LA NUOVA FORMAZIONE DEI RISK MANAGER IN SANITÀ
Una formazione innovativa e specialistica sul Risk Management sanitario: è questa la cornice del primo Master Universitario di II° Livello “Sicurezza delle cure, governo clinico e gestione del contenzioso”, realizzato dalla Mutua Sham in collaborazione con il Dipartimento di Management dell’Università di Torino e sotto il patrocinio di Federsanità-Anci. Le iscrizioni sono aperte fino al 30 ottobre.
Con il primo Master Universitario di II° Livello, dedicato alla gestione del rischio e dei sinistri in sanità, prende avvio l’avanzamento della formazione dei Risk Manager e/o dei professionisti di settore interessati, con l’obiettivo di affrontare al meglio le criticità del presente, ma con uno sguardo attento sul futuro. Il Master “Sicurezza delle cure, governo clinico e gestione del contenzioso” nasce per accompagnare e stimolare la crescita culturale dei professionisti in tematiche fondamentali come la Responsabilità Civile Sanitaria, la gestione dei contenziosi e la gestione dei rischi; ma lette ed interpretate oggi con nuovi ed ambiziosi parametri, più aderenti alle esigenze formative di professionisti che lavorano in un contesto molto incerto, complesso e in costante evoluzione quale quello sanitario.
“Abbiamo bisogno di una formazione specialistica dedicata alla gestione dei rischi, declinati appositamente al purale, ma non solo – spiega la Risk Manager della Mutua Sham, Anna Guerrieri –. Rispetto a questo tema, è necessario dare rilevanza ad ulteriori aspetti che fanno parte della governance sanitaria e che vedono nel management aziendale, nella misurazione delle performance, nella definizione di budget e obiettivi, nonché nella condivisione di strumenti concreti di analisi, misura e tracciabilità dei fenomeni, elementi imprescindibili per migliorarci e affrontare il prossimo futuro meglio di quanto abbiamo fatto finora”.
Il Master, nato dalla collaborazione tra la Mutua Sham e il Dipartimento di Management dell’Università di Torino, vanta il sostegno di Federsanità-Anci: “I partner di questa iniziativa – sottolinea la RM – sono soggetti istituzionali per loro natura differenti e portatori di interessi differenti che, tuttavia, convergono nel comune obiettivo di far crescere la cultura dei rischi sul territorio nazionale. Ciò rappresenta un dato significativo e una modalità “altra” di relazione, non antagonista ma impostata su una strategia win-win, possibile e fruttuosa. Soltanto mettendo insieme le nostre specificità e coordinando le nostre eccellenze, saremo in grado di rispondere alle esigenze reali di strutture e professionisti della salute, in un contesto sempre più complesso, globalizzato ed incerto”.
Con l’uso di strumenti operativi dedicati, il Master propone elementi di innovazione nella formazione specialistica dei Risk Manager: “Il cambio di passo – evidenzia Guerrieri – è rappresentato dall’offrire strumenti concreti per lavorare sul campo, trasferendo maggiormente la teoria nella pratica attraverso diverse modalità di gestione. Questo non significa non considerare la letteratura in materia o l’esperienza del passato, che rimane fondamento metodologico imprescindibile, ma aggiungere altri elementi e stimolazioni propedeutiche per affrontare meglio il futuro. L’ambizione è coinvolgere tutti i partecipanti ad una maggiore responsabilità rispetto a ciò che viene fatto e alle modalità di come viene fatto. Una responsabilità che comprende la condivisione di strumenti e metodi di misura e tracciamento delle nostre attività quotidiane. Sul campo, la qualità delle nostre performance è determinata dall’integrazione di modalità diverse di analisi, identificazione e gestione dei rischi.
Un approccio formativo integrato che si adatta al contesto di riferimento: “La lettura degli eventi avversi accaduti, inseriti nei processi di erogazione delle prestazioni sanitarie – prosegue la Risk Manager della Mutua Sham – diviene una competenza importante. Tutto questo deve necessariamente vedere coinvolta l’area manageriale e gestionale della struttura, la corretta quantificazione delle conseguenze dannose arrecate a terzi, l’appropriata valutazione delle riserve e dei fondi dedicati, con l’obiettivo di ottimizzare la governance aziendale. Imprescindibile è dunque la connessione organica di molte aree: management, gestione strategica aziendale, quantificazione economica dei danni, gestione dei rischi, gestione degli eventi avversi, misurazione delle performance, qualità ed accreditamento.
Un approccio, inoltre, che cambia il ruolo del Risk Manager in sanità: “Oggi – conclude Guerrieri – il Clinical Risk Manager è chiamato ad evolversi divenendo sempre più una figura professionale aperta alla pluralità dei rischi insiti nell’attività sanitaria. Il suo ruolo è sempre più quello di connettore tra tutti i professionisti specializzati che gestiscono parti specifiche del rischio, capace di integrare le declinazioni peculiari di ciascuno”.
“L’attuale contesto pandemico evidenzia quanto la gestione dei rischi debba non soltanto guardare ed applicare modalità reattive di gestione, ma avviarsi ad un risk management realmente anticipante. La pandemia ha rilevato, ad esempio, l’importanza di un rischio quale il cyber risk. Telemedicina, gestione di quantità maggiori di dati sensibili e sanitari, accesso ai sistemi informatici sempre più evoluti, espongono il mondo sanitario alla criminalità organizzata, che fa dell’appropriazione indebita dei dati la sua ragion d’essere. Proprio con l’obiettivo di conoscere lo stato dell’arte italiano su questo tema, a seguito dell’implementazione del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati dell’Unione Europea, è in corso il sondaggio “Capire il rischio cyber: il nuovo orizzonte in sanità”, realizzato sempre in collaborazione con l’Università di Torino, per restituire informazioni utili sull’adeguamento delle strutture italiane alle nuove normative e sulla conoscenza del fenomeno. Un tassello in più da inserire nel puzzle della nuova formazione rivolta ai Risk Manager”.