LA SICUREZZA DELLE CURE DIPENDE DALL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Dati, digitale e analisi dei processi: questa la chiave per rendere l’erogazione dei servizi ospedalieri armonica, economica ed efficace.

 

La legge Gelli ha avuto il grande merito di stabilire un principio di autorità che riduce il dubbio e l’incertezza sia per i pazienti che per i medici. Stabilire il valore legale delle linee guida è la garanzia che quelle erogate siano le cure giuste. Non sarà più compito di un tribunale pronunciarsi, caso per caso, sulla tesi che l’autismo sia legato alla vaccinazione o meno o sulla validità delle indicazioni terapeutiche decise dal medico. Né, d’altra parte, avranno più senso le procedure e le prescrizioni effettuate dai sanitari per mettersi al riparo dalla minaccia di un processo incerto in quella che, globalmente, passa sotto il nome di medicina difensiva”.

Questo per Massimo Casciello, Direttore Generale di lunga esperienza al Ministero della Salute e, oggi, a capo della Direzione generale della vigilanza sugli enti e della sicurezza delle cure, è il primo contributo della Legge Gelli.

La legge, però, si spinge oltre ponendosi come obiettivo la gestione e riduzione del rischio. Partendo dalla Sua esperienza, come si applica nel concreto questo obiettivo?

Capendo, in primo luogo, che la sicurezza delle cure va oltre il rapporto medico – paziente, ma coinvolge l’intera macchina dell’ospedale: è un sistema e ogni parte deve funzionare bene in quanto tale e in armonia con le altre. La sicurezza delle cure, di fatto, è in larga misura una sfida organizzativa e gli incidenti sono spesso il frutto di un problema di organizzazione o coordinamento tra attività.

Da dove si parte per ridurre il rischio?

Dall’unità più piccola alla più grande, in uno scenario di complessità crescente. Il fulcro del sistema è l’ospedale, all’interno del quale miriadi di operazioni vanno armonizzate. È fondamentale la circolarità delle informazioni ovvero la capacità di verificare prescrizioni e somministrazioni, l’identità e localizzazione dei pazienti, la risposta tempestiva alle richieste diagnostiche e la conseguente organizzazione dei reparti che segue il ritmo di prestazione/dimissione. Tutti devono contribuire: dagli infermieri ai tecnici di laboratorio, dai medici ai responsabili dei rifornimenti.

Qual è l’elemento che permette di unire tante sfaccettature diverse, ognuna con la sua complessità?

I dati. I dati e la digitalità. L’analisi di gestione è lo strumento principe a disposizione di un ospedale per monitorare il suo funzionamento e migliorare. Una diagnosi tempestiva da un reparto all’altro a volte fa la differenza tra la vita e la morte, ma non ha un ruolo solo nei frangenti drammatici. È importante anche nella gestione dei ricoveri, per esempio liberando la mattina un posto letto che può essere occupato nuovamente nel pomeriggio. Così facendo, si impiegano tutte le risorse disponibili al meglio ed è solo un esempio tra tanti.

Il digitale che ruolo ha in questo scenario?

Il digitale è lo strumento che aiuta l’analisi dei dati. Grazie al digitale si possono registrare, visionare e monitorare la maggior parte dei processi: dallo stato di funzionamento di un macchinario diagnostico all’assunzione di un farmaco da parte di un paziente verificando anche, e con sicurezza, che il paziente giusto abbia ricevuto il farmaco giusto. Con un codice a barre si possono risparmiare ingenti quantità di energie e investimenti garantendo al paziente il massimo della sicurezza che la tecnologia contemporanea offre. Alla fine, è l’analisi di tutte le operazioni che avvengono in contemporanea – o in concatenazione – all’interno dell’ospedale a permettere di armonizzarle, ottenendo la coesistenza di efficienza ed economia.

Dal livello del singolo ospedale come si porta la gestione del rischio a livello nazionale?

Ancora una volta con l’analisi dei dati che, in questo caso, prevede la segnalazione degli eventi avversi dal livello locale a quello centrale. Una pratica che è già in essere nell’Osservatorio nazionale sugli eventi sentinella e che vede, ora, affiancarsi l’istituzione dell’Osservatorio nazionale buone pratiche e della sicurezza delle cure presso Agenas. Da sottolineare il fatto che gli eventi segnalati non si riducono alle richieste di risarcimento, ma includono sia gli eventi sentinella  [1] come anche eventi di secondaria importanza. È l’analisi e la scrematura di questi dati a permettere di stilare un quadro oggettivo del rischio clinico e ridurlo fattore per fattore.

 

 

[1] Protocollo per il Monitoraggio degli Eventi Sentinella: “evento avverso di particolare gravità, potenzialmente evitabile, che può comportare morte o grave danno al paziente e che determina una perdita di fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario. Il verificarsi di un solo caso è sufficiente per dare luogo ad un’indagine conoscitiva diretta ad accertare se vi abbiano contribuito fattori eliminabili o riducibili e per attuare le adeguate misure correttive da parte dell’organizzazione”.

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_1783_allegato.pdf