IL PROCESSO DI HANDOVER E LA SICUREZZA DELLE CURE
Checklist e linguaggio comune nel passaggio di consegne all’ASL 2 Savonese dell’Ospedale San Paolo Savona
La comunicazione tra professionisti della salute ha un’importanza strategica ma, al tempo stesso, è considerata ancora un’area critica che necessita di strumenti e interventi di governo per ridurre i rischi prevedibili e, soprattutto, per migliorare la sicurezza assistenziale.
Ecco perché diventa fondamentale standardizzare la comunicazione in ambito sanitario, rivolgendo particolare attenzione sia al linguaggio comune che alla modalità di trasmissione del messaggio e ai contenuti di ogni singolo individuo.
Ci ha provato l’ASL 2 Savonese dell’ospedale San Paolo che ha voluto sperimentare diverse metodologie per valutare l’efficacia dei sistemi comunicativi. In un progetto presentato al Premio Sham 2018, il Dipartimento di Medicina ha selezionato il metodo SBAR, focalizzato sulle diverse tipologie di comunicazione: faccia a faccia, scritta e telefonica.
In che cosa consiste?
Il primo step ha permesso di realizzare una checklist ad hoc, all’interno della quale sono stati ulteriormente specificati alcuni campi clinici, assistenziali e sociali, fondamentali per la presa in carico del paziente. Questo strumento ha analizzato altre variabili come la durata del briefing/debriefing e delle consegne, il personale coinvolto, le interruzioni di sistema e le divagazioni personali. Così, è stato inoltre inserito il registro delle criticità, un documento dove ogni operatore sanitario può annotare eventuali anomalie comunicative. Una novità tra gli strumenti comunicativi fino ad ora utilizzati.
Il progetto, inquadrato come piano di miglioramento, è stato inserito come obiettivo di budget 2017 e si è sviluppato in 5 fasi operative:
1) la formazione di una parte del personale medico e infermieristico attraverso la partecipazione ad una iniziativa ECM, che si è svolta da ottobre 2017 ad aprile 2018
2) l’individuazione, tra il personale formato, di due referenti per struttura e la successiva partecipazione al Corso specifico in tema di raccolta e gestione dati
3) l’osservazione del processo mediante l’uso di checklist con indagini di prevalenza (tra giugno e luglio 2018)
4) la formazione del personale restante (avvenuto nei mesi di settembre e ottobre)
5) l’osservazione del processo sempre con l’uso di checklist con indagini di prevalenza (settembre e ottobre)
L’obiettivo era quello di uniformare le modalità comunicative, ma il progetto sperimentato ha evidenziato, almeno a una prima valutazione, anche diverse fragilità nel registro comunicativo, alcune difficoltà nella raccolta degli eventi e qualche interruzione personale e di sistema.
Al tempo stesso, però, l’esperimento ha fatto emergere una maggiore attenzione degli operatori verso una modalità di comunicazione strutturata, puntuale, reale, coerente e tempestiva. Una maggiore consapevolezza alla compilazione della modulistica presente nella cartella clinica informatizzata. E, infine, una maggiore sensibilità – sempre da parte degli operatori – alla segnalazione delle criticità proprio attraverso l’uso dell’apposito registro.