LE SOLUZIONI DI IBM, MICROSOFT, GPI-GROUP PER LA SANITÀ NEL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE DI SHAM ITALIA
Prevenzione, sostenibilità, innovazione e l’esperienza della chirurgia robotica in una giornata di confronto su tecnologia sanitaria d’avanguardia, gestione del rischio e modello mutualistico assicurativo
Un momento di incontro con alcune delle più importanti realtà operanti nel campo delle nuove tecnologie per il settore sanitario Italiano con approfondimenti che vanno dal Machine Learning alla chirurgia robotica ortopedica, dalla sicurezza e controllo dei programmi ai modelli integrati di gestione della cronicità.
Si è svolto a Milano, venerdì 5 ottobre, il primo congresso di Sham Italia, la Mutua assicurativa specializzata nella gestione del rischio clinico, nell’assicurazione della responsabilità civile sanitaria e nella sicurezza delle cure.
“La tecnologia – spiega il Country Manager Christophe Julliard – sarà sempre uno strumento centrale nella riduzione del rischio: per questo motivo abbiamo voluto dare il nostro contributo a diffondere, tra le strutture sanitarie pubbliche nostre associate, una cultura delle potenzialità, dei limiti e dei nodi che sono ancora da sciogliere partendo dalle esperienze concrete dei grandi attori del settore”.
Tra i diversi casi studio presentati:
L’intelligenza artificiale e il suo effetto moltiplicatore nell’efficacia relativamente alla ricerca sulla SLA ha aperto l’intervento di Barbara Alicino di IBM. “Ci sono state due grandi innovazioni che stanno cambiando il ruolo della tecnologia in sanità: la capacità da parte dei software di leggere (e “capire”) gli articoli e le ricerche scientifiche e di leggere e decifrare le immagini. Questo ha segnato un cambio di paradigma. L’intelligenza artificiale affianca medici e ricercatori selezionando in tempo reale le strade potenzialmente più promettenti da percorre, consentendo così all’uomo di prendere decisioni più informate. E questo fa la differenza”. IBM Watson™ for Drug Discovery, infatti, ha analizzato milioni di pagine di letteratura scientifica, oltre 1500 proteine target ed una vasta quantità di dati clinici per individuare 5 nuove proteine sulle quali concentrare la ricerca per curare la SLA. “Un lavoro che avrebbe richiesto anni è stato svolto in pochi mesi – spiega la Senior Consultant for Healthcare and Life Science di IBM Italia – permettendo di trovare velocemente filoni di ricerca su cui focalizzarsi”.
Il Dott. Danilo Colombero si è concentrato sul presente e le prospettive della chirurgia robotica in ortopedia. L’Ortopedia Traumatologia del San Luigi Gonzaga di Orbassano (TO) è stato il primo reparto a studiare e applicare in Piemonte i robot in chirurgia e, al momento, hanno avviato con la Regione un progetto di verifica sul rapporto tra costi e benefici dopo aver effettuato oltre 40 interventi robot assistiti. “Gli interventi di impianto e, conseguentemente, revisione delle protesi aumenteranno sempre di più con l’invecchiamento della popolazione. La maggior parte degli errori che si verificano negli interventi convenzionali riguardano il posizionamento dei dispositivi protesici. L’assistenza robotica, grazie alla capacità di mappare radiologicamente il sito chirurgico e ai movimenti molto più precisi, riduce al minimo le variazioni di posizione e il consumo osseo. È sempre il chirurgo che opera, valuta e fa le scelte, ma il robot mette a disposizione informazioni molto più dettagliate e alcuni sistemi di sicurezza che lo accompagnano durante l’intervento. Questo riduce i rischi, permettendo alla persona assistita di iniziare la riabilitazione il giorno stesso dell’intervento”.
Microsoft ha presentato InnerEye di Microsft Research. Il progetto di ricerca, condotto assieme ai clinici del Cambridge University Hospitals NHS Foundation Trust, si prefigge di sviluppare algoritmi di machine learning per il contornamento automatico delle masse tumorali e degli organi da radiotrattare. “Attualmente – spiega Veronica Jagher, Director Industry Solutions-Healthcare Industry – per ogni seduta radioterapica, il clinico è chiamato a contornare ‘manualmente’ sezioni bidimensionali dell’organo da irrorare, unendo fino a 300 slide radiologiche. È un processo lungo. Lo sviluppo di InnerEye si prefigge non solo di automatizzare una attività a basso valore aggiunto, risparmiando ore di lavoro di professionisti estremamente preziosi – ma anche, in un prossimo futuro, di tarare la quantità di radiazioni seduta per seduta. Durante il processo radioterapico, infatti, le dimensioni del tumore si riducono. Ciò implica, però, che la dose di raggi fissata all’inizio rischia di essere superiore al necessario man mano che la terapia procede. Se, però, il programma potesse valutare non solo la localizzazione dell’organo – distinguendo tra tessuto e tessuto – ma anche il progresso della malattia, potrebbe suggerire la dose adeguata per ogni seduta. È in casi come questo che si dimostra la capacità dell’intelligenza artificiale di ridurre il rischio clinico. Il cloud oggi mette a disposizione della sanità il potere computazionale necessario per analizzare attraverso strumenti di Artificial Intelligence quantità di dati che umanamente non potrebbero essere analizzati, accrescendo le capacità del medico, senza mai sostituirlo. Anzi, fin dallo sviluppo delle soluzioni è fondamentale la collaborazione con i clinici perché è la loro intelligenza a venir infusa negli algoritmi”.
GPI ha affrontato, invece, un tema di grande attualità e ad ampio raggio che riguarda la sostenibilità dell’intero sistema sanitario. “L’Italia – spiega il direttore Strategies Lorenzo Montermini “ha, in Europa, la più alta aspettativa di vita assieme alla Spagna, ma una bassa aspettativa di vita in salute. Questo significa che le malattie croniche, quasi sempre legate all’invecchiamento, riguardano il 39 per cento della popolazione residente ma assorbono il 78 per cento dell’intera spesa sanitaria. Questo è il driver centrale nell’evoluzione della domanda di salute che impone l’introduzione delle moderne tecnologie ICT. La tecnologia è il fattore abilitante per rendere sostenibili i sistemi sanitari del futuro”. GPI ha sviluppato un nuovo approccio al Chronic Care Model: un sistema integrato di gestione delle cronicità che partendo dalla stratificazione della popolazione per fattore di rischio, coniuga le strategie di governo clinico con le risorse disponibili sul territorio per garantire efficienza e qualità delle cure. Un approccio che si basa sulle profonde conoscenze dei sistemi informativi in sanità con l’esperienza maturata nell’erogazione di servizi di accoglienza e di contact-center.
“Il monitoraggio degli strumenti tecnologici più efficaci per migliorare la qualità delle cure nelle strutture sanitarie e la loro divulgazione fa parte integrante della missione del modello mutualistico di Sham – conclude Dominique Godet, Direttore Generale del Gruppo Sham -. Occasioni come quella del congresso Sham, perciò, hanno lo scopo di aumentare la consapevolezza e la fiducia nei confronti di strumenti che possono innovare profondamente ogni ambito dell’assistenza sanitaria. Per i soci/assicurati Sham, in particolare, questi incontri rappresentano una tappa di un percorso di crescita assieme al cuore della relazione tra Mutua e centinaia di aziende sanitarie associate in Francia, Italia, Spagna e Germania e unite dall’obiettivo comune di rendere le cure più sicure”.