ALLATTAMENTO AL SENO: LA SERENITÀ DELLA MAMMA È PIÙ IMPORTANTE
Troppa la pressione sulle puerpere: l’ avanzamento dell ’età al momento del parto può ridurre o ritardare la sintesi del latte materno. E molte donne si sentono madri inadeguate e rischiano la depressione. Nell’Azienda Ospedaliera “Ordine Mauriziano di Torino” le infermiere combattono la battaglia contro un peso psicologico indebito: “I bambini crescono benissimo lo stesso”.
“Quando nasce un bambino non bisogna mai commettere l’errore di dimenticare la madre”. Anna Di Pasquale è una infermiera pediatrica dal 1991 all’Ospedale Mauriziano di Torino. In 27 anni di esperienza ha visto moltissime mamme dare alla luce i loro figli. In alcuni casi ha visto donne soffrire di forte ansia e depressione in seguito alla nascita. “La depressione post partum – spiega – è un fenomeno complesso che, per la maggior parte dei casi, si sviluppa dopo il ritorno a casa. È dato da una serie di fattori che si radicano nella sensazione, da parte della madre, di essere inadeguata nei confronti dei bisogni del figlio. Nei reparti di ostetricia e pediatria siamo molto attenti a segnali rilevatori o nei casi in cui esista una storia pregressa di depressione, e indirizziamo le nuove madri agli psicologi ospedalieri perché le seguano dopo le dimissioni”.
Ciononostante, la rete di protezione non è limitata nel tempo perché, dopo le dimissioni, dall’ospedale la maggior parte delle mamme si trova, fondamentalmente, da sola. “Per questo è importante disinnescare tutte le possibili cause di sofferenza psicologica prima che escano dal reparto. E il tema dell’allattamento al seno si sta rivelando uno dei principali problemi da affrontare”.
“C’è stata una forte campagna mediatica, in particolare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, per promuovere l’allattamento al seno. I vantaggi di questa formula sono indiscutibili, ma non bisogna dimenticare che la generazione precedente è stata investita da una campagna informativa altrettanto entusiasta a favore dell’allattamento artificiale”.
“Questo significa che allattare al seno è meglio, ma non imprescindibile. I bambini crescono bene lo stesso. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, per il bambino è molto più importante avere una mamma felice che una mamma con il latte”.
“Ecco – continua Anna Di Pasquale – quanto ripetiamo senza sosta alle madri in reparto: è normale che il latte ritardi, è normale che possa venirne meno del necessario, soprattutto se, come accede, l’età media delle puerpere si innalza. È sempre successo e continuerà a succedere. Questo non comporta alcun danno al neonato. Se il latte è poco, lo si integra. Se non arriva, lo si sostituisce. Dannosa per il bambino è una madre che si sente in colpa perché ha poco latte o non ne ha per nulla, e comincia a sentirsi non all’altezza della situazione estranea al suo nuovo ruolo”.
Perché di ruolo si tratta. E lo si deve imparare. Il fatto che la gravidanza e il parto siano biologicamente “naturali”, infatti, non comporta che il saper fare la mamma sia automatico. Lo spaesamento è la reazione spontanea, non deve essere fonte di ansia.
“È come se la cultura contemporanea desse per scontato che un cambiamento assolutamente radicale nella vita delle donne debba essere recepito senza batter ciglio. Le donne devono diventare madri come se lo fossero sempre state e senza che nulla cambi nella loro vita. Ma è la vita stessa a non funzionare in questo modo. Bisogna farle spazio e imparare ad averne cura. Senza paura”.