“NON C’È TEMPO DA PERDERE”: L’ALLARME ONU SULLA RESISTENZA ANTIMICROBICA

Se la crescente resistenza ai farmaci da parte dei microbi patogeni non viene arginata, un secolo di conquiste mediche rischia di essere messo in discussione. Il report delle Nazioni Unite riporta l’attenzione del mondo su una crisi silenziosa che uccide oltre 700 mila persone all’anno

 

Le malattie infettive hanno rappresentato una delle principali cause di morte fino all’avvento degli antibiotici. Oltre alle malattie, qualsiasi ferita, anche di lieve entità, poteva risultare un’infezione letale e lo stesso poteva dirsi di qualsiasi intervento chirurgico. L’introduzione della penicillina ha aperto le porte ad una nuova era. Eppure lo stesso Alexander Fleming, ricordato come lo scopritore della Penicillina, aveva intuito “un pericolo nell’uso degli antibiotici: esporre i microbi a dosi non letali della medicina che li rendano resistenti”. Era l’11 Dicembre 1945. Oggi quel pericolo si sta avverando.

A fine aprile 2019 l’Interagency Coordination Group on Antimicrobial Resistance delle Nazioni Unite ha presentato un rapporto destinato al Segretario Generale delle Nazioni Unite ed intitolato enfaticamente: “No Time to Wait: Securing the future from drug-resistant infections”.

L’analisi del rapporto è secca e non rassicurante: ogni anno muoiono 700 mila persone per malattie causate da gli agenti patogeni che hanno sviluppato una o più resistenze alle medicine che, fino ad oggi, erano state sufficienti per contrastarli. Nei prossimi decenni queste morti aumenteranno raggiungendo i dieci milioni nell’arco di 30 anni.

Non si tratta solo di una grande tragedia umana e di una catastrofe economica, i costi della quale saranno paragonabili alla crisi del 2008. Forse ancora più grave: i patogeni resistenti hanno la capacità di rimettere in discussione molte conquiste mediche date, ormai, per scontate.

“Sempre più numerose malattie comuni, come le infezioni del tratto respiratorio o urinario, non possono più essere curate – scrive la World Health Organization – procedure mediche in grado di salvare la vita diventano più pericolose e la catena di processazione del cibo si è fatta più precaria”.

E non si trattasolo di batteri,ma anche di funghi e protozoi patogeni che stanno sviluppando resistenze[1] perché messi troppo spesso in contatto[2] con le stesse medicine o principi attivi impiegati nella cura delle persone.Un problema che va molto oltre l’assistenza sanitaria e coinvolge direttamente i settori dell’allevamento o dell’agricoltura. É nell’allevamento, infatti, che gli antibiotici vengono profusi in maniera preventiva per garantire un tasso di crescita soddisfacente degli animali. Ed è nell’agricoltura che si usano antifungini praticamente identici a quelli impiegati in medicina. In entrambi i casi, i microbi –esposti in maniera massiccia a quelle che il Direttore del WHO Tedros Adhanom ha definito “le nostre più essenziali medicine” – vedono sorgere ceppi resistenti che proliferano al posto di quelli non resistenti i quali, invece, scompaiono.

The World Health Organization

Gli antimicrobici sono fondamentali per salvaguardare la produzione alimentarela sicurezza e il commerciocosì come la salute umana e animale.” – ha commentato José Graziano da Silva, Direttore Generale FAO – “I paesi possono promuovere sistemi alimentari sostenibili e pratiche agricole che riducano il rischio di resistenza agli antimicrobici ricercando valide alternative all’uso di questi ultimi, come stabilito nelle raccomandazioni del rapporto”.

“La resistenza antimicrobica – ha concluso alla presentazione del documento IACG il Vice Segretario Generale dell’ONU Amina Mohammed –è una delle maggiori minacce che affrontiamo come comunità globale. Questo rapporto riflette la profondità e la portata della risposta necessaria per frenare la sua ascesa e proteggere un secolo di progressi nel campo della salute. È proprio il caso di dire che non c’è tempo da perdere”.

 

[1] vedi anche Candida auris, il fungo killer che sfida i farmaci 

[2]  nel link la citazione riportata dal New York Times: “ Dr. Johanna Rhodes, an infectious disease expert at Imperial College London. “We are driving this with the use of antifungicides on crops,” she said of drug-resistant germs.