L’APPROPRIATEZZA DELLA TERAPIA ANTIBIOTICA

All’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, oltre 100 medici e operatori sanitari coinvolti per “cercare di promuovere un uso appropriato della terapia antibiotica, facendo fronte all’aumento dell’antibiotico-resistenza e riducendo il consumo dei medicinali”. Miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva e diminuzione della durata media della terapia sono i risultati spiegati da Francesco Vitale, Dirigente Medico della SC di Medicina Interna

 

Il progetto “L’impatto dell’Antimicrobial Stewardship sul governo clinico della terapia antibiotica”, avviato dai Dirigenti Medici della Struttura Complessa di Medicina Interna, i dottori Francesco Vitale e Antonio Briozzo, all’interno dell’Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino, è stato realizzato al fine di cercare di ridurre la prevalenza dei germi resistenti agli antibiotici.

“Già da qualche anno – spiega Francesco Vitale – è emerso come la resistenza batterica sia uno dei problemi più rilevanti nella pratica assistenziale ospedaliera. Su spinta del Piano Nazionale di contrasto dell’antibiotico-resistenza (PNCAR) del Ministero della Salute, il Mauriziano ha scelto di investire risorse in questo ambito, per far fronte all’aumento dell’antibiotico-resistenza e alla diffusione di microrganismi multi resistenti. Si è quindi cercato di promuovere un uso più appropriato della terapia, in modo da ridurre le spese e i consumi di antibiotici”.

Ospedale Mauriziano Umberto I di Torino

Un percorso multidisciplinare che ha coinvolto diversi reparti e messo in campo differenti professionalità: “Oltre agli infettivologi – racconta Vitale – hanno partecipato farmacisti di reparto, microbiologi, medici della direzione sanitaria. In una prima fase, sono stati individuati i reparti a maggiore impatto prescrittivo, quali Terapia intensiva generale, Terapia intensiva cardiovascolare e Chirurgia generale. Poi abbiamo esteso l’attività ai reparti di Ematologia, Medicina Interna e Cardiochirurgia. All’interno del progetto, il ruolo dei farmacisti è centrale, perché ogni reparto ha una persona indicata a segnalare e seguire la terapia antibiotica dei pazienti”.

Tra le attività principali, l’aggiornamento delle linee guida per la Terapia Empirica secondo l’approccio Evidence Based (EB) e gli audit settimanali nei reparti identificati: “Il manuale di Terapia Empirica – racconta il Dirigente Medico – viene periodicamente aggiornato tenendo conto delle moderne linee guide internazionali della terapia antibiotica e della nostra epidemiologia. Agli audit, invece, i colleghi portano alla nostra attenzione diversi casi clinici e ciascun paziente viene analizzato e discusso. In questo modo, il personale medico di reparto viene formato ed «educato» per essere più autonomo nell’individuazione della terapia più appropriata”.

Gli incontri settimanali hanno permesso di intervenire sulle principali criticità riscontrate nella somministrazione della terapia: “La descrizione dei casi clinici e l’elaborazione di un database per monitorarli – racconta Vitale – ci ha consentito di intervenire sull’appropriatezza prescrittiva e, in particolare, sulla posologia e sulla durata media delle terapie, scesa del 13%. Questo ha permesso di agevolare le dimissioni dei pazienti e contenere le giornate di terapia”.

Tra i principali risultati ottenuti, ricordiamo una diminuzione dei fluorochinoloni e dell’isolamento di Klebsielle pnuemoniae resistenti a Carbapenemi (KPC), che già si attestano all’8% nel 2019 rispetto al 40% circa degli anni 2016 e 2017.

Un percorso, infine, che intende proseguire oltre il 2020: “I programmi di Antimicrobial Resistance – conclude il Dirigente Medico – spesso sono iniziative che hanno una durata definita. Noi, invece, lavoriamo cercando di andare oltre una scadenza e ci auguriamo di portare avanti questo progetto il più a lungo possibile, perché ci siamo resi conto che la soddisfazione per i buoni risultati ottenuti supera l’impegno notevole che questa iniziativa richiede. Riteniamo servano maggiori interventi di questo tipo, con la presenza costante di figure in grado di sensibilizzare i medici dei vari reparti”.

Il progetto è stato inserito tra le buone pratiche piemontesi presentate alla 12° Call for Good Practices di Agenas ed è stato illustrato alla 1a “Giornata Regionale delle Buone pratiche per la sicurezza delle cure”, organizzata dal Centro per la gestione del rischio sanitario e la sicurezza del paziente della Regione Piemonte.