IL CIRCOLO VIRTUOSO DI CARTORISK
La diffusione delle mappature del rischio a partire dal progetto Piemonte-Sham 2018 nell’esperienza dei Risk Manager nelle aziende sanitarie di Asti e Vercelli
Il progetto Piemonte-Sham 2018, presentato a marzo 2019, ha coinvolto 44 tra Risk Manager e collaboratori della Qualità e 554 professionisti sanitari sul campo nella mappatura del rischio di 25 Unità operative di ostetricia e 28 tra RSA e Strutture Sanitarie Private Accreditate impiegando il metodo CartoRisk della Mutua Sham. Sanità 360° dà voce agli operatori che sono in prima linea ogni giorno nella gestione del rischio: sono loro a raccontare la loro esperienza; i pregi e i punti deboli dello strumento e gli ulteriori sviluppi del progetto di mappatura.
ASL ASTI: Anna Mesto, Risk Manager
“Abbiamo applicato il metodo CartoRisk nel percorso ostetrico del Dipartimento Materno-Infantile nel novembre 2018. Nel 2019, abbiamo esteso la mappatura al percorso chirurgico dell’emergenza e al percorso del farmaco. Stiamo pianificando l’applicazione futura nel percorso dell’identificazione del paziente. Questa continuità è un metro della nostra soddisfazione, per un metodo che ci ha permesso di formulare delle risposte molto concrete portando alla definizione di interventi apparentemente semplici che hanno, però, avuto una ricaduta notevole sulla sicurezza dei pazienti, soprattutto nei presidi territoriali.
Sebbene, infatti, la mappatura mantenga un margine di soggettività – si basa su una stima concordata all’interno di un gruppo multidisciplinare e multiprofessionale – questa soggettività si rivela un valore aggiunto, nel momento in cui vogliamo diffondere la consapevolezza del rischio tra gli operatori che erogano i servizi quotidianamente, oltre che coinvolgerli nella formulazione delle misure di miglioramento. Ciò in quanto l’elemento soggettivo consente di ripensare in modo critico, ma allo stesso tempo libero da vincoli, il proprio operato e i propri strumenti di lavoro. Il metodo dà agli operatori la soddisfazione di poter riflettere e intervenire nella gestione del rischio offrendo, inoltre, lo stimolo e uno strumento di paragone per ripetere la mappatura periodicamente, al fine sia di confrontare il progresso delle misure adottate anche sul medio e lungo periodo. Non da ultimo, offre un terreno e uno strumento condiviso non solo all’interno di una singola Azienda sanitaria, ma tra i Risk Manager di diverse aziende regionali. Una rete della quale abbiamo bisogno per confrontarci e coordinarci sugli interventi di gestione del rischio e di implementazione delle raccomandazioni ministeriali utilizzando un linguaggio comune”.

Anna Mesto, Risk Manager ASL Asti
ASL ASTI: Patrizia Bergese Bogliolo, Servizio Qualità
“CartoRisk si è rivelato uno strumento aggregante per i diversi professionisti sanitari coinvolti nella mappatura: uno stimolo al confronto multidisciplinare per raggiungere un consenso condiviso sulla valutazione e misurazione del rischio. È uno strumento che richiede la presentazione e condivisione preliminare della metodologia, perché è importante spiegare agli operatori che è proprio la loro valutazione soggettiva a rappresentare il valore peculiare della mappatura: ci consente, infatti, di ‘leggere’ la nostra stessa pratica quotidiana come se la guardassimo con un’altra ‘lente’. Ed è, anche, uno strumento che accende un dibattito interno molto costruttivo, soprattutto nella valutazione dei mezzi di contenimento del rischio, le cosiddette barriere: la fase a mio giudizio più arricchente perché vede la maggior parte dei contribuiti individuali.
Un aspetto da considerare è la trasversalità dello strumento che rappresenta un punto di forza ma che, nella sua applicazione a diversi contesti sanitari, anche di diversi Paesi europei, può richiedere adeguamenti relativamente alla specifica prassi professionale in uso. Questa caratteristica richiede una fase di declinazione per adattare i parametri alla singola realtà nella quale si esegue la mappatura”.
ASL VERCELLI: GIORDANO GERMANO, Risk Manager
“Posso dire solo bene di CartoRisk: uno strumento agile che può essere adattato alle diverse realtà cliniche. Dopo la prima esperienza, abbiamo deciso di estendere la mappatura all’intera struttura ospedaliera. Sono molto soddisfatto delle valutazioni che ritengo vicine ai risultati dell’FMEA, ma più veloci: un elemento che facilita ulteriormente la mappatura nei reparti dove medici, infermieri e operatori si troverebbero in difficoltà nel sottrarre tempo ed energie prolungati alle attività cliniche.
In attesa di conoscere i risultati delle prossime mappature, perciò, vorrei riconoscere alla Mutua Sham il merito non solo di aver sviluppato questo strumento, ma di lasciarlo liberamente condividere da chiunque desideri applicarlo in proprio. Non è da tutti, soprattutto in ambito assicurativo”.