambiamento di mentalità, dal passaggio dell’ambiente punitivo ad un ambiente d’apprendimento. Che cos’è più importante? Imparare di continuo filmando tutti gli interventi chirurgici oppure usare il video come strumento di prova in caso di contestazione. Direi che la prima soluzione è la più importante ed avrà un impatto molto più forte sulla riduzione dei rischi rispetto ad ora. Nessun dato corrobora questa preoccupazione, a parte alcuni casi aneddotici e puntuali in cui il video ha avuto un ruolo negativo in un caso.

Ma che dire del valore di un filmato che dimostra che non si è verificato nessun errore tecnico? Che dire di un filmato che documenta un malfunzionamento dell’apparecchio – e non un errore del chirurgo – come causa ultima della complicazione? La gente vuole credere che se adotta una certa tecnologia, quest’ultima risolverà tutti i problemi di sicurezza, di qualità o di funzionamento nel blocco. Ma la scienza sociotecnica ci dice che questa non è per forza la realtà; la tecnologia integra l’organizzazione, ha un impatto sulle squadre, sugli utenti finali, ma anche sui processi. È l’esito finale che determina il valore portato dalla nuova tecnologia.

La tecnologia può migliorare la qualità, la comunicazione e il lavoro di squadra, ma può anche ostacolarli. Abbiamo quindi imparato che ogni soluzione tecnologica deve essere associata a delle metodologie normalizzate, logiche e comprovate – dei processi – che traggono vantaggio tanto dalla nuova tecnologia quanto dalle realtà umane esistenti, per rispondere ai bisogni dei nostri pazienti e dell’organizzazione del blocco. Tra le altre sfide da affrontare, vi è quella della personalità del chirurgo (e posso dirlo perché sono io stesso un chirurgo). Alcuni chirurghi ritengono che il loro livello di competenza sia talmente buono che non trarrebbero nessun profitto dall’uso di una piattaforma di chirurgia digitale. La mia risposta a ciò è la seguente: “Non avrete nessuna difficoltà a partecipare dal momento che il vostro elevato e costante livello sarà la norma di performance per gli altri”.

A che genere di progetti lavora attualmente? 

“Oggi, lavoriamo a diversi cantieri i cui obiettivi sono i seguenti: migliorare la formazione virtuale ed il controllo della qualità delle procedure chirurgiche; automatizzare il rilevamento dei marcatori di eventi indesiderabili al fine di permettere un intervento in tempo reale e di favorire un miglioramento continuo; concentrarsi sulle infezioni del sito chirurgico e sulla loro riduzione utilizzando degli approcci manuali o automatizzati, integrati alla pratica del chirurgo; integrare nel nostro software degli algoritmi di rilevamento di fasi ripetitive per automatizzare le operazioni nel blocco operatorio. Ad esempio, automatizzando la chiamata del caso successivo, oppure notificando ai servizi delle pulizie che la sala dovrà essere pulita 30 minuti più tardi, ed altre funzioni banali ma essenziali per non gravare sul personale”.

E quali sono i suoi risultati?

“Abbiamo imparato che la tecnologia applicata in maniera isolata non è sufficiente a risolvere i problemi ai quali siamo confrontati nel campo delle cure sanitarie. Tutti vogliono una soluzione semplice per rispondere ad un problema complesso (per esempio, premere un interruttore oppure incorporare un algoritmo d’IA nella propria cartella medica condivisa per risolvere il problema). Questo non succederà, almeno non in tempi brevi. È una delle ragioni per le quali questo approccio non si limita alla piattaforma di chirurgia digitale, ma aiuta anche le organizzazioni a trarre vantaggio da una metodologia di miglioramento standardizzata e molto solida, associata alla tecnologia per creare affidabilità”.

Come percepisce il ruolo dell’assicuratore nella diffusione di questo tipo di innovazioni? 

“Gli assicuratori che sostengono questo tipo di approccio stanno creando due modelli di comportamento indispensabili per il settore del rischio. Da una parte, vedono che una buona politica di gestione dei rischi passa attraverso la promozione della qualità e della sicurezza, ma anche attraverso l’aiuto fornito alle organizzazioni per renderle più performanti; da un’altra parte, capiscono che l’innovazione è necessaria, in particolare in materia di gestione dei rischi e di pratiche di sottoscrizione. Gli assicuratori che sostengono l’approccio progettato da Caresyntax comprendono anche che potranno sviluppare delle pratiche di sottoscrizione molto più intelligenti e specifiche a vantaggio del chirurgo, della sua organizzazione e dell’assicuratore poiché integreranno ciò che io chiamo lo “spettro dei rischi”. Questo concetto non si fonda solo su ciò che genera un sinistro, ma su qualsiasi risultato inatteso causato ai pazienti che costituisca un rischio di responsabilità. Se comprenderà lo “spettro dei rischi”, un assicuratore sarà in grado di guidare i suoi soci affinché trattino i dati allo scopo di ridurre il numero di danni evitabile per i pazienti e, di conseguenza, di ridurre la loro esposizione globale. Si tratta di uno scenario “win-win-win”. Inoltre, orientandosi verso un’identificazione in tempo reale dei problemi clinici in evoluzione, l’assicuratore ha la possibilità di impegnarsi in una risoluzione precoce e proattiva dei reclami inevitabili”.

 

 

 

* Fondata a Berlino nel 2013, Caresyntax ha sviluppato un ecosistema di chirurgia digitale interamente integrato che offre ai fornitori di tecnologie, alle strutture sanitarie, ai produttori di dispositivi medici e agli assicuratori dati chirurgici utilizzabili, nonché un’automatizzazione che contribuisce a ridurre i rischi chirurgici.

La piattaforma Caresyntax, che coniuga l’Internet of Things (IoT), l’analisi dei dati e le tecnologie di Intelligenza Artificiale, trasforma i dati clinici e operativi non strutturati in informazioni utilizzabili, in tempo reale, automatizzando i flussi di lavoro a supporto del processo decisionale.

Il suo utilizzo da parte del personale sanitario e amministrativo consente in particolare di:

  • Aumentare la visibilità e la comprensione dei “punti caldi” per i rischi clinici e operativi
    • Automatizzare i processi e i flussi chirurgici
    • Ottimizzare l’assegnazione e l’utilizzo delle risorse necessarie al funzionamento del blocco operatorio
    • Agevolare l’apprendimento mediante i dati grazie al confronto di indicatori di prestazione
    • Ridurre la variabilità delle prestazioni tecniche e dei risultati clinici

Caresyntax ha sede in Germania e negli Stati Uniti. La soluzione Caresyntax è attualmente utilizzata in oltre 7.000 sale operatorie e 1.800 ospedali in tutto il mondo, che rappresentano oltre 10 milioni di interventi chirurgici all’anno.