SINISTRI OSTETRICIA: UNO STUDIO DECENNALE DI SHAM

SINISTRI OSTETRICIA: UNO STUDIO DECENNALE DI SHAM

277 dossier raccolti da Sham in Francia nell’arco di una decade analizzano una delle tematiche più delicate del risk management sanitario. Tra gli elementi individuati c’è la carenza frequente di comunicazione tra i sanitari.

 

La gestione delle richieste di risarcimento ricopre un ruolo sempre più importante per la sostenibilità finanziaria dei sistemi sanitari e la crescita delle denunce in ostetricia è una sfida sia sul piano della prevenzione che della solidità finanziaria delle strutture ospedaliere.

Il “Panorama of medical risk Sham” ha mostrato come nel 2017, il 9,1% dei giudizi di risarcimento che hanno dichiarato le strutture sanitarie responsabili dei sinistri riguardava i reparti di ostetricia; tali sinistri rappresentano il 46,7% dei costi totali dei risarcimenti di quell’anno. Questa proporzione sbilanciata è ben nota: nonostante gli incidenti in ostetricia siano rari, le loro conseguenze sono spesso drammatiche, comportando quindi un alto costo di risarcimento.

Un aspetto che Alessandra Grillo, Direttore operativo di SHAM Italia, aveva affrontato durante il Global Meeting della International Gynecologic Cancer Society. Durante il suo intervento, Grillo aveva sottolineato come, tra tutti i claim, quelli che si rifanno al reparto di ostetricia e ginecologia risultano essere i più temuti, avendo uno dei più alti impatti emotivi e causando danni molto gravi alla struttura nella quale avvengono.

Una tematica che è, quindi, di grande interesse a livello europeo per chi si occupa di Risk Management. Al fine di approfondire la tematica, Sham Francia ha avviato uno studio retrospettivo per analizzare i sinistri nel reparto d’ostetricia, con l’obiettivo di identificare i punti critici presenti negli storici dei sinistri i e promuovere, quindi, una riflessione e condivisione sulle best practice.

Lo studio retrospettivo si è basato su 277 dossier, raccolti da Sham in un arco temporale di 10 anni riguardanti gli incidenti con gravi danni al nascituro. Tra questi sono stati inclusi: i neonati deceduti a seguito di un incidente durante il parto, quelli che soffrono di una infermità motoria e celebrale e, infine, bambini con paralisi ostetrica del plesso brachiale.

Il campione è risultato essere composto dalle categorie più fragili tra i nascituri.

Sono presenti infatti: prematuri (28,8% vs. 6%), post-maturi (21,7% vs. 16,8%) e gravidanze gemellari (8,7% vs. 1,5%).

In circa il 69% dei dossier analizzarti, è stata notata una mancanza: l’assenza di conformità delle buone pratiche mediche, accompagnata da un deficit di informazioni, una scarsa sorveglianza, una comunicazione sbagliata tra gli stessi medici e un evidente problema organizzativo.

Questo studio ha permesso di distingue due tipologie di nascite:

  • I bambini la cui nascita è stata segnata da un incidente grave come, ad esempio, la rottura dell’utero o il prolasso del cordone ombelicale;
  • I bambini la cui nascita non è stata accompagnata da un incidente grave.

Per quanto riguarda i bambini nati con un parto caratterizzato da un grave incidente, si è visto che la rottura dell’utero è responsabile di una encefalopatia per il 13,8% dei casi e del decesso dell’infante nel 11,5% dei casi.

Nel tentativo di parto vaginale con utero sfregiato (16,2% delle pazienti con utero sfregiato nel campione), il tasso di rottura uterina è del 44,4% e la mortalità neonatale del 40% (contro 0,2-0,8% e 0,11% rispettivamente nella popolazione generale).

Nel secondo gruppo, ossia nei casi in cui non ci sono stati incidenti gravi durante il travaglio, i sinistri sarebbero avvenuti a causa di un’anomalia del ritmo cardiaco fetale non diagnosticata o scoperto tardivamente.

L’analisi degli incidenti ha posto in risalto anche una comunicazione particolarmente deficitaria nel 47,3% dei casi presi in esame con eventi avversi e nell’82,5% dei casi che riguardano nascite senza incidenti gravi.

La comunicazione con i pazienti è insoddisfacente ma l’elemento fondamentale è un inadeguato scambio d’informazioni tra lo stesso personale medico, che risulta essere impreciso, incompleto, ambiguo e sbagliato.

Lo studio francese dimostra che la comunicazione e lo scambio di informazioni sono essenziali in ostetricia, sia con le pazienti che all’interno del team interdisciplinare e permette di attuare una gestione ottimale.

Nel webinar SHAM del 30 ottobre 2020, incentrato sull’integrazione della gestione dei sinistri nel rischio clinico e su come lo storico degli eventi avversi può essere d’aiuto nella mappatura dei rischi, il Dott. Umberto Fiandra, Dirigente Medico Sc Qualità, RM, Accreditamento, AOU Città della Salute, aveva a sua volta sottolineato l’importanza della comunicazione, affinché il processo medico sia compreso da tutti, avendo a disposizione una visione sistematica e a largo raggio.

Da più fonti emerge, perciò, che per curare bene un paziente le informazioni devo essere trasmesse, conosciute e tracciate.

Anche per questo motivo Sham sostiene attivamente la formazione nel lavoro di squadra, attraverso la valorizzazione del lavoro di gruppo in team pluri-professionali aventi un obiettivo comune: la salute dei pazienti.