COME CREARE UN OSPEDALE A MISURA DI DONNA

Perché la formula dell’Open Day BenEssere Donna funziona. Visite gratuite e senza prenotazione hanno portato 843 donne e 323 nuovi accessi all’ASST Cremona l’8 marzo 2019: numeri 10 volte superiori a dieci anni fa. La ragione non è solo un’opportunità di cura in più. L’ospedale stesso cambia nel giorno di festa, attirando un target di persone che difficilmente avrebbero fatto prevenzione

 

Fare prevenzione; far conoscere i servizi ospedalieri e territoriali; dare risposte a problemi che esistono ma che molte donne, per impegni o riserbo, trascurano. A volte finché non è troppo tardi per effettuare una diagnosi precoce.

Questi sono gli obiettivi di Open Day BenEssere Donna, la giornata di visite gratuite e senza prenotazione che da dieci anni l’ASST Cremona organizza durante l’8 marzo.

“Quel giorno l’ospedale stesso cambia volto – spiega la responsabile Comunicazione Aziendale Stefania Mattioli – ed è questo cambiamento una delle ragioni per le quali donne di ogni condizione ed estrazione culturale decidono di farsi visitare”.

Nei due Ospedali di Cremona e Casalmaggiore, nei consultori e presso l’Opera Pia Fondazione Don Luigi Mazza le donne hanno potuto presentarsi ed accedere a visite senologiche e ginecologiche, al test valutazione del rischio di tromboembolismo venoso o partecipare agli incontri informativi su temi quali la preparazione al parto e all’allattamento, approccio alla menopausa e rapporto con i figli adolescenti. Quest’anno ha partecipato anche il SERD per parlare alle donne con problemi di gioco d’azzardo: un fenomeno che riguarda sempre di più anche la sfera femminile, ma nel quale le persone, e le donne in particolare, raramente chiedono aiuto.

All’Open Day BenEssere Donna 2019 si sono presentate 843 donne tra le quali 323 che non avevano partecipato alle edizioni precedenti. Quando l’iniziativa venne lanciata, circa 10 anni fa, erano meno di 100.

“Conta molto il passaparola – spiega Mattioli – ma conta, anche, la formula e l’atmosfera che si respira perché mette a proprio agio. L’8 marzo gli ospedali e consultori sono interamente dedicati alle donne. Ci sono banchetti informativi che indirizzano le partecipanti ai diversi ambulatori e oltre 50 volontari di varie associazioni che dismettono i panni della loro specificità e si mettono al servizio dell’organizzazione. Abbiamo code autogestite che portano agli ambulatori dove medici e operatori sanitari (in tutto 46) partecipano con il loro lavoro al buon esito dell’iniziativa”.

“Sono molte le ragioni per le quali una donna può trascurare la prevenzione: impegni di lavoro e a casa, barriere culturali e linguistiche, la procedura burocratica per prenotare una visita o, da non sottovalutare, la paura della diagnosi che, solo a prima vista paradossalmente, può diventare più grande al crescere dell’informazione e consapevolezza sui rischi che si corrono. L’Open Day risponde a questa galassia di problemi, offrendo l’occasione di visitarsi ad un target vario di persone che, per una ragione o per l’altra, non l’avrebbero mai fatto. Abbiamo donne di ogni condizione che arrivano con un’amica, con la figlia o con la madre. Anche diverse donne straniere per accogliere le quali possiamo contare su mediatori culturali che forniscono un tramite tra paziente e operatore”.

“La stessa formula dell’Open Day funziona anche per altri ambiti, come la nefrologia. Ogni volta intercettiamo, in un certo numero di pazienti, problemi che sarebbero rimasti nascosti e con gravi conseguenze”.

Raggiungere i pazienti nelle loro vere esigenze e lavorare a fianco degli operatori è, per me e miei collaboratori, il vero senso della comunicazione in sanità che non è, come può essere frainteso, mera attività informativa di ufficio stampa, ma di costruzione di narrazioni e scenari possibili capaci di parlare alle persone”.

“Molte più donne di quanto si pensi trascurano la prevenzione – conclude Mattioli – la rimandano perché non trovano il tempo, non conoscono i servizi che possono aiutarle o, semplicemente, hanno paura ad entrare in ospedale. Per tutte l’Open Day dell’8 marzo è un regalo che fanno a loro stesse. Un momento in cui gli ospedali e i servizi dell’ASST di Cremona sono a misura di donna, colmi di solidarietà, di comprensione con professionalità e leggerezza. Per questo, ogni anno, decidiamo di riproporre l’iniziativa nonostante le energie e lo sforzo organizzativo che richiede. Perché è la formula giusta per raggiungere un target di persone che non saremmo riusciti a raggiungere altrimenti”.