IL METODO SHAM: LA MAPPA DEL RISCHIO PARTE DALLE PERSONE

Sviluppato nel corso degli anni e nei diversi Paesi europei, il metodo Sham permette di valutare il rischio clinico di una struttura sanitaria o socio-sanitaria attraverso una combinazione di precisione quantitativa e attenzione qualitativa. La prima visita Sham, infatti, parte dalle persone per arrivare ai dati, attraverso interviste dirette e l’utilizzo di un référentiel costituito da 110 elementi con l’obiettivo di valutare, capire e migliorare assieme.

 

La complessità del rischio clinico nasce dal grande numero di attori, dipartimenti e procedure coinvolte per ogni singolo processo sanitario. Mappare questo rischio è il primo passo per valutarne il progressivo contenimento, anno dopo anno, e richiede la presenza concomitante di parametri di riferimento e flessibilità per adattarsi a ogni singola struttura sanitaria.

Consci che la qualità la fanno le persone”, i consulenti Sham hanno raggiunto questo equilibrio sviluppando un metodo che pone l’incontro con i professionisti al primo posto del processo. Fedele alla cultura mutualistica che la anima, infatti, l’approccio dell’azienda francese è a tutto tondo: una giornata di incontri e colloqui con i singoli dirigenti coinvolti nella gestione del rischio e concomitante visita diretta alle strutture.

Il metodo è quello di un’intervista (2/3 ore) incentrata sulle modalità di gestione. I professionisti coinvolti spaziano, pertanto, dalla Direzione aziendale al Risk Manager, ai singoli dirigenti, responsabili e coordinatori medici e infermieristici.

Questo primo incontro ha il fine di capire dimensioni, prassi organizzative e gestione delle risorse all’interno della struttura. La visita Sham non finisce mai con un giudizio sulla struttura, ma in un confronto delle sue attività con il benchmark internazionale fornito da un référentiel specifico che Sham applica quotidianamente nei diversi Paesi europei nei quali è attiva: Spagna, Francia, Italia e, prossimamente, Germania. Le informazioni raccolte permettono di valutare il livello di gestione del rischio clinico all’interno della struttura e porre le basi della strategia che lo conterrà.

Nei giorni seguenti, infatti, il consulente presenterà gli esiti di questa prima giornata di confronto e alcune “raccomandazioni” finalizzate a migliorare i processi gestionali. Molte di queste osservazioni hanno già provato la loro efficacia a livello europeo. Altre avvieranno quel percorso ad hoc dedicato alla singola struttura del quale la visita Sham rappresenta il passo iniziale.

L’obiettivo di Sham, prima ancora che la legge Gelli lo rendesse obbligatorio, è sempre stato quello di monitorare il rischio clinico per ridurlo progressivamente. Per questo l’enfasi è sempre sul miglioramento e l’attenzione si focalizza sulle persone, in prima battuta, e sulla qualità che infondono.

 

 

Anna Guerrieri

Risk Manager Sham Italia