SICUREZZA DELLE CURE ALLA NASCITA

La novità dell’approccio nella ASL TO4 per l’identificazione e la prevenzione del rischio di insorgenza di infezioni precoci, encefalopatia ipossico-ischemica, ipoglicemia. In via di conclusione la sperimentazione di un gruppo multidisciplinare, il lavoro del quale si appresta a divenire prassi ufficiale

 

Nell’ottica della gestione del rischio clinico e della salvaguardia della sicurezza del paziente, in linea con la legge n. 208/2015 e n. 24/2017 (L. Gelli) la S.C. Risk Management dell’ASL TO4 ha avviato in collaborazione con il Gruppo Sham (gruppo assicurativo della Regione Piemonte) uno strumento specifico di analisi per la valutazione del rischio denominato CartoRisk. La mappatura preventiva dei potenziali rischi, divenuto progetto pilota per la nostra regione, ha interessato 5 processi aziendali, selezionati tra quelli maggiormente a rischio, di seguito esplicitati:

  • Percorso della persona assistita in Pronto Soccorso
  • Identificazione della persona assistita
  • Percorso della persona assistita in Ostetricia
  • Percorso della persona assistita in Chirurgia
  • Percorso del farmaco

Nell’ambito del percorso della persona assistita in Ostetricia, fra i rischi identificati dai nostri operatori, vi sono “la presa in carico del neonato alla nascita” e “la presenza dei gettonisti nella copertura dei turni ospedalieri”. La carenza, infatti, nei reparti ospedalieri di pediatri strutturati, con la conseguente necessità di utilizzare medici gettonisti, crea un rischio di non uniformità nel lavoro quotidiano.

Di conseguenza un gruppo multidisciplinare pediatrico dell’ASL TO4, coordinato dalla S.C. Risk Management, ha pensato di utilizzare uno strumento di supporto al lavoro per gli operatori sanitari volto a garantire un sufficiente standard di continuità assistenziale anche nei contesti sopra descritti. Sono state preparate delle procedure affidate al personale infermieristico che aiutano il medico gettonista, anche con l’utilizzo di specifiche flow chart, nel corretto approccio assistenziale al bambino e al contempo semplificano l’attività ordinaria del medico strutturato.

L’efficacia e l’appropriatezza delle cure non dipendono solo dalle conoscenze del singolo medico, ma dal rispetto delle procedure e dalla velocità con la quale si operano le scelte giuste. E ciò è vero in particolare in ostetricia-neonatologia, dove le scelte devono essere fatte velocemente e sono, spesso, determinanti. “Le procedure, implementate con l’impegno di gruppi multidisciplinari aziendali – spiega Vincenza Palermo, Direttore S.C. Risk Management ASL TO4 Chivasso-Ciriè-Ivrea – rappresentano un canale privilegiato per standardizzare preventivamente le prestazioni sanitarie: sono strumenti con cui le strutture sanitarie rendono il più possibile oggettivo, sistematico e verificabile lo svolgimento delle attività, soprattutto quando la complessità delle strutture lo richieda. Ora – spiega la specialista in medicina legale – il problema si pone quando all’interno del reparto operano, accanto a professionisti strutturati, medici che non appartengono al reparto in pianta stabile: i cosiddetti “gettonisti”. La conoscenza delle procedure/linee guida, infatti, sono elementi che concorrono in modo determinante alla sicurezza delle cure e dobbiamo garantirla, nel limite del possibile, standardizzando le buone pratiche. A tal fine si è sviluppato uno strumento che ha come obiettivo quello di fornire ai gettonisti una guida per operare nel reparto con efficacia ed appropriatezza”.

Spiega Maurizio Pescarmona, pediatra con particolare interesse per la neonatologia e, attualmente, vice responsabile della S.C. Risk Managment: “Il succo di questi percorsi dedicati al Nido e riguardanti il  momento della nascita è recuperare dati materni alla nascita del neonato (EGA* – emogasanalisi), tampone per lo Streptococco B, febbre materna, etc) in relazione al rischio di  insorgenza di determinate patologie (infezioni precoci, encefalopatia ipossico-ischemica, ipoglicemia) e, di seguito, avviare un monitoraggio e delle azioni volte a prevenirle. Sapere di essere di fronte a un bambino a rischio di ipoglicemia, ad esempio, comporta l’attivazione di una serie di controlli glicemici al neonato che permettono di evitare errori clinici prevenendo possibili danni neurologici al neonato.

La novità del nostro approccio è che i percorsi – la cui attivazione prevede un confronto constante tra medico e infermiera – sono già espressamente previsti in cartella e vanno “flaggati” al comparire delle condizioni che rendono appropriata la loro attivazione. Sempre in cartella sono previsti i passaggi successivi da operare per scongiurare i rischi identificati, passaggi già codificati e inseriti nella quotidianità del reparto. Si tratta di quegli accorgimenti che contribuiscono a rendere le cure più sicure, e che è importante che i medici rispettino. 

Ci si auspica, di concludere i lavori del gruppo multidisciplinare aziendale nel mese di settembre per introdurre ufficialmente questo strumento di lavoro a partire dal mese di ottobre 2019.

 

* L’EGA fornisce una valutazione oggettiva dello stato metabolico del feto ed esprime l’eventuale grado di asfissia. Tra i fattori forniti dall’EGA, il pH e il deficit di basi nell’arteria ombelicale sono quelli che più degli altri esprimono la severità del grado di asfissia del neonato”. Pag. 59 RACCOMANDAZIONI ITALIANE PER LA GESTIONE DEL CLAMPAGGIO ED IL MILKING DEL CORDONE OMBELICALE NEL NEONATO A TERMINE E PRETERMINE. Autori Stefano GHIRARDELLO & altri.