GESTIONE DEL RISCHIO: INTEGRAZIONE DEGLI STORICI DEI SINISTRI PER MIGLIORARE LA PREVENZIONE FUTURA
L’impatto che l’analisi dei sinistri ha sulla riduzione dei bias nella previsione del rischio a priori: ecco il tema del webinar Sham On Air del 30 ottobre “La dinamica del miglioramento in sanità: integrare efficientemente gestione dei sinistri e del rischio”.
Venerdì 30 ottobre 2020 si è tenuto il webinar Sham On Air incentrato sull’integrazione della gestione dei sinistri nel rischio clinico e su come lo storico degli eventi avversi può essere d’aiuto nella mappatura dei rischi.
Hanno preso parte al dibattito: Umberto Fiandra, Dirigente Medico Sc Qualità, RM, Accreditamento, AOU Citta della Salute e Anna Guerrieri, Risk Manager di Sham.
“Il medico ha una visione individuale” esordisce il Dott. Fiandra “per questo, nelle aziende sanitarie, è bene studiare tutti i passaggi di un processo come ad esempio il metodo FMECA. Sul processo è doveroso fare un’analisi specifica e condivisa, a differenza magari dell’analisi di prodotto che può essere qualitativa e personale. Occorre inizialmente valutare i rischi lordi, identificare e valutare i sistemi di gestione e i rischi netti e, infine, arrivare ad un piano d’azione. Per fare ciò, è necessario superare le difficoltà di comunicazione tra i diversi livelli operativi di un’azienda. Comunicar e il proprio feedback fa sì che l’intero processo sia compreso da tutti, avendo a disposizione una visione sistematica e a largo raggio”.
“La gestione del rischio è responsabilità di tutti – ha confermato Anna Guerrieri, Risk Manager di Sham e – Bisogna misurare e tracciare al fine di avere una governance sistemica. È necessario mappare ogni fenomeno che avviene al fine di comprendere lo storico e predire i rischi futuri”.
Per fare ciò Sham ha adottato l’approccio metodologico di analisi a priori del rischio creato dal Gruppo Relyens denominato “Cartorisk”. Analizzando a priori i rischi inerenti ad alcuni principali processi di erogazione di prestazioni sanitarie, è infatti possibile realizzare una mappatura dei processi, dei maggiori rischi inerenti ad essi, delle barriere utilizzate all’interno dei presidi per la loro gestione e del rischio residuo da gestire.
“Nel 2018, in un progetto in collaborazione con l’Università di Torino, abbiamo mappato tutto il percorso della persona assistita in area materno-infantile – prosegue Guerrieri -. “Questo impegno ha permesso la formazione sul campo di 300 professionisti, la valutazione di 1800 possibili rischi e l’individuazione di 183 azioni di miglioramento”.
I dati assumono, in questo scenario, sempre più importanza e diventano fonte necessaria per arginare bias di calcolo. Costruendo uno storico dei sinistri è possibile comprendere cosa non ha funzionato nel processo con maggiore precisione.
Lo storico degli eventi avversi diventa, secondo i due relatori, uno strumento per tarare una mappatura a priori, permettendo la riduzione dei bias e portando alla luce il processo in tutta la sua interezza.
“Esiste già un database storico a cui riferirsi” continua il Dott. Fiandra “il SIMES è il Sistema Informativo per il Monitoraggio degli Errori in Sanità ed ha l’obiettivo di raccogliere le informazioni relative agli eventi sentinella e alle denunce dei sinistri sul territorio nazionale. Tale sistema permette la valutazione del rischio e il monitoraggio degli eventi avversi ed è la base per ogni azione di miglioramento per quanto riguarda l’individuazione del rischio clinico. Tutti i Big Data dei contenziosi sono raccolti in maniera sistemica e utilitaristica, vengono elaborati e poi messi in esperienza”.
È necessario analizzare bene tutti i dati a disposizione, quelli passati così come quelli presenti, questa la conclusione del webinar, ma cosa più importante è la richiesta un’alta qualità del dato stesso.Un dataset costruito bene permette la profilazione degli eventi da cui trarre il massimo dell’esperienza. Per fare ciò è richiesta la standardizzazione dei processi di riferimenti che a loro volta devono essere suddivisi in sotto processi.
Per questo motivo risulta necessaria la diffusione della cultura della misurazione del rischio, in modo da permettere l’integrazione di codifiche e misure per avere contenuti validi. Comprendere cosa sia successo in passato aiuta a predire con maggiore chiarezza i rischi futuri.