I NUMERI DELLA RESPONSABILITÀ CIVILE SANITARIA IN ITALIA
All’inizio del 2020 il settore continua a manifestare incertezza in attesa dei decreti attuativi
A cura dell’Avvocato Ernesto Macrì[1]
Alcune tendenze di fondo emergono dal bollettino statistico IVASS “I rischi da responsabilità civile sanitaria in Italia 2010-2018”[2], pubblicato a ottobre 2019. Tra queste, in specie: la diminuzione delle strutture sanitarie pubbliche assicurate; un aumento delle strutture sanitarie private che decidono di trasferire il rischio alle imprese di assicurazione; la riduzione delle denunce di sinistro ricevute dalle compagnie e, infine, l’aumento del costo di gestione per le singole procedure. Un aumento del costo medio collegato, non di rado, alla lentezza della procedura di liquidazione dei sinistri. Diversi sono gli spunti di riflessione che emergono dai dati raccolti, che delineano un settore che sconta ancora parecchie incertezze, nonostante sia stato una delle principali direttici di marcia della recente Legge Gelli-Bianco. Tuttavia, la mancata approvazione dei decreti attuativi, non permette ad oggi di delineare ancora con estrema precisione i confini del suo sviluppo futuro, rimanendo, perciò, un settore in attesa di definizione.
I dati riportati nel bollettino IVASS fotografano, in qualche modo, questa incertezza. Partendo dai premi raccolti, questi ammontano a 612 milioni di Euro nel 2018, attestando così un leggero incremento rispetto all’anno precedente, e rappresentando così il 14% dell’intero mercato riconducibile alle responsabilità civile in Italia. Il settore delle strutture sanitarie pubbliche, come dicevamo, ha registrato, tra il 2018 e il 2017, una sensibile diminuzione del numero delle strutture sanitarie assicurate: si è passati dalle 751 del 2017 alle 581 del 2018. Un dato che pare confermare la tendenza di fondo a prediligere forme di c.d. autoassicurazione nel settore pubblico. “Continua a crescere – si legge, infatti, nel bollettino – l’utilizzo dell’auto-ritenzione del rischio delle strutture sanitarie pubbliche, con accantonamenti a tale scopo pari a 592 milioni nel 2017, oltre il doppio dei premi pagati per l’assicurazione tradizionale”. La flessione nel settore pubblico viene, in qualche modo, bilanciata dalla raccolta dei premi assicurativi delle strutture sanitarie private e del personale sanitario, che fanno registrare un non trascurabile aumento (rispettivamente +44% e +65%). In leggera crescita anche le assicurazioni per colpa grave pari ad un valore complessivo di 56mila coperture. In questo ambito vale la pena sottolineare che, secondo quanto riportato nella pubblicazione IVASS, “un medico paga mediamente un premio di 1.000 euro, pari a cinque volte e mezzo quello medio del personale sanitario non medico”.
Per quanto riguarda il numero delle denunce di sinistro ricevute dalle imprese assicurative nel 2018 – pari a 17.262 – vi è da segnalare una riduzione del 9,7 per cento rispetto al 2017, confermando perciò un trend in diminuzione, iniziato sin dal 2012. Rimane, inoltre, elevata la quota delle denunce senza seguito: circa la metà di quelle pervenute prima del 2017.
Uno dei dati più significativi riguarda, purtroppo, la lentezza dei risarcimenti. Alla fine del 2018 rimanevano da saldare il 25% delle denunce presentate nel 2010 e quasi il 35% di quelle depositate nel 2011. Solo il 6 per cento dei sinistri denunciati viene risarcito nel corso di 24 mesi.
Ciò rappresenta, come affermato da IVASS, “una caratteristica, comune a tutti i rami di responsabilità civile, a cui contribuisce oltre alla complessità degli accantonamenti dei sinistri più gravi, anche la lentezza del contenzioso”. La lentezza dei risarcimenti, tuttavia, alimenta un fenomeno che finisce per incidere negativamente nell’ambito sanitario: il progressivo aumento del costo medio dei sinistri.
Infatti, il costo medio di un sinistro aperto nel 2010 era pari a 37mila Euro. Il valore dello stesso sinistro, aperto nel 2018, è stato pari a 78mila euro.
È a partire da questo dato è possibile anche comprendere perché, in particolare, l’assicurazione delle strutture sanitarie pubbliche registri una redditività tecnica negativa, con un volume degli accantonamenti che è salito del 248% tra il 2010 e il 2017.
In conclusione, dal bollettino IVASS emerge, in maniera evidente, come il segmento assicurativo, nell’ambito della responsabilità sanitaria, continui, tutt’ora, nonostante l’intervento riformatore del legislatore, ad operare in un contesto difficile, pur essendo in presenza, come riconosciuto dalla Legge Gelli, di una materia che riveste anche una spiccata componente sociale, sia per i risarcimenti che per la quantificazione dei rischi. È auspicabile, pertanto, che il quadro normativo, con la promulgazione dei tanto attesi decreti attuativi, contribuisca a stabilire elementi di certezza in un quadro ancora troppo magmatico.
[1] L’autore ha trattato estesaente dell’argomento qui sintetizzato ne “Rc sanitaria/ Bollettino Ivass 2019, in attesa dei decreti attuativi della legge Gelli-Bianco il barometro assicurativo segna incertezza”, 9 gennaio 2020, Sanità24 – il Sole 24ore (Paywall)
[2] Testo pubblicazione a al seguente link sul sito IVASS