RIPENSARE E RISTRUTTURARE LE RSA DURANTE E DOPO L’EMERGENZA DEL CORONAVIRUS
Il corso organizzato dall’Università Marconi in collaborazione con INSH dedicato alla “Sicurezza e gestione del rischio clinico nelle RSA durante il COVID-19”. Il dottor Riccardo Tartaglia: “Urgente intervenire non solo a livello strutturale ma anche formativo”.
Guardando all’indice di vecchiaia in Italia 2020 emerge come ci siano 178,4 anziani ogni 100 giovani. Una popolazione sempre più fragile e bisognosa di assistenza, che durante l’emergenza legata al Covid19 ha dovuto confrontarsi con le problematiche non solo del sistema sanitario ma anche assistenziale. Esempio lampante sono proprio le Residenze Sanitarie Assistenziali, dove la percentuale di residenti over 85 si avvicina al 74%. Diventate in alcuni casi focolai di contagi, le RSA sono un ingranaggio importante per il funzionamento del nostro Paese: “Spesso per ragioni sanitarie, lavorative ed economiche le famiglie non sono in grado di fornire l’assistenza di cui i loro cari necessitano – conferma il dottor Riccardo Tartaglia, Presidente onorario di INSH e medico specialista in Medicina del Lavoro e in Igiene e Medicina Preventiva– ed ecco quindi che le RSA diventano un sostegno e una risorsa fondamentale”.
“Esse ospitano una fetta molto vulnerabile della popolazione, ed è per questo necessario ed urgente metterle in sicurezza, non solo per difendersi dal Covid19 ma anche per colmare quelle differenze che emergono a livello territoriale ed economico” continua il dottor Tartaglia, evidenziando come sia fondamentale ripensare e ristrutturare le Rsa. “Gli aspetti su cui intervenire sono molteplici – spiega- a partire dalle dotazioni tecnologiche. L’utilizzo di dispositivi che permettono un monitoraggio costante e telematico dei pazienti è fondamentale in una fase come quella che stiamo vivendo, ma non solo: l’uso ad esempio dei braccialetti che misurano frequenza cardiaca, respiratoria, la temperatura cutanea permette di avere sotto controllo diversi parametri e intervenire tempestivamente laddove questi si vadano a modificare”. Da ripensare sono anche gli spazi: “I contagi da coronavirus hanno reso evidente come tenere nella stessa stanza 3-4 pazienti favorisca i contagi non solo di coronavirus, ma anche di altre infezioni”. Da non sottovalutare anche l’aspetto psicologico legato agli ambienti in cui vengono ospitati i pazienti. Questi infatti spesso risultano essere un ambiente ibrido tra quello casalingo ed ospedaliero, con innegabili effetti sulla serenità dei residenti.
“Abbiamo anche la necessità di mettere in sicurezza i medici e gli infermieri che lavorano in queste strutture – continua Tartaglia – hanno a che fare con pazienti estremamente difficili, ed è necessario un supporto specialistico della geriatria che coadiuvi gli operatori di medicina generale nel loro lavoro quotidiano”. Non solo: è fondamentale che chi lavora all’interno delle RSA sia messo in sicurezza e protetto. Ed è in questa prospettiva che Italian Network for Safety in Healthcare in collaborazione con l’Università degli Studi Guglielmo Marconi, ha organizzato un importante corso dedicato alla “Sicurezza delle cure e gestione del rischio clinico nelle RSA durante il COVID-19”. Nel prossimo futuro le RSA saranno presidi territoriali indispensabili e ben integrati nel sistema sanitario, che si interfacceranno in modo sistematico e strutturale sia con gli Ospedali per acuti che con la medicina ed assistenza socio sanitaria del territorio (Medico di famiglia, Casa della Salute, AFT). “Il corso, che è rivolto sia a infermieri che a medici, è totalmente telematico – spiega Tartaglia – questo perché non volevamo influire sull’attività lavorativa dei frequentatori, che potranno accedere al pacchetto di lezioni quando preferiscono nell’arco di un periodo lungo tre mesi”. Gli argomenti trattati durante le 34 ore di lezione spazieranno dalla conoscenza del quadro normativo e delle responsabilità̀ professionali derivanti dalla non applicazione di quanto prevede la letteratura internazionale per una buona assistenza al paziente geriatrico fino alle tecniche di analisi reattiva degli incidenti. Per conoscere il programma completo del corso di formazione, alla cui conclusione verrà rilasciato un attestato con l’attribuzione di 12 CFU, visitare il sito ufficiale dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi o di INSH www.insafetyhealthcare.it