L’INNOVAZIONE DEL PRIMARY NURSING

Partirà a breve presso l’AOU “Maggiore della Carità” di Novara il primo studio multicentrico italiano sulla valutazione dell’impatto del Primary Nursing, una nuova modalità organizzativa dell’assistenza che prevede l’introduzione della figura dell’infermiere Primary all’interno di ospedali e strutture sanitarie di alcune regioni del nord Italia

 

Lo scorso 27 maggio 2019 all’Università del Piemonte Orientale (UPO), sede di Novara, si è concluso per 27 studenti il primo Corso di Perfezionamento per Infermieri Formatori in Primary Nursing.

Gli studenti sono stati formati allo scopo di collaborare con i direttori e i dirigenti delle Professioni Sanitarie delle proprie aziende al fine di adottare, in alcune specifiche aree assistenziali, il modello di cura Primary Nursing.

Il corso era stato progettato grazie alla partnership tra Scuola di Medicina dell’Università del Piemonte Orientale, Centro Studi Professioni Sanitarie (CESPI) di Torino, rappresentato dalla Dott.ssa Maddalena Galizio, che da anni è promotrice e sostenitrice a livello nazionale della diffusione del Primary Nursing, e con l’ASL di Biella che ha messo a disposizione sia i suoi servizi, sia il know how acquisito in questi ultimi anni proprio grazie a un progetto – sostenuto da Cespi – di implementazione in tutta l’Azienda di tale modalità organizzativa dell’assistenza.

“È rilevante sottolineare — spiega il direttore del corso di perfezionamento UPO, Professor Alberto Dal Molin — che gli infermieri hanno partecipato al corso su mandato delle loro Direzioni che hanno deciso di impegnarsi nel progetto. Il corso di perfezionamento universitario come base sia per la realizzazione intra-aziendale del Primary Nursing, sia come attivatore di una rete regionale che potrà determinare un reale valore aggiunto alla cultura organizzativa in termini di confronto, di sperimentazione e di ricerca”

Che cos’è il Primary Nursing

Il Primary Nursing è una modalità di organizzazione dell’assistenza infermieristica che si è sviluppata negli Stati Uniti a partire dagli anni settanta con l’intento di sostituire l’attività infermieristica di équipe o funzionale (per compiti) al fine di migliorare sia la qualità della cura che il livello professionale degli infermieri stessi. In questa modalità il paziente è affidato ad un unico infermiere (infermiere referente/di riferimento o infermiere Primary) che ha la responsabilità di pianificare l’assistenza per tutta la durata del suo ricovero.

Il Primary Nursing si focalizza sulla relazione infermiere-paziente e facilita la partecipazione del paziente e della sua famiglia alla pianificazione degli interventi creando, così, un rapporto di partnership terapeutica, anziché di relazione gerarchica. L’infermiere referente identifica i bisogni della persona; concorda il piano assistenziale e lo valuta; fornisce assistenza diretta e rende fruibile il piano degli interventi agli altri membri del team. In assenza dell’infermiere referente, l’infermiere associato garantisce l’esecuzione del piano assistenziale programmato, modificandolo solo quando le condizioni della persona assistita giustificano un cambiamento. Gli infermieri associati sono assegnati con la massima coerenza possibile per garantire la continuità assistenziale e ridurre il numero di professionisti sanitari dedicati paziente.

Università del Piemonte Orientale (UPO), sede di Novara

Perché è importante valutare l’impatto di questa modalità organizzativa

I risultati di un recente studio condotto dalla Direzione delle Professioni Sanitarie di Biella, diretta dalla Dott.ssa Antonella Croso, in collaborazione con il CESPI, sembrano indicare un effetto positivo sia sugli esiti clinici dei pazienti, sia sugli outcome organizzativi e relativi allo staff. Tuttavia, nonostante questi risultati siano incoraggianti, è necessario documentare in modo più analitico i benefici derivanti dall’introduzione di questo modello, soprattutto in termini di esiti sulla persona assistita come, ad esempio, infezioni, cadute, lesioni da pressione e complicanze. Per questo motivo, un gruppo di ricerca coordinato dall’Università del Piemonte Orientale, con il coinvolgimento del Direttore delle Professioni Sanitarie dell’AOU di Novara Dott.ssa Cristina Torgano come capofila, condurrà uno studio multicentrico per valutare l’impatto che l’introduzione di tale modalità organizzativa avrà all’interno delle singole aziende in cui verrà adottato. Dal benchmarking della sperimentazione interaziendale potranno scaturire dati interessanti per il confronto tra le esperienze applicative del modello, garantendo un processo di miglioramento dell’assistenza globale al paziente.