LA PRIMA MAPPA DEL RISCHIO SUL TERRITORIO IN LOMBARDIA

Terminato dopo un anno di lavoro il progetto coordinato da Sham sulla mappatura del rischio nei Servizi Socioassistenziali di ASST Santi Paolo e Carlo, ASST Pavia, ASST Ovest Milanese

La mappatura del rischio nei servizi sanitari erogati sul territorio presentata il 14 marzo 2019 in seno al Network dei Risk Manager di regione Lombardia riveste particolare rilevanza per Sham in quanto è il primo progetto interaziendale che vede la partecipazione attiva dell’Università.

Il progetto è nato dalla partnership tra la Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva Università Studi di Milano, la Mutua Sham e alcune strutture sanitarie lombarde associate: ASST Pavia, ASST SS Paolo e Carlo Milano, ASST Ovest Milanese, IRCCS Cà Granda Milano.

“La finalità – spiega la Risk Manager Sham Anna Guerrieri – è stata quella di realizzare congiuntamente una mappatura attuale ed armonizzata (stesso metodo, strumento e criterio di valutazione) delle modalità di gestione del rischio poste in essere nei principali servizi erogati sul territorio oggi di competenza della ASST quali Consultori, Vaccinazioni, Distribuzione presidi, Salute Mentale. Ambito poco mappato e ancor prima poco conosciuto nelle sue declinazioni specifiche.

“L’utilizzo del medesimo metodo e strumento di analisi ha permesso e permetterà in futuro la realizzazione di benchmark di riferimento nazionali, regionali ed internazionali”.

Per realizzare la mappatura è stato applicato sul campo il metodo Sham per la mappatura del rischio socio-sanitario.

“É uno strumento pratico e concreto – spiega Guerrieri – che si basa su interviste semistrutturate condotte insieme ai responsabili e operatori socio-sanitari dei singoli servizi, gli stessi attori che li erogano quotidianamente. Lo strumento utilizzato è un référentiel specifico costituito da circa 90 elementi di valutazione strutturato per temi e domini, che costituisce il filo conduttore dell’intervista e di cui, per ogni elemento, si riscontrano le modalità di applicazione sul campo.

Avviato nel novembre 2017 il progetto si è concluso a marzo 2019 con 22 Servizi mappati, 150 professionisti sanitari e socio-sanitari coinvolti in 30 interviste e 1.667 elementi di valutazione riscontrati ed analizzati.

“La mappatura – conclude Guerrieri – ha permesso di conoscere meglio le modalità organizzative dei servizi socio-assistenziali erogati sul territorio e le modalità di gestione del rischio poste in atto, oltre che di individuare le aree di miglioramento su cui proporre ed avviare azioni mirate.

“Parallelamente l’esperienza realizzata sul campo, facilitando la conoscenza diretta e reciproca tra gli attori territoriali ed ospedalieri, ha avviato relazioni per una maggiore armonizzazione e coordinamento delle attività tra territorio e ospedale a beneficio dei pazienti, degli operatori sanitari e dell’organizzazione sanitaria nel suo complesso”.