MAPPATURA CARTORISK: UNA GUIDA AL MIGLIORAMENTO

Le considerazioni del Risk Manager Maurizio Salvatico e della dottoressa Roberta Miraglio nella mappatura dei servizi territoriali e dell’Unità Operativa di Ostetricia effettuata nella ASL 1 Cuneo

 

Il progetto Piemonte-Sham 2018, presentato a marzo 2019, ha coinvolto 44 tra Risk Manager e collaboratori della qualità e 554 professionisti sanitari nella mappatura del rischio di 25 Unità operative di ostetricia e 28 tra RSA e Strutture sanitarie private accreditate. Sanità 360° inizia nella ASL 1 Cuneo a raccogliere testimonianze dei Risk Manager direttamente coinvolti.

Maurizio Salvatico – Risk Manager

“Abbiamo affrontato la mappatura sentendoci come collaudatori di un prototipo, con l’obiettivo di testarne la validità per le strutture e i processi. CartoRisk emerge come uno strumento efficace ed efficiente perché restituisce un quadro realistico della gestione del rischio in atto. Non è preciso e fine come la FMEA, ma, d’altro canto, non è neppure lontanamente così esigente in termini di tempo e di impegno. Per fare un paragone, lo stesso numero di professionisti impegnati in una recente analisi FMEA di un processo di servizi per due interi mesi, ha effettuato una mappatura CartoRisk di una area clinica in due giorni. Alla praticità e immediatezza si può aggiungere un ulteriore punto di forza: è uno strumento già ampiamente testato che si basa su letteratura ed esperienze di risarcimento pregresse, e segnala in partenza le aree critiche.

Come la FMEA, evidenzia quanta strada ci sia ancora da percorrere in termini di valutazione della frequenza degli eventi non generanti sinistri; se si trova abbastanza facilmente un accordo nel gruppo di professionisti su gravità e identificabilità dei fallimenti, per la conta spesso si parte da una casistica personale – e sulla percezione e sulla memoria – più che da una raccolta sistematica. Constatare di persona quanto sopra produce un risultato sicuro: quello di avere dei nuovi colleghi convinti della necessità di spingere su incident report e raccolta non conformità.

Tale aspetto genera poi il fatto che anche questo strumento si riveli più utile ed affidabile nel confronto seriato interno, dopo cicli di miglioramento, che per i paragoni tra diverse strutture come forse originariamente è stato concepito.

L’esperienza di applicazione recentemente effettuata ha permesso di verificare che, sebbene lo strumento sia stato sviluppato originariamente in Francia, i contesti di sicurezza per il paziente sono universali.

Qualche piccolo limite: il primo è che lo strumento non considera il lato strutturale e tecnico puro, ma unicamente le condizioni organizzative, in tutte le dimensioni. Questo deriva, probabilmente, dall’origine transalpina, dove le caratteristiche delle strutture sanitarie sono più omogenee, in virtù di una maggiore centralizzazione e standardizzazione, rispetto all’eterogeneità di tipologie edilizie ospedaliere italiane, tendenzialmente anziane e in certi casi plurisecolari, ma anche nuove e usate parzialmente. Non che questo elemento sia necessariamente determinante nell’eziologia diretta degli eventi avversi e dei sinistri, ma è probabile che l’ergonomia ne sia compromessa, e questo influenzi in maniera più o meno marcata l’efficienza o la dispersione delle energie del personale.

Il secondo limite, probabilmente ancora collegato all’eredità francese, è lo standard sanitario richiesto da alcuni item nella mappatura delle RSA. Forse è troppo alto per le strutture residenziali per anziani italiane, dove di fatto la dimensione sociale è predominante rispetto a quella medica.

Nel complesso, CartoRisk emerge come uno strumento dalle grosse potenzialità: può essere una valida guida al confronto e ai miglioramenti, la sua riproducibilità in autonomia lo rende perfetto per misurare la qualità di un reparto nel corso di successive mappature.

Come Azienda intendiamo ora utilizzarlo anche in altre aree problematiche, con la fiducia che ci deriva dalla felice esperienza e con la curiosità di metterlo alla prova su campi dove la percezione dell’errore è più difficile e quindi i sinistri sono meno rappresentati”.

Maurizio Salvatico, Risk Manager

ROBERTA MIRAGLIO[1] – UFFICIO RISK MANAGEMENT

“Un metodo che ha dimostrato di saper fotografare nel dettaglio la situazione di controllo del rischio nei consultori e nei due punti nascita di Mondovì e Savigliano. Dall’iniziativa abbiamo identificato come necessario l’allineamento della documentazione tra tutti i consultori e diverse migliorie organizzative e di raccordo clinico in reparto che verranno proposte alla Direzione.

Lo strumento si presta molto bene ad essere impiegato autonomamente ed è abbastanza flessibile da permettere di declinare i parametri di misurazione sulle esigenze e caratteristiche delle singole realtà. È vero che questa adattabilità può ridurre la precisione nel confronto diretto tra ASL e territori diversi ma, d’altra parte, offre un ottimo elemento di paragone sul quale misurare i progressi di un singolo reparto o servizio territoriale nel tempo, ripetendo la valutazione ciclicamente. Il che ne fa uno strumento di Risk Management molto efficace sia nella diffusione della cultura della valutazione del rischio e nel miglioramento delle pratiche”.

 

 

[1] Dedicatasi da tempo alla gestione, alla qualità ed al Risk Management dopo quasi 15 anni di esperienza ostetrica ospedaliera e territoriale, Roberta Miraglio si è trovata in una posizione di esperienza diretta  favorevole per valutare la mappatura del percorso della persona assistita in ostetricia sia dal punto di vista gestionale che operativo  effettuata presso i Punti Nascita dell’ASL CN1 con l’applicazione del CartoRisk Sham.