L’IMPATTO DEL COVID-19 SULLA SANITÀ

L’IMPATTO DEL COVID-19 SULLA SANITÀ: UN’ANALISI DEGLI EFFETTI COLLATERALI NELLO SCENARIO INTERNAZIONALE

Secondo un’analisi predittiva dell’Università di Birmingham un numero molto elevato di operazioni – oltre 28 milioni – verrà annullato o rinviato a causa delle interruzioni causate dalla pandemia. Attualmente, i ricoveri ospedalieri sono drasticamente calati, come pure il numero di diagnosi di malattie gravi. Effetti “collaterali” della pandemia che necessitano di interventi rapidi per riprogrammare in sicurezza i servizi e adattare al nuovo contesto la gestione dei sistemi sanitari.  

 

Dall’inizio della pandemia di Covid-19, i ricoveri ospedalieri sono diminuiti precipitosamente nel 2020[1]. Negli Stati Uniti, ad esempio, nella settimana dell’11 aprile i ricoveri previsti sono scesi al 68% e alcuni ospedali hanno riferito di operare ad una capacità inferiore del 50%. Il calo dei volumi è stato in gran parte dovuto agli ospedali che hanno intenzionalmente ridotto la chirurgia elettiva programmata e non urgente e altri trattamenti medici non critici.

 

Fonte: Epic and KFF Analysis of Epic Health Record System COVID-19 related data as of September 2020

 

A maggio, l’Università di Birmingham ha stimato che oltre 28 milioni di interventi chirurgici elettivi in tutto il mondo potrebbero essere annullati a causa della pandemia[2]. Ad oggi il 38% degli interventi chirurgici sul cancro a livello mondiale è stato rinviato o annullato. Lo studio stima inoltre che ci vorranno circa 45 settimane per eliminare l’arretrato degli interventi in sanità. Una recente indagine, inoltre, ha rilevato che il numero di pazienti con cancro al seno identificati di recente è diminuito del 52% negli Stati Uniti in primavera[3].

Gli effetti collaterali del ritardo degli interventi chirurgici sono complessi. A causa dell’impossibilità di ricevere cure, le condizioni mediche dei pazienti sono peggiorate. Inoltre, le diagnosi di malattie gravi – spesso scoperte solo in sala operatoria – sono diminuite in modo significativo. Un altro effetto sono i tassi di complicanze chirurgiche più elevati a seguito del peggioramento delle condizioni mediche dei pazienti: più una malattia grave è avanzata, infatti, maggiore è il rischio delle sue complicazioni.

L’accesso alle competenze chirurgiche è un’altra grande area colpita dal Covid-19. Durante l’inizio della pandemia, quando molti paesi sono stati bloccati, è stato difficile per gli stakeholder sanitari cruciali accedere alla sala operatoria. Due gruppi sono stati gravemente limitati nella loro capacità di svolgere i loro compiti: i rappresentanti di società di vendita nel settore della diagnostica e dei presidi bio-medicali, necessari per installare apparecchiature mediche cruciali; i chirurghi specializzati che in precedenza si recavano negli ospedali per eseguire interventi chirurgici.

Se, da una parte, c’è stato un aumento della quantità di interventi chirurgici complessi e urgenti, dall’altra, le procedure elettive sono state più frequentemente posticipate con una drastica riduzione dell’attività chirurgica programmata e non urgente. Considerando, ad esempio, il caso di paesi, come l’Australia, che hanno vietato ai cittadini di lasciare il proprio stato, alcuni chirurghi specializzati non hanno potuto eseguire interventi durante l’apice della pandemia e operare in tutto il paese. In taluni casi, quindi, ciò ha comportato l’esecuzione dell’intervento senza l’expertise prestabilita, oppure il rinvio dello stesso.

Come risultato della seconda ondata di Covid-19 dell’autunno, gli ospedali di tutta Europa sono stati ancora una volta costretti a rinviare un numero maggiore di interventi chirurgici per mantenere disponibili sufficienti letti di terapia intensiva per i pazienti affetti da coronavirus[4].

Tuttavia, le capacità dei posti riservati in terapia intensiva sono state utilizzate solo in misura limitata per il trattamento dei pazienti Covid in molti paesi, come ad esempio in Germania. A causa degli alti costi associati alla scarsa occupazione dei letti in terapia intensiva, molti ospedali dovranno però affrontare un bilanciamento per ridurre gradualmente l’arretrato degli interventi chirurgici, rimanendo allo stesso tempo preparati per un’ondata di pazienti Covid-19. Una ragione valida per investire sempre più nella medicina territoriale, garantendo un’assistenza primaria e preventiva come alternativa all’ospedalizzazione e per trasformare la gestione dei sistemi sanitari con il coinvolgimento di tutti gli attori della sanità.

 

 

[1] Questo articolo è tratto dall’analisi di Bjoern von Siemens, fondatore di Caresyntax, che ha collezionato i dati provenienti da diverse indagini internazionali citate nelle note successive.

[2] AA.VV., Elective surgery cancellations due to the COVID‐19 pandemic: global predictive modelling to inform surgical recovery plans, in “British Journal of Surgery”, Maggio 2020.

[3] Epic and Kff Analysis of Epic Health Record System COVID-19 related data September 2020.

[4] Cfr. ad esempio i dati di Nomisma sul rinvio degli interventi durante l’epidemia, all’interno dell’analisi “Riprogrammazione degli interventi chirurgici, liste d’attesa e mobilità sanitaria: il Covid spingerà gli italiani a curarsi vicino a casa?”.