UN NUOVO STRUMENTO PER RIDURRE IL RISCHIO FARMACOLOGICO

Il sistema di supporto alle decisioni cliniche (CDSS) MEDIDSS è stato impiegato per un Clinical Trial all’ospedale di Vimercate. Un progetto di ricerca realizzato tra la società Medilogy e l’Università di Milano, la Regione Lombardia e il Ministero della Salute che ha coinvolto 7mila pazienti con l’obiettivo di misurare l’impatto dei CDSS nella pratica clinica

 

Intervista a Massimo Mangia, Amministratore Delegato di Medilogy

«Gli eventi avversi dovuti ad errori in corso di “terapia farmacologia” sono la causa di danno più frequente nei pazienti ospedalizzati[1]». Questi eventi si verificano nell’intero percorso del farmaco, riguardano tutti i professionisti sanitari coinvolti nel processo e non vanno confusi con le «Adverse Drug Reaction – ADR, ovvero le complicanze legate al farmaco stesso[2]».

Ci possono essere errori di prescrizione, di trascrizione, di somministrazione e di assunzione e, nella maggior parte dei casi «è dimostrato che le cause di tali errori sono spesso riconducibili a mancanza di informazioni, scarsa o inadeguata comunicazione, calo di attenzione, stanchezza, carenze organizzative[3]».

Secondo Massimo Mangia, Amministratore Delegato di Medilogy ed uno tra i maggiori esperti di tecnologie sanitarie in Italia, “questo rischio ha ricadute non solo sulla salute dei pazienti, ma anche sulla sostenibilità finanziaria del Sistema Sanitario Nazionale, perché dagli eventi avversi discendono nuovi ricoveri che una maggiore appropriatezza nelle prescrizioni e una consapevolezza più approfondita sulle interazioni tra farmaci eviterebbero”.

“Il tema degli eventi avversi legati ai farmaci è stato a lungo studiato nella letteratura. Già uno studio del 2001 effettuato su 1.116 ospedali statunitensi aveva riscontrato che «gli errori in terapia farmacologica si verificano nel 5% circa dei pazienti ricoverati in un anno[4]». Un dato sostanzialmente confermato da uno studio del 2013[5]. In Italia – prosegue Mangia – esistono dati precisi e ben poco rassicuranti sull’impatto del rischio farmacologico, con particolare attenzione alla fascia della popolazione più anziana. La metà della popolazione anziana assume, infatti, da 5 a 9 farmaci al giorno. L’11% (1.4 milioni) ne assume più di 10[6]. Questi farmaci, però, interagiscono tra di loro – e non di rado in maniera conflittuale – producendo un effetto che dipende sia dalla presenza concomitante di diversi principi attivi sia dalle condizioni del singolo paziente. È una relazione difficile da prevedere ma fondamentale da prevenire perché l’uso concomitante di farmaci, anche di quelli senza obbligo di ricetta, può comportare gravi effetti avversi – dal sanguinamento alla sedazione (con effetto su, per esempio, le cadute intra o extra ospedaliere ) – che spiegano come mai il 20 per cento degli anziani debba essere ricoverato una seconda volta in seguito e per diretto effetto di prescrizioni inappropriate[7]”.

“Data la complessità della relazione tra i farmaci, la prevenzione passa attraverso l’analisi comparata dei dati disponibili nella letteratura. È qui che la tecnologia informatica può fungere da strumento di supporto alle decisioni cliniche prese, ogni giorno, nel reparto. Una prassi già molto diffusa in Nord Europa, che sta affacciandosi anche nello scenario italiano, prevede un sistema digitale che, ricevendo le informazioni dei pazienti e quelle della terapia, individui e segnali le conflittualità e proponga le alternative farmacologiche che mantengono l’obiettivo terapeutico impiegando principi attivi diversi e non conflittuali. MEDIDSS è un sistema di questo tipo”.

Massimo Mangia, Amministratore Delegato di Medilogy

MEDISS è sviluppato in Italia da Medilogy, utilizza un motore inferenziale di regole realizzato da Duodecim Medical Publications, casa editrice della principale società scientifica dei medici finlandesi, ed è basato sulle banche dati di Medbase, una società finlandese che collabora con il Karolinska Institutet di Stoccolma, l’Università di Turku e la Stockholms Läns Landsting.

“MEDIDSS opera preferenzialmente, ma non esclusivamente, integrandosi con la cartella clinica elettronica – spiega Mangia – Dalla cartella il programma riceve i dati sanitari dei pazienti. Il motore di ricerca analizza le informazioni, le passa al database di conoscenze (un procedimento noto come inferenza) e ritorna alla cartella una serie di indicazioni che il medico e l’infermiere dovrebbero considerare, tra le quali: la presenza di interazioni tra farmaci, l’esistenza di controindicazioni, il livello di rischio calcolato a partire da nove categorie di effetti avversi indotti dai farmaci, le avvertenze sui dosaggi, la presenza di cross-sensibilità rispetto alle allergie e aspetti farmacologici relativi al quadro clinico con particolare attenzione alle condizioni di insufficienza renale ed epatica, alla gravidanza, al periodo di allattamento e all’età del paziente. Il professionista sanitario non riceve tutte queste informazioni contemporaneamente, ma può accedere ad un livello di approfondimento crescente che parte da un quadro generale di possibili conflitti (ed alternative consigliate) e arriva al database di oltre 1.000 sintesi di linee guida, filtrate in funzione del quadro clinico del paziente”.

“Lo scopo di questo sistema – che opera anche in assenza di interfaccia con la cartella clinica offrendo le informazioni relative al rapporto tra farmaci e all’interazione con le condizioni patologiche pregresse come descritti nella letteratura – è aumentare l’appropriatezza delle prescrizioni e ridurre il rischio per i pazienti”.

Anche l’efficacia dello strumento va dimostrata con i dati – conclude Mangia – Per questo abbiamo sperimentato MEDIDSS in un Clinical Trial all’ospedale di Vimercate. Un progetto di ricerca realizzato tra la società Medilogy e l’Università di Milano, la Regione Lombardia e il Ministero della Salute che coinvolge 7mila pazienti. Lo studio, che è in fase di pubblicazione, dimostrerà come l’impiego del sistema abbia ridotto diversi fattori di rischio legati alle terapie farmacologiche fornendo ai professionisti sanitari, in tempo reale, tutti i dati rilevanti e le opzioni possibili sulle quali basare le loro decisioni”.

 

[1] Raccomandazione per la prevenzione della morte, coma o grave danno derivati da errori in terapia farmacologica, Ministero della Salute

[2] Ibid.

[3] Ibid.

[4] Medication errors in United States hospitals. Bond CA, Raetil Cl, Franke T. Pharmacotherapy, 2001 Sep, 21 (9):1023-36. (studio citato nella Raccomandazione 7).

[5] James JT. A new, evidence-based estimate of patient harms associated with hospital care. J Patient Saf. 2013 Sep;9(3):122-8

[6] Dati Osservatorio Nazionale sull’impiego dei medicinali (AIFA)

[7] Dati registro Reposi – SIMI, Istituto Mario Negri, Politecnico di Milano