Roberto Ravinale

CYBER RISK: UN QUESTIONARIO PARTECIPATIVO PER CONOSCERE IL LIVELLO DI PREPARAZIONE DELLA SANITÀ ITALIANA

La pandemia comporterà cambiamenti a lungo termine nell’orizzonte sanitario. Alcuni, come l’impiego di software avanzati per il supporto diagnostico o la migrazione in remoto di visite e monitoraggi periodici erano già avviati, ma l’esperienza del lockdown e l’esigenza del distanziamento accelererà la loro introduzione.

Sia il machine learning che il potenziamento della telemedicina richiedono l’utilizzo e lo scambio di una grande quantità di dati sanitari. L’esigenza di un framework operativo che permetta questo scambio in sicurezza è ormai impellente: vi è la necessità di creare uno spazio nel quale i medici e strutture sanitarie possano accedere a dati importanti per curare meglio le persone. Allo stesso tempo, è necessario che questo scambio di informazioni sia ‘sicuro”, sia per la privacy della persona che sotto il profilo della responsabilità civile per la struttura o il professionista sanitario coinvolto. Secondo quanto riportato nel Rapporto Clusit 2020 edito dall’Associazione Italiana dei rischi informatici[1] il settore sanitario è un obiettivo preferenziale del cybercrimine e soffre di più violazioni dati di qualsiasi altro.

Il Cyber Risk si aggiunge, perciò, al novero dei rischi in sanità e va gestito come tale: una nuova dimensione del rischio clinico.

Sham è pronta ad affrontare questo nuovo scenario con gli strumenti assicurativi e tecnologici che possono permettere alla sanità digitale di divenire un elemento di routine nel panorama delle cure.

Il primo passo per accompagnare i nostri soci/assicurati in un percorso di miglioramento è conoscere il loro livello di partenza. Per questo abbiamo stilato, assieme al Dipartimento di Management dell’Università di Torino, un veloce questionario che mettiamo a disposizione dell’intero ecosistema sanitario.

Si tratta di una ventina di domande alle quali rispondere con un “sì” o con un “no” con lo scopo restituire una panoramica sul livello di preparazione e consapevolezza del tessuto sanitario relativamente al rischio informatico.

Quello di coinvolgere la ricerca universitaria nell’esperienza di Risk Management sul campo è ormai una prassi consolidata di Sham in Italia: questo ci consente di mantenere sempre aggiornata la risposta al rischio, declinandola sulle esigenze del singolo caso.

Questo percorso, però, tengo a specificarlo, non è limitato ai soci /assicurati Sham. E’ un percorso partecipativo aperto a tutte le realtà sanitarie. I risultati dello studio saranno infatti disponibili pubblicamente una volta concluso. Un orizzonte ampio confermato anche dall’autorevolezza dei numerosi enti patrocinatori che ringrazio personalmente.

In ordine alfabetico: l’Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO); l’Associazione Religiosa Istituti Socio Sanitari (ARIS); il Consorzio universitario per l’ingegneria nelle assicurazioni (CINEAS); Federsanità – ANCI; la Società Italiana Rischio Clinico (SIRiC).

Creare le condizioni per la sicurezza è, del resto, un interesse comune e, per esperienza, sappiamo che queste condizioni si consolidano solo grazie a un lavoro congiunto e tramite la condivisione delle informazioni che contribuiscono al miglioramento delle pratiche sanitarie.

 

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Qui (LINK) per rispondere al questionario

 

Grazie, come sempre, della vostra attenzione e buona lettura!

Roberto Ravinale

Direttore Esecutivo di Sham in Italia

 

 

[1] Pag 183 Sicurezza nel settore sanitario – Perché gli ospedali sono così violabili? [A cura di Filip Truță, Bitdefender] – Link rapporto