L’INFORMATIZZAZIONE DELLA SOMMINISTRAZIONE DEI FARMACI
Le misure del sistema di prescrizione e somministrazione del farmaco previste dalla ASL di Alessandria conducono ad una maggiore sicurezza dei processi e ad una più completa tracciabilità del farmaco, coinvolgendo ben cinque presidi ospedalieri
“Informatizzazione della prescrizione e somministrazione dei farmaci: indicatori di sicurezza, di performance e di appropriatezza per i reparti” è la buona pratica realizzata nell’ASL di Alessandria e presentata da Marialuisa D’Orsi, Farmacista referente di progetto. Un nuovo sistema che ad oggi conta 612 medici, 1500 infermieri e 20 farmacisti utilizzatori, che ha previsto un importante lavoro di formazione e condivisione degli obiettivi con gli operatori ed è assistito attraverso una reperibilità h24. Il Progetto ha vinto il “Premio Qualità” Joint Commission, il concorso con giuria internazionale avente l’obiettivo di contribuire alla diffusione di una cultura del miglioramento continuo della qualità in ambito sanitario.
Il cambiamento organizzativo ha previsto la realizzazione di una piattaforma tecnologica avanzata per la gestione informatizzata del farmaco in ospedale, includendo la prescrizione, la dispensazione e la somministrazione. L’utilizzo è stato esteso e consolidato in tutti i 29 reparti di degenza operativi dal 2014. “Nella ASL di Alessandria – spiega Marialuisa D’Orsi – da diversi anni, sia il processo clinico di prescrizione e somministrazione durante i ricoveri, sia il percorso del farmaco all’interno degli ospedali sono tracciati tramite strumenti informatici avanzati. La prescrizione, in regime di ricovero ospedaliero, è registrata integralmente su supporto informatico e non più su carta, così come la somministrazione”. Il 95% degli accessi alle tavole di terapia per la somministrazione del farmaco avviene mediante la lettura dei codici a barre posti sui braccialetti identificativi dei pazienti. “La procedura – prosegue la dottoressa D’Orsi – è ad alta sicurezza proprio perché prevede la lettura del codice del farmaco. La verifica di ogni singolo dosaggio è garantita dall’applicativo che controlla la corrispondenza tra farmaco prescritto, farmaco somministrato e paziente. In questo modo, la prescrizione diventa una reale espressione del fabbisogno delle dosi di farmaco e un vero e proprio «motore logistico» affinché la maggior parte dei farmaci siano distribuiti ai reparti in base alle terapie prescritte, senza che gli infermieri debbano fare richiesta di approvvigionamento”.
L’intervento porta così ad una migliore identificazione della terapia farmacologica e ad una conseguente appropriatezza nella prescrizione e somministrazione, garantendo la tracciabilità. “I risultati ottenuti – commenta D’Orsi – dimostrano un trend positivo che incoraggia la prosecuzione del percorso. Nel 2019, per i reparti di area chirurgica, abbiamo anche rilevato una riduzione del rapporto percentuale dei consumi dei fluorochinolonici rispetto agli altri antibiotici”. Presso i reparti a maggior consumo è presente anche una tecnologia di automazione: “Il robot di reparto – spiega la dottoressa – che allestisce la terapia dei singoli pazienti per ogni fascia oraria e/o giro di somministrazione”.
Se i primi anni sono serviti a portare a regime il sistema, oggi il percorso si avvale di un piano di monitoraggio pluriennale degli indicatori di performance, mirato alla riduzione del rischio e al sostegno dei percorsi di miglioramento: “Tutti gli strumenti previsti – conclude D’Orsi – generano i risultati attesi qualora l’applicazione del sistema venga opportunamente sorvegliata. Le nuove procedure, anche successivamente al periodo iniziale di assimilazione, devono essere presidiate per far sì che i benefici siano duraturi. Per questo, si è instaurato un percorso continuo di definizione e revisione degli indicatori di processo, che sono computati e condivisi con gli operatori sanitari in ottica di miglioramento. Gli interventi di sorveglianza e correzione hanno conseguito negli anni buoni obiettivi e per questo possiamo parlare di una sorta di «buona pratica nella buona pratica». La buona pratica oggi consiste nel monitorare un sistema che è già innovativo, verificando che tutto il personale coinvolto utilizzi correttamente la procedura. Non è immaginabile, infatti, introdurre un sistema se poi questo viene eluso e non verificato”.
Il progetto è stato inserito tra le buone pratiche piemontesi presentate alla 12° Call for Good Practices di Agenas ed è stato illustrato alla 1a “Giornata Regionale delle Buone pratiche per la sicurezza delle cure”, organizzata dal Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente della Regione Piemonte.