GESTIRE RISCHIO E STRESS IN SALA PARTO: IL PROGETTO DELLA FONDAZIONE POLIAMBULANZA
Intervista al professor Paolo Villani e alla dottoressa Sabrina Maioli, responsabile della formazione sui benefici e le potenzialità di simulare una nascita
Gestire il rischio in situazioni di stress. Creare una forte sinergia di gruppo. Può essere ancora più lungo l’elenco dei benefici del progetto di simulazione robotica della Fondazione Poliambulanza. A maggio un simulatore mamma, un simulatore neonato a termine e un simulatore bimbo prematuro occuperanno la sala parto della Fondazione che sarà costruita ad hoc per simulare la realtà. Con quale finalità? Lo scopo sarà quello di far trovare l’equipe davanti a situazioni imprevedibili che dovranno saper gestire con razionalità e professionalità. Tutto dovrà rigorosamente riprodurre la realtà.
Un esperimento che sarà possibile realizzare grazie al contributo delle Aziende bresciane, le quali finanzieranno l’acquisto di tutte le strumentazioni necessarie. Il professor Paolo Villani, responsabile della TIN e Neonatologia, ha spiegato in modo esaustivo vantaggi e potenzialità della simulazione robotica che prende spunto da quella utilizzata nell’aviazione americana. «Lo scopo – ha evidenziato Villani – è quello di aumentare le competenze senza perdita di tempo e districarsi in situazioni di emergenza. Bisogna ricordare che il parto è uno degli eventi più delicati: statisticamente, su 10 bambini che nascono su tre non sappiamo come evolverà, anche se oggi con la medicina moderna riusciamo a prevenire quasi tutto. Spesso è possibile trovarsi in situazioni in cui è possibile avere conseguenze maggiori nelle quali è necessario essere sempre pronti e svolgere la propria funzione rapidamente».
Si tratta della prima stazione di simulazione in Lombardia e per il dottore Villani non ci sono dubbi che «potrà essere una risorsa per tutti quelli che lavorano in sala parto perché permette di creare situazioni che sono verosimili e ha dei vantaggi enormi rispetto ai manichini del passato. È un progetto pilota in Italia anche se ci sono alcune aziende che lo hanno già attivato perché la simulazione è considerata la scala per governare situazioni difficili. Lo scopo è proprio quello di imparare a gestire lo stress, in particolare negli ospedali in cui il personale è meno preparato ad affrontare situazioni di emergenza. Il parto in sé è un momento critico e le cause possono essere tantissime. Le aziende, quindi, sono molto interessate anche perché a volte da tali situazioni vengono fuori procedimenti penali, ma soprattutto è importante per tutelare il bene dei bambini. Bisogna sapersi comportare come fa il pilota di un aereo. Il rischio va gestito con tempestività e in gruppo».

Fondazione Poliambulanza
Affinché tutto funzioni alla perfezione diventa fondamentale la formazione. Qui si inserisce il lavoro della dottoressa Sabrina Maioli, responsabile della Formazione di Fondazione Poliambulanza: «I simulatori sono innovativi ma da soli non sono sufficienti. Cioè, non basta avere un super simulatore se non hai formatori capaci. Si tratta di un lavoro che stiamo portando avanti da tempo e che, comunque, anche i professionisti più anziani riescono a recepire. Certamente i giovani medici entrano subito in quest’ottica».
Si punta tantissimo sulla formazione perché la sperimentazione non si ferma. «Il passo successivo? Bisogna aumentare il numero dei formatori – ha spiegato la dottoressa Maioli – incrementare l’equipe e i corsi per i formatori. Ecco perché è necessario coinvolgere altri dipartimenti che è quello che già stiamo facendo. Abbiamo iniziato con la Rianimazione e avevamo medici con competenze avanzate. Inizialmente poteva esserci un po’ di diffidenza, ma adesso assolutamente no. Basti pensare che in Spagna c’è un ospedale trasformato completamente in un ospedale simulato. Questo è il futuro: il simulatore dà un senso di sicurezza e consente l’integrazione dell’equipe».