FOCUS SULLA PREVENZIONE DELLE INFEZIONI OSPEDALIERE

In Italia ogni anno si contano circa 530.000 casi di infezione correlate all’assistenza. Un fronte sul quale il Sistema Sanitario Italiano è impegnato da più di trent’anni. Durante l’appuntamento “Focus sulla prevenzione delle infezioni ospedaliere” – organizzato in Senato da Motore Sanità – si è fatto un punto a 360 gradi sulla questione

 

Il Focus, tenutosi a Roma nella giornata di giovedì 23 Maggio 2019, su iniziativa di Motore Sanità, ha messo in luce le problematiche legate alla mancata o inadeguata prevenzione delle cosiddette Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA). Grazie all’ampia rete di sorveglianza e ai dati forniti dall’European Centre for Disease Prevention (ECDC) sappiamo, infatti, che in Italia, nell’ultimo anno, i casi di infezioni contratte in ambienti ospedalieri (o luoghi di cura annessi) sono stati circa 530.000. Strutture residenziali di lungodegenza, ambulatori, centri di dialisi, day-surgery, domicilio, etc. “Un problema causato” – secondo il parere degli esperti – “dalla mancanza di scelte preventive appropriate”.

“La cultura di pratiche mirate a prevenire la diffusione delle infezioni esiste ed è ormai ampiamente diffusa – afferma, infatti, Angelo Del Favero, Direttore Area Relazioni Istituzionali Motore Sanità – “Ciò che realmente manca è la compliance, ovvero il rispetto delle regolamentazioni interne alle società sanitarie stesse”. La prevenzione nasce dall’individuazione di tali lacune, seguita da un intervento mirato ma soprattutto da attività informative finalizzate all’introduzione di buone pratiche. “Si tratta di semplici azioni che potrebbero prevenire più del 70% delle infezioni” sottolinea Alberto Firenze, Presidente Nazionale Associazione Hospital & Clinical Risk Managers di Roma.

Il primo esempio è proprio l’igiene delle mani, misura fondamentale per la prevenzione delle Infezioni Associate all’Assistenza (ICA). Ed è sulla pulizia delle mani che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) promuove ogni anno la “Giornata Mondiale dell’Igiene”.

Sono diverse le strategie di prevenzione delle ICA che prevedono l’adozione, nelle procedure sanitarie, di comportamenti professionali in grado di ridurre significativamente il rischio del paziente: il rispetto dell’asepsi (sterilizzazione degli strumenti chirurgici) nelle procedure invasive, la disinfezione e la sterilizzazione dei presidi sanitari e la normotermia (riscaldamento del paziente durante l’operazione chirurgica).

I problemi legati alle malattie infettive non sono solo di natura sanitaria ma anche socio-economica. “Le complicazioni dovute alle ICA” – continua Alberto Firenze – “oltre ad avere un grave impatto sociale (sofferenza, difficoltà psicologiche, assenza dal lavoro) e ad essere causa di morte in ambito ospedaliero (con circa 7.800 vittime l’anno), hanno un forte peso economico”. Secondo analisi effettuate dall’Associazione Hospital & Clinical Risk Managers di cui Alberto Firenze è Presidente Nazionale, le ICA ogni anno prevedono costi, per i pazienti come per le strutture, che si aggirano intorno ai 7 miliardi di euro su scala Europea. Ad incidere economicamente è il prolungamento della degenza, il consumo di farmaci e l’uso di procedure eccessivamente care.