Vincenzo De Filippis

ASPETTANDO IL PICCO: COSA IMPARARE DALL’ESPERIENZA DELL’ASL BARI

“La lezione fondamentale – dice il Direttore del Rischio Clinico Vincenzo De Filippis – è la formazione e la motivazione del personale su terapie e procedure. Solo così avranno la fiducia per affrontare la situazione”. L’ASL Bari, 1 milione e 300mila cittadini serviti, si sta preparando al momento peggiore della seconda ondata portando da 1000 a 2900 i posti per il Covid.

 

La preparazione alla seconda ondata del COVID non passa solo attraverso posti letto e strutture sanitarie riconvertite. “Dalla nostra esperienza posso dire che la conditio sine qua è la formazione e la motivazione del personale – dice Vincenzo De Filippis, direttore della U.O.C. Rischio Clinico e Qualità della ASL Bari -. Medici ed infermieri devono essere informati sulle procedure di protezione individuale e ambientale, sulle terapie da applicare in caso di COVID e sui parametri da monitorare. Solo così avranno fiducia di poter superare l’ondata. Altrimenti la paura, non per sé ma di non poter fare nulla per i pazienti, azzopperrà gli sforzi. Quello che stiamo chiedendo a chirurghi e medici di tutte le specialità è, sostanzialmente, di trasformarsi in medici esperti in Covid, trattando campi che non hanno mai toccato prima. Dobbiamo dargli  procedure semplici, chiare, applicabili da seguire”.

Ecco il punto di partenza della riconfigurazione della ASL Bari aggiornata al 3 Novembre 2020. “L’obiettivo è passare da 343 posti letto COVID ai 904 che sappiamo saranno necessari per la fine del mese (il dato atteso in Puglia di fabbisogno di posti letto è di 1100 al 6 novembre, 2000 al 20 novembre e 2900 al 30 novembre)”.

Le misure prese sulle strutture: raddoppiati i posti di intensiva e sub intensiva, attivati due ospedali per post acuti, convertito un’intera struttura come ospedale e un reparto maternità COVID, attivati due presidi ospedalieri con aree Covid attrezzate e attuate disposizioni emergenziali in tutti gli ospedali. Inoltre è stato richiesto il concorso anche dell’Ospedale Ecclesiastico “Miulli” (già intervenuto in primavera scorsa) e di due case di cura accreditate..

“Importante è stata anche l’esperienza dei medici e anestesisti che sono partiti volontari questa primavera per fronteggiare l’emergenza al Nord. Le lezioni che hanno appreso ci hanno aiutato a mettere a punto i percorsi COVID e COVID-free all’interno, prima di tutto del Pronto Soccorso, e nell’attivazione del presidio full Covid”.

“Riceviamo ottimi segnali dal punto di vista delle precauzioni e delle procedure di vestizione da parte del personale sanitario: abbiamo pochissimi casi di infezione tra il personale, anche nei punti caldi del Pronto Soccorso”.

Tra gli accorgimenti che consigliamo di seguire: “Evitare che le persone restino sulle ambulanze a lungo e far sì che tutti gli asintomatici e i paucisintomatici rimangano a casa con terapia”.

“Queste sono le misure messe in atto in vista di un incremento dei contagi. Sono tutte importanti ma ribadisco che il morale degli operatori sanitari e le informazioni aggiornate rimangono determinanti per avere una risposta efficace all’emergenza”.